Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Limitiamoci alle dichiarazioni rese dai politici ieri sera, tra le sette e mezza e le nove. Ore 19.53, Bossi: «Sulle pensioni il governo ancora rischia ma alla fine una strada l’abbiamo individuata. Ora bisogna vedere che cosa dice l’Europa». Ore 19.58, I giornalisti chiedono a Bossi se il governo rischia. Bossi: «Sì». I giornalisti chiedono se il Senatùr sia più ottimista rispetto a ieri mattina. Bossi: «No». Ore 20.22, il segretario del Pdl Alfano: «Noi siamo convinti che non sia giusto che Berlusconi si faccia da parte. Non crediamo che un altro governo guidato da un altro esponente di centrodestra, con l’avallo e il sostegno del presidente Berlusconi, possa dare una stabilità maggiore rispetto a quella che può dare Berlusconi». Ore 20.27, Alfano: «Il centro-destra deciderà il nome del candidato premier solo il prossimo anno».
• A chi bisogna credere?
In questo caso a Bossi. La frase chiave è: «Ora bisogna vedere che cosa dice l’Europa». I due capi del centro-destra, nelle continue riunioni di ieri (una anche dopo le nove di sera), hanno sostanzialmente deciso di aspettare ancora prima di rompere il patto che li lega. Vogliono andare a vedere fino a che punto la posizione di Bruxelles è rigida. È chiaro che in queste condizioni non si poteva emettere nessun provvedimento, nessun decreto, come pretendeva con tono ultimativo l’Unione europea. Berlusconi ha limato fino a ieri sera una lettera d’intenti, in cui si manifestano le intenzioni di quello che il governo vorrebbe o potrebbe fare. Toccherà alla Ue dire oggi se gli intenti bastano o no. Se non bastano, credo che ci sarà la crisi. Si tratta anche di capire se la crisi in questo momento è opportuna. Il Financial Times, qualche giorno fa, ha ribadito che la caduta di Berlusconi migliorerebbe il nostro spread di cento punti. Ma sarà vero? La caduta del governo potrebbe dare l’avvio a un lunghissimo tira e molla, e magari alla fine alle elezioni anticipate.
• Perché Bossi non può cedere?
L’innalzamento dell’età pensionabile colpirebbe soprattutto le pensioni di anzianità, quelle riservate a gente che ha 40 di contributi anche se è ancora relativamente giovane (58-59 anni). Costoro sono concentrati soprattutto al Nord, e un 65% stanno in Piemonte (100 assegni ogni 1000 abitanti), Emilia Romagna (92), Lombardia (91), Veneto (80). È tutto elettorato, di fatto o potenzialmente, leghista. Bossi non può colpirli. Bossi ha disseminato la sua giornata di dichiarazioni molto forti: «Non è possibile, 67 anni non possiamo farlo per far piacere ai tedeschi. La gente ci ammazza», «I 40 anni non vanno toccati», «L’Europa vuole far fare un passo indietro a Berlusconi. Quello dell’Europa è un colpo contro Berlusconi», fino agli attacchi a Draghi: «Chi fa quella roba lì è un italiano», «L’Europa che parla italiano dice addirittura che bisogna privatizzare le farmacie, che sono comunali. Belle stupidaggini...», e poi il terribile: «Con la lettera di quest’estate hanno fucilato Berlusconi».
• Come mai non ci sono lavoratori con 40 anni di contributi al Sud?
Il Sud campa con le invalidità e gli assegni sociali.
• Se Berlusconi ha tutto il mondo contro, come può resistere?
Ieri Napolitano ha fatto un’altra dichiarazione delle sue, definendo «inopportune e sgradevoli le espressioni di scarsa fiducia sull’Italia», cioè i famosi risolini del duo franco-tedesco. Ha poi affrontato però il problema della sovranità, e cioè se sia possibile o no per l’Europa dettarci delle regole. La risposta è questa: «Da 60 anni abbiamo scelto - secondo l’articolo 11 della Costituzione e traendone grandissimi benefici - di accettare limitazioni alla nostra sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati: e lo abbiamo fatto per costruire un’Europa unita, delegando le istituzioni della Comunità e quindi dell’Unione a parlare a nome dei governi e dei popoli europei. Siamo, oggi più che mai, nella stessa barca in un mare in tempesta. Ciascun paese deve fare la sua parte e dobbiamo garantirci reciprocamente l’indispensabile solidarietà. Per l’Italia è il momento di definire - in materia di sviluppo e di riforme strutturali - le ’nuove decisioni di grande importanza’ annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del presidente del Consiglio». Sono parole che in Berlusconi non possono che creare altra inquietudine. Del resto che il pallino sia a Bruxelles lo ha detto persino la Merkel (che deve comunque farsi approvare dal Parlamento le sue scelte di politica economica europea): proprio ieri ha affermato che i governi non devono dettare alla Bce la linea da seguire. La famosa lettera di questa estate, quella che secondo Bossi ha fucilato Berlusconi, era firmata appunto da Trichet-Draghi, governatore uscente e governatore entrante della Banca Centrale Europea.
• Come si preparano al vertice di oggi Merkel e Sarkozy?
Nelle bozze del comunicato ufficiale c’è una frase in cui si dice che la Bce continuerà a comprare bond sul mercato secondario. Merkel ha subito detto: «Noi non siamo d’accordo». Quanto a Sarkozy, giovedì sera in tv parlerà alla nazione sulla crisi
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 26 ottobre 2011]
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