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 2011  febbraio 18 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il partito di Fini si sta sfaldando. L’altro giorno ha lasciato il gruppo di Futuro e libertà il senatore Menardi. Ieri hanno annunciato il loro ritorno nel Pdl il senatore Franco Pontone e l’onorevole Roberto Rosso. L’uscita dei due senatori mette i finiani in una situazione molto difficile: per far gruppo a Palazzo Madama bisogna essere almeno in dieci e a questo punto invece i futuristi sono rimasti in otto. È possibile che il gruppo sia integrato con due prestiti dall’Udc o dal partito di Rutelli. Ma per il presidente della Camera è comunque un brutto schiaffo. Pontone è il vecchio militante del Msi, un fedelissimo di quella parte politica, che ha firmato, per conto di An, le pratiche relative alla vendita della famosa casa di Montecarlo. Anche per questo il suo allontanarsi da Fini, preannunciato da parecchie dichiarazioni dubbie su quello che stava avvenendo nel Fli e da qualche assenza strategica, ha un brutto sapore. Roberto Rosso torna nel Pdl dopo un incontro con Berlusconi e la promessa che ricoprirà incarichi direttivi nella struttura vercellese del partito: viene da Trino e ha conteso a Chiamparino il posto di sindaco della città. Lo smottamento dei finiani, oltre tutto, non sembra finito: hanno l’aria di voler ricompattare con Berlusconi anche Mario Baldassarri e Maurizio Saia. Baldassarri è una pedina chiave della Commissione bicamerale per il federalismo. La sua mossa metterebbe al sicuro i prossimi passaggi dei decreti attuativi.

Insomma, Berlusconi – a parte i guai con la Procura milanese – è fortissimo.
Fini fa capire che è colpa dei soldi con cui il presidente del consiglio si è comprato questi transfughi. Sul “Secolo d’Italia” di oggi scrive: «Sarebbe davvero inutile negare l’evidenza: il progetto di Futuro e Libertà vive un momento difficile, sta attraversando la fase più negativa da quando, con la manifestazione di Mirabello, ha mosso i primi passi». Poi parla delle «tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente».

È vero? I parlamentari tornano da Berlusconi perché il Cavaliere li ha comprati?
Domenica si è conclusa l’assemblea fondativa di Fli, l’atto cioè che ha trasformato un gruppo di parlamentari in un partito. Fini ha imposto Italo Bocchino, capo dei falchi, alla vicepresidenza del partito, con un compito di coordinatore. In pratica, è il segretario. La mossa ha provocato molte proteste nell’area delle colombe. Si sa che sono in fibrillazione anche Urso e Barbareschi. Ronchi pensa ai bei tempi in cui era ministro. Eccetera. Anche Fini ammette che lo sfarinamento è il risultato delle «polemiche e delle divisioni esplose dopo l’assemblea costituente».

E come pensa di rimediare?
Sostiene che ormai il suo partito punta alle elezioni, cioè a una rivincita sul territorio. Mah. Il pezzo sul “Secolo” è abbastanza discutibile. Scrive “gerarchi del Pdl”, e l’espressione suona strana sul “Secolo d’Italia” e nella penna di un uomo che per due terzi della vita è stato fascista. Critica dei deputati e chiede le dimissioni del presidente del Consiglio, e questo – detto dal presidente della Camera – è singolare. Lo schieramento di quelli che chiedono le sue dimissioni dal più alto scranno di Montecitorio s’è allargato a Giuliano Ferrara.

Giuliano Ferrara non è un berlusconiano di ferro? Non condivideva l’idea che Fini si dovesse dimettere?
No, Ferrara e il Foglio l’anno scorso hanno criticato Berlusconi per il suo attacco frontale a Fini. Ferrara, a quel tempo, spiegava che la posizione di Fini, diversa da quella del Cav, poteva costituire un arricchimento nel centro-destra. L’espulsione secondo lui era stata un errore. Stamattina sul Foglio, invece, l’Elefantino scrive: «Dall’alto di Montecitorio, Fini dovrebbe sapere che perdere seguaci in Parlamento non autorizza a perdere la testa». E chiede che Napolitano «faccia notare» al presidente della Camera che i confini della decenza sono stati superati.

Quindi il corteggiamento di Berlusconi non c’entra niente?
Flaiano diceva che gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso del vincitore. E – a parte il caso Ruby – Berlusconi sta vincendo. Deputati e senatori poi non vogliono lo scioglimento delle Camere e la mossa più saggia per evitare le elezioni anticipate sembra proprio quella di rinforzare la maggioranza. E poi, certo, è chiaro che il Cav adopera tutte le arti seduttive di cui è capace, e sono molte. Ha sempre in riserva un bel po’ di poltrone al governo. Poi ci sono gli incarichi di partito, e le mille promesse che un uomo nella sua posizione può fare. S’è aggregato al gruppo dei Responsabili anche Paolo Guzzanti, il cantore della mignottocrazia berlusconiana. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/2/2011] (leggi)

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