Ettore Livini, la Repubblica 18/2/2011, 18 febbraio 2011
BARCLAYS POCHI, MALEDETTI E SUBITO - MILANO
Giù i bonus, su gli stipendi. Barclays dribbla l´imbarazzo sui superincentivi ai banchieri rivoluzionando le buste paga degli investment banker di Barclays Capital. Tagliando la parte variabile, scesa del 12%, ma rimpolpando quella fissa. Risultato: gli emolumenti medi per banchiere grazie al gioco di prestigio sono cresciuti del 23% a 235mila sterline l´anno a testa. Gli stipendi medi per l´intera banca sono scesi invece del 7%. Barclays ha chiuso il bilancio con utili lordi per 6,1 miliardi di sterline, più delle attese, grazie all´ottima performance della sua attività di investment banking. Una performance che riacceso le voci secondo cui l´ad Robert Diamond dopo due anni senza bonus possa intascare per il 2010 un premio da 8 milioni di sterline.
Resta invece fitto il mistero sull´ultimo ribaltone nella filiale tricolore del gruppo. Nel 2008 Barclays aveva costruito un team dedicato ai grandi clienti e all´M&a in Italia con Edoardo Toscani, storico banchiere di Lehman, Chiara Altamura, Susanna Invernizzi, Monica Girardi e Riccardo Quagliotti. Una scelta in apparenza azzeccata visto che nei due anni successi il giro d´affari tricolore sui clienti corporate – grazie alla partecipazione all´Ipo Enel Green Power e a finanziamenti e operazioni sul mercato di capitali per Telecom ed Enel – è raddoppiato. Ma a inizio anno i vertici milanesi della banca britannica hanno quasi azzerato il team, lasciando tra l´altro scoperto il delicatissimo desk dei mercati valutari. Una mossa a sorpresa, visti i risultati, che potrebbe preludere o a un disimpegno (Londra ha detto che vuole ridurre i costi nel mondo) o alla nomina di una prima linea completamente rinnovata.