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 2010  luglio 19 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Silvio Berlusconi
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Le statue dei giudici Borsellino e Falcone, abbattute l’altra notte, sono state restaurate e rimesse al loro posto, in Palermo, via della Libertà. Ieri mattina c’è stato anche un piccolo corteo: meno di cento persone hanno sfilato tenendo in mano un’agenda rossa e cantando Bella ciao. Sono andate da via D’Amelio al castello Utveggio. A via D’Amelio stava la mamma di Borsellino: il giudice era andato a trovarla quella domenica pomeriggio (19 luglio 1992), e al suo passaggio una Fiat 126 imbottita di cento chili di tritolo era esplosa dilaniando il magistrato e i sei agenti della scorta (uno solo dei quali sopravvisse). Il detonatore dovrebbe essere stato azionato proprio dal castello Utveggio dove c’era anche una sede del Sisde. Due mesi prima era stato ammazzato il giudice Falcone.

Il 19 luglio è oggi.
Sì, sono passati 18 anni. La verità sulla morte di Borsellino, apparentamente accertata alla fine di due processi, è stata rimessa in discussione. Nella prima ricostruzione dell’attentato a rubare la 126, imbottirla di tritolo e portarla in via D’Amelio sarebbero stati tre mafiosi di piccolo calibro, Salvatore Candura, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino. Ora c’è una nuova verità, a quanto pare sostenuta da riscontri incontrovertibili. L’uomo della 126 è Gaspare Spatuzza, che si è accusato e ha fornito le prove di quanto andava dicendo. Lei ricorderà che esiste una tesi, a cui hanno mostrato di credere, per esempio, Pietro Grasso e Antonio Ingroia, secondo cui in quel momento era in corso una trattativa tra la mafia e lo Stato per arrivare a un accordo o a una tregua. Borsellino sarebbe stato ucciso perché contrario a un simile accordo. Frutto dell’accordo sarebbe stata la nascita di Forza Italia.

Prove?
Nessuna e, quando c’è stata la possibilità di certificarla in qualche modo in tribunale i giudici si sono tirati indietro. Il supporto più importante a questa ricostruzione storica, che – ripeto – non ha riscontri nelle sentenze, è venuto dalla relazione di Giuseppe Pisanu, un uomo di centro-destra, che lo scorso 30 giugno, alla Commissione bicamerale antimafia, ha detto: «È ragionevole ipotizzare che nella stagione dei grandi delitti e delle stragi si sia verificata una convergenza di interessi tra Cosa Nostra, altre organizzazioni criminali, logge massoniche segrete, pezzi deviati delle istituzioni, mondo degli affari e della politica». La mafia era ansiosa di trattare anche, a causa di Tangentopoli, le erano venuti meno tutti i riferimenti politici.

Anche Pisanu pensa che da quella trattativa nacque Forza Italia?
No, Pisanu questo non lo dice. Il giornalista Maurizio Torrealta, in una riedizione aggiornata e appena uscita di un suo vecchio libro, (La trattativa, Rizzoli) mette in fila tutti i tasselli che suffragano la tesi dell’accordo. La mafia discuteva a suon di stragi. Ce ne furono, in quel periodo, nove.

Se non c’è una verità accertata in tribunale, come si fa a insistere su questa tesi?
Borsellino, nel 1989, andò a parlare all’Istituto tecnico professionale di Bassano del Grappa. Disse tra l’altro: «L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi altri fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica».

Perché i manifestanti, ieri e anche l’altro giorno, agitavano delle agendine rosse?
Era rossa l’agenda su cui Borsellino teneva il diario delle sue indagini e dei suoi interrogatori. Non fu mai trovata. Un testimone sostiene che a prelevarla dalla 126 distrutta e portarla via sia stato un ufficiale dei carabinieri. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/7/2010]

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