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 2010  luglio 19 Lunedì calendario

DOMANDE E RISPOSTE: CHE COSA SONO I TEST D’INGRESSO?

Il ministero dell’Istruzione ieri ha pubblicato le date dei test d’ingresso. Di che cosa si tratta?
Sono esamini di settembre che consentono di accedere alle facoltà a numero chiuso per via di una programmazione e garanzia di qualità nazionale. Questi test sono la principale preoccupazione di migliaia di studenti in questo periodo dell’anno. E così si vive un’altra estate italiana fatta di valutazioni sul proprio futuro più che di mare.
Ne esistono di diversi tipi?
Il mondo dei test in Italia è piuttosto articolato. Volendo tentare una schematizzazione, si può dividerli in tre grandi gruppi. Ci sono quelli vincolanti per l’iscrizione secondo una programmazione nazionale che riguarda pocchissime facoltà: Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Professioni sanitarie, Architettura e Scienze della formazione primaria. Quelli vincolanti per scelta della singola università, come in alcune sedi di Economia, Psicologia, Scienze della comunicazione e Scienze giuridiche. E quelli soltanto orientativi, utili cioè allo studente per capire se è adatto al tal corso, dove viene comunque accettato.
Quando sono?
Quelli a programmazione ministeriale nazionale cominciano il 2 settembre con Medicina. Il 3 è il turno degli aspiranti odontoiatri. Il 6 tocca ai futuri veterinari. Il 7 ad Architettura. L’8 a Professioni sanitarie. Gli studenti di Scienza della formazione primaria infine hanno molto tempo per studiare perché il loro test è fissato il 20 settembre. Alcune università private, come la Bocconi di Milano e la Luiss di Roma ad esempio, organizzano poi anche dei pre-test durante l’anno precedente.
Quanti posti sono disponibili e dove?
Per Medicina ci sono 8.755 posti a livello nazionale. A Torino 321 nella prima facoltà e 115 nella seconda. A Milano Statale 340+20 in inglese, in Bicocca 120, Cattolica 256, San Raffaele 100+20 in inglese. A Roma 610 a La Sapienza I e 174 a La Sapienza II, 240 a Tor Vergata, 100 al Campus biomedico. Medicina è poi presente in numerose altre città. Anche in grandi numeri, ad esempio con 346 a Bari e 330 a Bologna. Per Odontoiatria i posti nazionali sono invece 789, per Veterinaria 1.006, per Professioni sanitarie 28.135, per Scienze della formazione primaria 4.838. Per Architettura sono 9.265, di cui 698 al Politecnico di Torino, 1.465 al Politecnico di Milano divisi tra Architettura ambientale, delle costruzioni, Scienze dell’Architettura e sedi di Milano, Mantova e Piacenza. 150, sempre al Politecnico di Milano, vanno poi a Ingegneria edile-architettura. 1.320 a Roma tra cinque diversi corsi de La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre. Tra gli altri poi, Venezia con 600 posti.
Chi li crea?
Una commissione ministeriale per ogni settore scientifico delle facoltà a programmazione nazionale. Per Medicina, Odontoiatria e Veterinaria ce n’è, ad esempio, una sola. Si riunisce più volte l’anno. E prima dell’estate conclude il suo lavoro di compilazione dei test. Produce tre test diversi tra loro ma divisi in quattro argomenti uguali: cultura generale e ragionamento (40 domande), biologia, chimica, matematica e fisica (altre 40), per un totale di 80 domande. La commissione produce poi altre 80 domande d’emergenza, che restano in cassaforte al ministero. I test della prima serie vengono spediti in un dischetto al Consorzio interuniversitario di calcolo di Bologna (Cineca), che li stampa in 100 mila copie, mischia le domande affinché ogni studente riceva un foglio con le stesse domande ma in ordine diverso e custodisce il tutto, sotto sorveglianza dei carabinieri, fino alle prove d’ingresso.
E chi li valuta?
Sempre il Cineca. Le domande sono infatti a risposta multipla e ognuna prevede cinque possibili quadratini da annerire con la penna. Al Cineca un lettore ottico corregge i test e dà un punteggio per ogni concorrente.
Come viene assegnato
il voto?
L’esame di maturità non conta. Tutti gli iscritti alle prove d’ingresso partono dunque alla pari e si giocano l’ingresso nella facoltà desiderata unicamente a settembre. Ogni domanda del test vale 1 punto. La risposta sbagliata costa una penalizzazione di 0,25. Non rispondere vale invece 0. Questa differenziazione è studiata per disincentivare le risposte a caso.
Quanto costano?
In genere il costo delle prove d’ingresso a programmazione nazionale si aggira sui 50 euro per studente. Ma se i test sono decisi dal ministero, il loro costo è a discrezione delle singole università. La ragione è che ogni ateneo ha dei costi di organizzazione delle prove diversi a seconda di quanti iscritti attira. Al nord ad esempio c’è un’affluenza maggiore. E anche per questo al sud si riesce ad entrare più facilmente. Questo crea uno squilibrio che test localizzati al momento nascondono, ma che un sistema più centralizzato porterebbe alla luce.