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 2010  luglio 19 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CALDEROLI, ROBERTO"

(Frammento diviso in due schede. Questa è la prima)

• 1998

Deputati più assenteisti alle votazioni dal 18 giugno 1996 al’11 febbraio 1998: [...] Roberto Calderoli (Lega) 83,53 per cento, Altero Matteoli (An) 82,99 per cento. (Il Mondo, 27/02/1998)

A Bossi sono rimasti il fedele Roberto Calderoli (che al matrimonio gli ha offerto sidro anziché champagne in ossequio alle nozze celtiche e alla lungimiranza padana) e il figlio Eridanio» (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 3/10/1998).

Il segretario della Lega Lombarda-Lega Nord, Roberto Calderoli, annuncia l’istituzione di ”Ronde Padane” a Capriolo. (Varie, Framm 51556)

• 2002

«La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culat...», spiega con la consueta bonomia il vicepresidente del Senato Roberto «Pota» Calderoli. (Gian Antonio Stella Corriere della Sera, 24/12/2002)

Paradossale [Francesco] D’Onofrio, ma non sa che un suo collega di maggioranza, il leghista Roberto Calderoli, s’è addirittura rivolto al capo dello Stato per tutelare l’onore delle donne padane. Ce l’aveva con Enzo Biagi, il senatore Calderoli. Dalle colonne di ”Sette”, l’autorevole giornalista si era permesso di insinuare che le padane, secoli orsono, avevano mostrato qualche benevolenza nei confronti degli invasori. Impossibile, per il vicepresidente del Senato, reprimere lo sdegno: «Ho atteso un giorno prima di intervenire perché mi aspettavo una sollevazione popolare». Poiché le masse non si muovevano, sperò che si muovesse il capo dello Stato, garante dell’onore passato, presente e futuro delle italiane tutte. (Maria Latella Corriere della Sera, 26/11/2002)

• 2003

Roberto Calderoli (che a Rai Due avrebbe voluto Gigi Moncalvo, il direttore uscente della ”Padania” che comunque diventa capostruttura) (Francesco Alberti, ”Corriere della Sera” 27/2/2003).

C’è qualcosa che non torna nella campagna che il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, esponente della Lega, cioè del partito «celodurista» per eccellenza, ha mosso contro l’«enorme simbolo anatomico» comparso al posto del busto di Einaudi in un luogo finora conosciuto come «Salone Garibaldi», cioè nel Transatlantico di Palazzo Madama. [...] a Calderoli la stele non piace proprio: «Un monumento al Viagra, un super-preservativo». [...]Calderoli risulta specialmente attratto dai più crudi risvolti di una politica, per così dire, genitale. [...]Ammesso e non concesso che la statua del Maestro Vangi (che è uno scultore rinomato e ha un museo tutto per sé in Giappone) sia assimilabile a Priapo, la questione va al di là del sesso. In questo il celodurismo leghista di Calderoli, che non è esattamente un critico d’arte, fa corto circuito (Filippo Ceccarelli La Stampa, 15/09/2003)

• 2004

Calderoli. Frase celebre del dentista Roberto Calderoli, 48 anni, senatore della Lega, adesso nuovo ministro per le Riforme al posto di Bossi che ha scelto di trasferirsi al Parlamento europeo: "Il mio maialino non vede l’ora di fare la pipì sulla moschea". Sua opera, pubblicata nel 1994: "Mutate mutande". Va in motocicletta come un pazzo. L’anno scorso ha rilasciato all’Ansa 283 dichiarazioni. Giurano che sia diventato più sobrio. Martedì 20 luglio, però, è stato visto passeggiare per il Transatlantico di Montecitorio in jeans e mocassini senza calze. [...] Bossi e Calderoli. "Non è che da quando ti ho fatto diventare saggio ti sei rincoglionito?" (Bossi a Calderoli sull’aereo per Roma nel 1994). (Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair 27/7/2004)

Roberto Calderoli è nato a Bergamo il 18 aprile 1956. Senatore della Lega, ministro delle Riforme istituzionali, è laureato in medicina. Parlamentare dal ’92, poi vicepresidente del Senato, il 20 luglio 2004 prese il posto di Umberto Bossi (colpito da ictus). I Calderoli, quattro dentisti su otto fratelli, hanno tolto i denti a tutta la bergamasca, tanto che da quelle parti si dice «se il tuo dente g’a il caroel devi andar da Caldaroel». Abbronzatura perenne, viso gioviale a fronte delle battute cattive («bisogna sparare sugli scafisti, usando cannoni o colubrine, poco importa»), [6] è un grande appassionato di rally: dicono che ai suoi tempi «vinceva anche se lo mettevi su una 112». [7] Nel 2000 gli venne concesso da Bpl un fido da 350 milioni di lire, mai utilizzato, scadenza l’anno successivo. Oggi sul conto c’è un fido di 13.000 euro, anche in questo caso non utilizzato. [5]. (fonti: [5] Mario Gerevini, Paolo Biondani, Corriere della Sera 17/12; [6] Gigi Padovani, La Stampa 20/7/2004; [7] Alessandro Trocino, Corriere della Sera 20/7/2004. Framm. 113817)

Con il ministro Roberto Calderoli i rapporti [di Giorgietti] non sono mai stati dei migliori (Giovanni Cerruti, ”La Stampa” 7/10/2004)

• 2005

Roberto Calderoli (ministro per le Riforme): «Le parole di Serra [sulla riapertura delle case chiuse] sono sacrosante» (Giovanna Vitale, "La Repubblica" 14/5/2005 - 15/5/2005)

Il ministro per le Riforme Roberto Calderoli ha di recente raccontato uno storico, anzi leggendario, aneddoto, riportato poi da Francesco Verderami sul Corriere della Sera, riguardante la formazione delle liste dei sottosegretari democristiani al tempo del manuale Cencelli e riferitogli - ha detto Calderoli - dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, (Corriere della Sera Magazine, Antonello Capurso 6/6/2005)

Al Quirinale Roberto Calderoli lo chiamano "il recidivo". [...]Basta scrollare un archivio per avere velocemente la conferma che Calderoli ha sparato pressoché su ogni punto della sagoma di Ciampi, lavorandola come fanno i poliziotti dei film americani quando si esercitano. E il ministro, qualche volta, ha sparato anche pallottole "dum-dum", tanto è vero che qualche mese fa i consiglieri giuridici del presidente arrivarono a prendere in considerazione, non si sa quanto seriamente, l’ipotesi di accusare Calderoli di "vilipendio" del capo dello Stato. Cavolo: il ministro aveva affermato nientemeno che Ciampi era andato in Cina a far "marchette". C’è da dire che l’odontotecnico padano non si è mai nascosto dietro un dito. Già cinque anni fa, il 31 maggio del 2000, Calderoli dichiarò solennemente al colto e all’inclita: "Io Ciampi non l’ho votato e ho fatto bene". Allora non era ancora ministro, ma il dossier delle sue contumelie al presidente era già abbastanza nutrito, riguardando temi come la magistratura e la questione della concessione della grazia. In questi casi - e al Quirinale lo hanno certamente notato - Calderoli, come vicepresidente del Senato, si spinse a livelli ai quali il ministro per la giustizia Castelli, che ha pure avuto duri scontri con Ciampi, non si è mai neppure azzardato ad avvicinarsi. Pertanto, quando si presentò senza calzini per la cerimonia del giuramento a ministro, Ciampi aveva già un’idea abbastanza precisa di che soggetto fosse. In quell’occasione fece emettere un algido comunicato nel quale si invitava chi venisse al Quirinale per cerimonie ufficiali a vestire "in modo appropriato". Nel primo incontro con Ciampi dopo quello, Calderoli si presentò con una fiammeggiante cravatta verde-ramarro, sapendo benissimo che la cosa avrebbe infastidito il presidente amante dei "simboli condivisi" della nazione. Eh, ma è proprio quello che a Calderoli non va giù di Ciampi: il suo amore per la patria. All’inizio di quest’anno il ministro commentò con queste parole il messaggio di fine anno del presidente: "Mi ha dato veramente fastidio quel suo continuo riferimento alla bandiera, all’inno, e quel suo patriottismo". Ma, quando vuole, Calderoli sa anche farsi paladino della costituzione. Infatti, nel gennaio 2004, ammonì Ciampi a non farsi "complice di un attentato alla Costituzione", dando la sua approvazione alla legge Boato sulla grazia, legge che Ciampi in realtà gradiva. Ma, scorrendo le agenzie, si scopre che, oltre alle numerose bordate sull’euro, Calderoli ha attaccato Ciampi sulla legge Gasparri ("E’ sceso in piazza con i girotondini"), sul dialogo con l’Islam ("Non ha visto le torri di New York e la metropolitana di Madrid?"), per non parlare poi delle riforme istituzionali. Infine, un mese fa, gli ha anche dato implicitamente del rimbambito, quando ha invocato un presidente di "una fascia d’età in cui si può dare il massimo". Ciampi è una persona moderata e molto rispettosa della Costituzione. Ma forse in questo momento sta rimpiangendo che la carta fondamentale non gli dia assolutamente alcuno strumento per revocare un ministro la cui nomina peraltro ha firmato. (La Stampa 06/06/2005, pag.2 Paolo Passarini)

’Fa rivoltare lo stomaco”[la Forleo], attaccò il ministro Roberto Calderoli. (Chiara Beria D’Argentine, ”La Stampa” 6/8/2005)

Al termine dei comizi, dopo l´inno italiano e israeliano, la folla inizia ad ammassarsi davanti ai cellulari della polizia che chiudono la via Nomentana a circa duecento metri dall´ambasciata iraniana. Qualche testa calda vorrebbe sfondare ma viene immediatamente allontanata. Se ne torna a casa anche il ministro leghista Roberto Calderoli, che invoca il pugno di ferro contro Teheran: «La fiaccolata è giusta ma i pazzi non si fermano con le sfilate dei politici». (La Repubblica 04/11/2005 pag.2 FRANCESCO BEI)

Piazza meticcia, l´ha chiamata «Il Foglio». Ognuno ha le sue ragioni per essere davanti a quel piccolo palco allestito su un camion messo di traverso. Ognuno fa gruppo con i suoi, ognuno ha la sua storia, anche le sue contraddizioni. Roberto Calderoli, per esempio, che invoca tolleranza zero per gli immigrati, specie se musulmani, è venuto a dire che bisognerebbe cacciare subito l´ambasciatore iraniano. (La Repubblica 04/11/2005, pag.4 Alessandra Longo)

«Qui di meticci ne vedo pochi» dichiara a un microfono il ministro leghista Calderoli [alla manifestazione contro il regime iraniano] (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 04/11/2005)

Meticciato religioso e poi meticciato politico, visto che la piazza è stata onorata dalla presenza super-bipartisan di Piero Fassino, Roberto Calderoli [...]. Calderoli era lì per caldeggiare l’espulsione dell’Iran dall’Onu (La Stampa 04/11/2005, pag.3 Mattia Feltri)

c’è anche un pezzo di tifoseria laziale di sinistra e ci sono gli ex pci di piazza Vescovio. I loro cori sono più da stadio. E il loro silenzio è rumoroso quando accoglie e circonda il ministro leghista Roberto Calderoli, l’unico esponente del governo italiano a spingersi in via Nomentana. (Il Manifesto 04/11/2005, pag.3 Michelangelo Cocco)

Chi invece non ha rinunciato a partecipare è il ministro leghista Roberto Calderoli, anche perché il suo ruolo di responsabile delle riforme lo rende infinitamente meno esposto dei ministri degli esteri e della difesa. (Il Manifesto 04/11/2005, pag.3)

il Senatùr nella sua casa romana ai Parioli il giorno della devolution, il 16 novembre, dove Calderoli e Tremonti si sfidarono ai fornelli con la pasta al pomodoro con la panna e la pancetta. (Roberto Bianchin, ”la Repubblica” 16/12/2005).

•2006

[Francesco Caruso] «se uno mi mette davanti Roberto Calderoli o un leghista come lui, io come volete che reagisca? Mi indigno, come tutti gli italiani» (Corriere della Sera 19/02/2006, Angela Frenda)

Magliette. Roberto Calderoli, che pochi giorni prima aveva definito Rula Jebreal, giornalista palestinese de La 7, ”quella signora molto abbronzata”, s’è fatto intervistare da Mimun per il Dopo Tg1 e a un certo punto s’è sbottonato la camicia e ha mostrato che sotto portava una maglietta su cui era stampata la prima pagina di France Soir, con le vignette danesi che hanno fornito il pretesto, nei giorni scorsi, per incendiare l’Islam. Il piccolo strip-tease, accompagnato da altre dichiarazioni provocatorie rilasciate nei giorni successivi, ha suscitato una nuova ondata di indignazione mediorientale, culminata in manifestazioni di folla davanti al consolato italiano di Bengasi, in Libia. La polizia ha sparato sui dimostranti, ha ucciso undici persone e Calderoli, che non la smetteva di rilasciare interviste, s’è dovuto dimettere su invito perentorio di Berlusconi. Era ministro per le Riforme e non è detto che questo incidente non ne rafforzi l’immagine presso gli elettori leghisti. Però, dentro la Casa delle libertà, le dimissioni imposte dal premier hanno suscitato la rivolta della Lega, che ha riunito di corsa il proprio Consiglio federale e ha minacciato di andar da sola alle elezioni. Intanto Berlusconi e Gheddafi si sono telefonati confermandosi l’amicizia dei rispettivi paesi, eccetera. Anche Prodi ha chiamato il colonnello. La Libia è un nostro importante fornitore di energia. Gheddafi, dopo gli undici morti, ha mandato via il suo capo dei servizi di sicurezza. Ma i disordini sono continuatiI: i funerali delle vittime di Bengasi si sono trasformati in una manifestazione anti-italiana: bandiere bruciate, slogan molto violenti contro di noi, nuovo assalto al consolato con saccheggio e sparizione dell’archivio storico. La Farnesina si prepara a richiamare in patria gli italiani che si trovano a Bengasi (Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair 22 febbraio 2006)

Pietro Citati. Racconta quanto lo ha deliziato mettersi davanti al televisore e vedere i pattinatori-ballerini delle Olimpiadi. Lo deliziava a tal punto – scrive – che «dimenticavo tutto: le noie, le mediocrità, gli errori della mia vita; dimenticavo perfino l´Iliade di Baricco, e la vasta e incomprensibile ottusità dei volti di Roberto Calderoli e di Alfonso Pecoraro Scanio». (La Repubblica 01/03/2006, pag.1-44 Alessandro Baricco)

[Andreotti] Poi di nuovo un passaggio a Palazzo Giustiniani, dove ha incontrato l’ormai ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che gli ufficializzava il riversamento dei quindici voti che, al primo turno, erano andati a Roberto Calderoli. (Mattia Feltri, La Stampa 29/4/2006)

Gianfranco Miglio sperava che, una volta raggiunta la Grande Riforma, la Lega sarebbe potuta diventare il ”partito repubblicano della seconda repubblica”, custode dei nuovi principi costituzionali. La riforma che ha perso il referendum non era ”grande”. Non l’aveva scritta Miglio, ma Calderoli. (Libero 29/06/2006, pag.1-9 Alberto Mingardi)

gli insulti resi celebri dal vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli: "Forza bingo bongo". (L’Espresso 07/09/2006, Fabrizio Gatti)

La «porcata» di Calderoli, benedetta da Berlusconi-Casini e tollerata da Fini-Follini, è stato forse l´atto politico più cinico e irresponsabile compiuto dal centrodestra. [...]Ricostituire quel legame minimo tra i candidati e il territorio che, attraverso il collegio uninominale, ha fatto per 13 anni la forza del maggioritario, prima della «porcata» calderoliana. (Massimo Giannini, la Repubblica 14/11/2006, pp. 1 e 9.)

[Lelio Luttazzi] Con chi non uscirebbe mai a cena? «Con Calderoli, la Lega non mi piace per niente». (Michela Tamburrino, La Stampa 6/12/2006, pagina 47.)

•2007

Martedì 23, data del rientro, la seduta è stata aperta alle 17,02 dal vicepresidente Roberto Calderoli. [...]Applausi dai gruppi Udc e Forza Italia. Calderoli si è rallegrato. [...]Alle 18,34, al termine di una sfacchinata di un’ora e trentadue minuti, Calderoli ha sciolto l’assemblea. [...]sul disdicevole protrarsi delle ristrutturazioni dei bagni senatoriali. Quelli maschili staranno chiusi tre mesi. «La situazione è grave», ha detto il senatore leghista Calderoli. (Mattia Feltri, La Stampa 1/2/2007, pagina 1)

Ma i riflettori nostrani, per lui [Roberto D’Alimonte], si sono accesi alla soglia dei 60 anni, con la proposta di modifica della legge elettorale che porta il suo nome. Proposta minimalista, si dice: nel senso che non stravolge il testo uscito dalla penna di Calderoli ma ne corregge cinque aspetti come il premio di maggioranza al Senato che diventa su base nazionale, e l’impossibilità di candidarsi in più collegi. (Lorenzo Salvia, ”Corriere della Sera” 7/1/2007).

Nel dicembre 2005 la Cdl varò un nuovo sistema elettorale, proporzionale con premio di maggioranza, definito dal suo stesso autore, il leghista Calderoli, «una porcata» (per questo si parla di ”porcellum”). (La Stampa 7/3/2007)

Mauro Fabris (Udeur) denuncia che si sta andando «verso un’intesa liberticida» tra il nascente Partito democratico e una parte della Cdl. Per questo Fabris annuncia che «liberi da vincoli di maggioranza valuteremo se presentare il testo condiviso con il collega Calderoli e con il cosiddetto tavolo dei volenterosi». (Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera 24/4/2007)

"bozza Chiti". Provocando l´irritazione dei "nanetti" dell´Unione e di Rifondazione. Roberto Calderoli, invece applaude, e oggi presenta la sua controproposta . (Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera 24/4/2007, ma indicato Silvio Buzzanca nel testo. Framm. 134864)
Il modello da cui partire – dice Bossi – è quello presentato da Roberto Calderoli. Modello secondo cui il premio di maggioranza si assegna solo alla coalizione che superi il 40 per cento dei voti. Se nessuno lo supera, il risultato è un proporzionale puro. (Il Foglio 27/4/2007)

Il presidente del Consiglio, secondo quanto ha rivelato il leghista Roberto Calderoli, ha garantito che la riforma elettorale sarà votata entro la fine di luglio da almeno un ramo del Parlamento. E questa sarebbe senz´altro una buona notizia, se non fosse che lo stesso Calderoli - l´indimenticato reo confesso dell´abominevole vigente legge elettorale, da lui stesso definita «la porcata» - ha spiegato che si partirà proprio dalla proposta che lui ha depositato per correggere la sua precedente invenzione. Cosa propone, adesso, Calderoli? Un sistema nel quale il 90 per cento dei seggi sono assegnati con la proporzionale, e il restante 10 per cento viene attribuito alla coalizione vincente con un listino nazionale nel quale l´elettore potrà dare anche una preferenza per il capo del governo. [...] basterebbe che il Parlamento cancellasse con un tratto di penna la legge’porcata di Calderoli (La Repubblica 30/04/2007, pagg.1-20 Sebastiano Messina)

[Vannino Chiti] fa quotidianamente il giro delle sette chiese di maggioranza e di minoranza, tra lo scaltro Calderoli e lo scaltrissimo e professorale Amato (Il Foglio 3/5/2007)

A febbraio 2007 è tra i sei ”obiettori” dell’Ulivo che si assentano dall’aula per far passare il ”trappolone” di Calderoli sulla base Usa di Vicenza. (Francesco Bei, ”la Repubblica” 13/7/2007).

Nel suo intervento sulla riforma della giustizia al Senato, Francesco Nitto Palma (Forza Italia) ha citato ”Natale a casa Cupiello” di De Filippo. «Peppiniello, te piace o’ presepe?», [...] il senatore leghista Roberto Calderoli, bergamasco, e corregge con accento padano-napoletano il collega: «Voglio ricordare a Nitto Palma che si chiamava Ninnillo e non Peppiniello». (la Repubblica 11/7/2007)

In assenza del Capo, assai malconcio in un letto d’ospedale, doveva pur toccare a qualcuno di guidare la Lega. L’ha fatto lui [Maroni]. Inventandosi l’asse con Calderoli e Castelli, lasciando soprattutto al primo il compito di presidiare il territorio. (Gianluigi Paragone, Libero 11/7/2007)

"Tiriamo pure le orecchie a Zaia perché correva ma elogiamo per i risparmi che ha già attuato rispetto ai costi della politica”. Lo dice il vicepresidente del Senato e leghista Roberto Calderoli che aggiunge: ”Zaia è stato multato perché era a bordo della sua auto e non di un’auto blu, lui infatti ha già cominciato a tagliando i costi all’auto blu, all’autista e pagando la benzina di tasca propria”» (’la Repubblica” 19/7/2007)
«Il sistema tedesco - spiega uno dei commensali di Gemonio, Roberto Calderoli - non c’è più. Come dice Bossi va bene per la Germania che è uno stato federale, non per l’Italia che non lo è. Il premio di maggioranza? Alla fine si tornerà alla mia proposta. L’indicazione del premier e della coalizione non bastano come garanzie. Dovrebbero essere inserite in Costituzione e ci vuole del tempo. E comunque non scongiurano il rischio che si presentino tre candidati a premier Berlusconi, Casini e Veltroni. Che Berlusconi prenda più voti di tutti, ma che abbia meno seggi della somma di quelli di Casini e di Veltroni. A quel punto sarebbe fottuto. L’unico modo per risolvere questo inconveniente è il premio» (Augusto
Minzolini, La Stampa 6/9/2007)

In agosto, quando la commissione europea ha chiesto lumi al governo Prodi sui privilegi fiscali del Vaticano, nell´ipotesi si tratti di «aiuti di Stato» mascherati, l´ex ministro Roberto Calderoli, già protagonista delle battaglie anticlericali della Lega anni Novanta, ha chiesto al Papa di «scomunicare l´Unione Europea». (Curzio Maltese, la Repubblica 28/9/2007, pagina 31.)

Per il Carroccio è uno choc. Per mesi la Lussana tace la relazione, perfino agli amici. E quando, nell’ultima cena ad Arcore Roberto Calderoli accenna alla liaison, in casa Berlusconi scende il gelo (Alessandro Trocino, ”Corriere della Sera” 8/8/2007)

come ha detto il leghista Roberto Calderoli alla Stampa – se Prodi non cadesse al Senato, un minuto dopo cadrebbe il centrodestra. (Francesco Verderami, Corriere della Sera 6/11/2007)

«Io sono come San Tommaso - spiegava ieri il leghista Roberto Calderoli, dopo aver parlato con il Cavaliere -: non ci credo finché non vedo. E adesso sono sicuro che Prodi cadrà e si spiattellerà sul terreno, come un ”caco” maturo». (Augusto Minzolini, La Stampa 10/11/2007)

strategia inaugurata anni fa a Lodi dall’ex ministro Roberto Calderoli e minacciata lo scorso mese a Bologna: «Abbiamo benedetto il territorio dove il sindaco vuole trasferire la moschea». [...]l’ex ministro Calderoli non torna indietro: «Ho fatto scuola, ho portato il mio maiale a Lodi nel 2001 e lì la moschea non l’hanno più fatta. A Bologna è bastato che minacciassi il pig-day perché si fermasse tutto. Adesso sto aspettando un maialino dei Nebrodi: lo porterò ovunque vogliano costruire moschee». (Alessandra Mangiarotti, Corriere della Sera 11/11/2007)

l’ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli che prima fa un gesto eloquente con l’avambraccio: «Oggi Cittadella ha dimostrato di avercelo duro!». Poi, dietro al palco, la sua previsione: «L’onda delle ordinanze che regolano il rilascio della residenza agli stranieri coinvolgerà anche il Sud». (Roberto Rizzo, Corriere della Sera 26/11/2007)

Con il consenso della maggioranza sono passati pure tre ordini del giorno del centrodestra: quelli del leghista Calderoli sulle risorse finanziarie per le attività delle forze dell’ordine, (La Stampa 05/12/2007, pagg.10-11 FULVIO MILONE, ANNA SANDRI, GIOVANNI CERRUTI)

 vero che il sindaco Formentini, su sollecitazione del compagno di partito Roberto
Calderoli, le ordinò d’impedire l’accesso a Palazzo Marino di Gilda, la cagnetta di Luigi Negri, cognato di Calderoli, e di sua moglie Elena, all’epoca consigliera della Lega, colpevoli d’aver tradito Bossi alleandosi con Berlusconi? (Il Giornale 09/12/2007, Stefano Lorenzetto)

Roberto Calderoli contro Paolo Ferrero: «Gli annunci fatti sul delicato tema dell’immigrazione sono stati accolti come una manna dal cielo da chi attendeva, sull’altra riva del Mediterraneo». (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 28/12/2007)

Alitalia. E il leghista Roberto Calderoli: «Cancellano la Padania: se volevano la guerra l’avranno». (CORRIERE DELLA SERA 29/12/2007 A.BAC.)

Ugualmente forte una dichiarazione del leghista Roberto Calderoli: « in atto un attacco organizzato nei confronti del Nord». (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport, 22/12/2007)

•2008

«Solo il fascismo, il comunismo e il nazismo avevano saputo fare di peggio. Il diritto a informare e a essere informati è un principio base della nostra democrazia, una democrazia che qualcuno vorrebbe immolare a difesa di una indifendibile immagine del governo», dice il leghista Roberto Calderoli. (Luca Ricolfi, La Stampa 12/1/2008)

Ecco come si vota con il Porcellum, il sistema elettorale messo a punto da Roberto Calderoli. (ItaliaOggi 30 gennaio 2008)

Con il sistema elettorale vigente, la cosiddetta legge porcata ideata da Roberto Calderoli alle elezioni 2006 fra camera e senato, c’è stato il minore numero di liste elettorali degli ultimi 20 anni. [...]La cosiddetta porcata di Calderoli ha dato un notevole premio di maggioranza alla Camera, ma al Senato le cose si sono complicate per due motivi [...]Ha provocato più frammentazione la nascita del Pd che la legge Calderoli. (ItaliaOggi 30 gennaio 2008, Franco Bechis)
[
intervista a Carolina Lussana] «Stando alla Lega, il vostro matrimonio. Calderoli non è venuto alla cerimonia di nozze sul Lago di Como». «Calderoli è stato molto affettuoso. Si è scusato dicendo che dopo il fallimento del proprio, non amava assistere ai matrimoni degli altri. Smentisco di avere avuto problemi con la Lega prima o dopo. Tutti hanno visto che nulla è cambiato e che sono la solita Carolina». [...]Oggi, con Bossi convalescente, siete guidati da Maroni-Calderoli, notoriamente cane e gatto (Il Giornale 11 febbraio 2008, Giancarlo Perna)

il programma del Popolo della Libertà, elaborato dai componenti dell’Officina[ ...] Chi sono gli estensori del decalogo? I componenti dell’Officina: Giulio Tremonti e Aldo Brancher per Forza Italia, Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno per Alleanza nazionale, Roberto Calderoli e Roberto Maroni per la Lega Nord. (Libero 23 febbraio 2008, Salvatore Dama)

Arrestato poco dopo, 5 ore più tardi era già ai domiciliari. Una ”concessione” che ha scatenato un’aspra polemica fra il leader del Pd ed ex sindaco di Roma Walter Veltroni e il coordinatore nazionale della Lega Nord, Roberto Calderoli. (Rinaldo Frignani, ”Corriere della Sera” 19/3/2008)

Per Roberto Calderoli «il destino di Alitalia era quello del fallimento», ma invece di portare i libri in tribunale, aggiunge il vicepresidente del Senato «si sacrifica Malpensa e con essa le possibilità di sviluppo del Nord». (Repubblica 17 marzo 2008, LUCIO CILLIS, FULVIO TOTARO, ETTORE LIVINI)

[Raffaele Lombardo] «Ammiro i leghisti. Sì, anche Calderoli. Hanno sempre portato a casa qualcosa per la loro terra». (ALDO CAZZULLO, Corriere della sera 23 marzo 2008)

Gli immigrati non portano ricchezza a un Paese, anzi ne limitano lo sviluppo economico e compromettono il benessere dei cittadini che li accolgono. Lo afferma un rapporto che sembra scritto da Mario Borghezio e Roberto Calderoli, ma che porta invece le firme di alcuni dei più autorevoli esponenti della Camera dei Lords (La Stampa 2 aprile 2008, VITTORIO SABADIN)

I ministri del prossimo governo dovrebbero essere questi: Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Vicepresidenti del Consiglio Gianni Letta (Forza Italia) e Roberto Calderoli (Lega) [...] (Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair 23 aprile 2008)

«Se Calderoli ridiventasse ministro del prossimo governo Berlusconi si avrebbero ripercussioni catastrofiche nelle relazioni tra l´Italia e la Libia». Così Saif El Islam Gheddafi, figlio del leader libico Muammar Gheddafi. [...]A far da contorno alle esternazioni di Gheddafi jr è una nota della stessa agenzia Jana, che senza mezzi termini definisce Calderoli «il vero assassino dei cittadini libici morti» a Bengasi il 17 febbraio 2006. [...]Se il diretto interessato, Calderoli - designato ministro per l´attuazione del programma di governo (con delega alle riforme) - sceglie ora la linea della diplomazia («la scelta della squadra di governo spetta a Silvio Berlusconi che ha avuto mandato dal popolo che è sovrano, partendo proprio dalle indicazioni che quel popolo gli ha fornito») (Paolo Berizzi, la Repubblica 3/5/2008)

l´ambasciatore libico a Roma, Hafez Gaddur, ha letto e rilanciato il comunicato con cui Saif Gheddafi condanna la possibilità di rivedere Calderoli ministro [...]Roberto Calderoli si presentò in televisione il 15 febbraio del 2006, aprì la camicia e fece vedere una maglietta con stampate le vignette «blasfeme», Maometto con turbante a forma di bomba a mano. Erano i mesi delle vignette anti-islamiche pubblicate dai giornali danesi, il mondo arabo era in fiamme contro la piccola Danimarca. Dopo la comparsata di Calderoli, una folla il 17 febbraio attaccò il consolato italiano a Bengasi. [...]Gheddafi, costretto a reprimere nel sangue l´assalto al consolato italiano, non poté fare a meno di rilanciare attaccando il governo Berlusconi, chiedendo riservatamente e pubblicamente un segnale forte, le dimissioni di Roberto Calderoli. [...]Il mondo arabo è pronto invece a nuove accuse e nuove proteste, e il caso Calderoli potrebbe essere solo un pretesto. (Vincenzo Nigro, la Repubblica 3/5/2008)

improvvisa levata di testa che la Libia riserva a Roberto Calderoli ministro -[...] I libici sono abituati a trattative estenuanti. Calderoli è solo una scusa. (Libero 4 maggio 2008, OSCAR GIANNINO)

Quindi questi ministri senza portafoglio sarebbero?[...] Roberto Calderoli (Lega) alla Semplificazione, quella che ieri abbiamo chiamato Delegificazione. un ministero completamente nuovo e sarà interessante vedere come si muoverà Calderoli, che Gheddafi e la Lega araba, quindi, non sono riusciti a tenere fuori dal governo. (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport, 8 maggio 2008)

E almeno un occhio, con l’arrivo della bella stagione, sempre si butta ai piedi del ministro Roberto Calderoli, per anni apertamente ostile al calzino in presenza dell’afa. (Il Foglio 7 giugno 2008, Stefano Di Michele)

Col telefonino puntato, presero a fotografare i lestofanti. «Non si può», disse il presidente di turno, Roberto Calderoli. E a chi gli faceva notare che il regolamento non proibisce di scattare istantanee, Calderoli rispose che il regolamento non si occupa di tutto: «Non c’è bisogno di scrivere sopra che il senatore Livio Togni, che fa il domatore, non può portare una tigre in aula». (Mattia Feltri, La Stampa 11/6/2008, pagina 1.)

A subire la stessa sorte sono altri 3.573 provvedimenti legislativi che, loro malgrado, andranno ad alimentare il falò promesso dal ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. Che però sarà di dimensioni molto più contenute rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi dallo stesso ministro. Alla fine, sotto il bisturi dell’ex chirurgo leghista passeranno poco più del 50% delle 6mila leggi date per soppresse.
Calderoli conta di recuperare in corsa. Con tutta probabilità in Parlamento sarà presentato un emendamento al decreto per sfoltire di altri mille testi la giungla legislativa e superare così quota 4mila abrogazioni. [...]A cadere sotto il bisturi di Calderoli è anche un provvedimento del 1899, lontano negli anni ma vicino alla realtà quotidiana dei pendolari visto che disciplinava gli interventi di polizia ferroviaria riguardanti i ritardi dei treni. (Marco Mobili Marco Rogari, Il Sole-24 Ore 25/6/2008, pagina 16)

tante norme anacronistiche cadute sotto l’accetta del Grande Semplificatore, ovvero il ministro Roberto Calderoli, che si è divertito come un matto a tagliare, «più di quando facevo il chirurgo». [...]Tra un po’ toccherà agli enti inutili, finire sotto la ghigliottina di Calderoli, probabilmente a dicembre. (Paolo Bracalini, il Giornale 26/6/2008, pagina 8.)

Roberto Calderoli, contro il quale Gheddafi e la Lega araba avevano fatto campagna, ha chiesto scusa prima della nomina e ha così ottenuto l’okay anche di Gheddafi (Calderoli, al tempo delle vignette danesi, s’era sbottonato la camicia durante un’intervista al Tg1 e aveva mostrato una maglietta decorata da una delle vignette anti-islamiche: l’esibizione aveva provocato manifestazioni di protesta in Libia e una decina di morti). (Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair 14 maggio 2008)

un conciliante Roberto Calderoli: «I rilievi del Quirinale? Tutto risolto, si farà come chiede». (Alessandro Barbera, La Stampa 27/7/2008)

Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli è avvisato. Mentre lui sforbicia qua e là leggi ed enti inutili, altri colleghi si danno da fare per crearne di nuovi, spinti da chissà quali urgenze. (Il Giornale 31 luglio 2008, Paolo Bracalini)

Roberto Calderoli ( in un’intervista): «il federalismo non vuole penalizzare nessuno, ma punta a togliere penalizzazioni a chi ha». Su chi gravano le «penalizzazioni» da rimuovere? «Mettiamola così, un magistrato del Nord che lavora al Nord bisogna farlo cercare da Chi l’ha visto?». (Mario Sechi, Panorama 14/8/2008, pagina 56.)

Raffaele Lombardo, viceré berlusconiano in Sicilia, c’è andato giù duro. [...] Subito dopo, però, ha annunciato che tratterà con il ministro leghista Roberto Calderoli, artefice del federalismo fiscale prossimo venturo, il modo per salvaguardare il fiume di denaro pubblico che affluisce nell’isola, facendone la regione più assistita d’Italia. [...]Oggi, dunque, sul tavolo restano due ipotesi. La prima è stata firmata dal ministro Calderoli, la seconda dalla Conferenza delle regioni guidata dal presidente emiliano Vasco Errani. Entrambe, in attesa dei colloqui che partiranno a fine mese, evitano di indicare quante risorse passeranno concretamente dal controllo statale a quello delle regioni. Già oggi, tuttavia, è possibile identificare alcuni snodi cruciali. Il cardine del sistema Calderoli, che verrà presentato in Consiglio dei ministri il 12 settembre con la supervisione del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è l’abbandono del costo storico dei servizi come criterio per determinare i budget. [...]Se per l’istruzione, inserita da Calderoli nel suo testo ma non dalle regioni, mancano del tutto dati regionali [...]L’idea di Calderoli è prendere le tre regioni migliori e calcolare che fetta di tasse devono trattenere per sostenere la loro spesa. [...]Le tre regioni migliori - ipotizzate secondo le schema Calderoli - sarebbero dunque Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. [...]Non tutti, però, sono convinti che il meccanismo studiato da Calderoli possa reggere alle pressioni che arriveranno dai partiti. (Luca Piana, L’espresso 21/8/2008)

I ben noti vizi nazionali che Brunetta sta cercando almeno di limitare sono estesi- forse più nascosti, non meno eclatanti_ a livello locale, e non è un bel segnale quello offerto da una Regione della celebratissima Padania, guidata da un uomo che si sente quasi alla guida del principale partito del Nord. Non giunge a sproposito però il caso, perché proprio alla vigilia del dibattito parlamentare sulla bozza di riforma federalista annunciata da Roberto Calderoli, diventa evidente come vizi e virtù non abbiano per principio dislocazione geografica naturale. (Franco Bechis, ItaliaOggi 20/8/2008, pagina 1)

Insomma, il pericolo è in buona parte rientrato, ma la trattativa non è del tutto blindata. Sul punto, ieri, la Lega ha usato toni concilianti. Il ministro per le riforme, Umberto Bossi, il collega alla semplificazione, Roberto Calderoli, e il capogruppo del Carroccio alla camera, Roberto Cota, seppur con sfumature diverse, hanno espresso un giudizio positivo sul decreto legge sfornato dal consiglio dei ministri. [...]In ogni caso, nonostante la disponibilità del governo, in particolare per quanto riguarda l’allungamento della concessione, non è scontato che tutto possa finire bene. Lo stesso Calderoli, del resto, ieri ha precisato che una delle conseguenze del decreto sarà la riapertura del tavolo con Sea sulla sorte di Malpensa. (Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 29/8/2008, pagina 5)

E accusa più o meno simile - con termini, ovviamente, più consoni a un’era di pace - è stata rivolta a Franco Bassanini che, dopo esser entrato nella Commissione Attali voluta da Sarkozy, si è detto disponibile a bissare l’esperienza a Roma, assieme a Giuliano Amato. Analogo anatema è toccato a qualche sindaco democratico apparso troppo disponibile (quando non entusiasta) al confronto proposto dal ministro Calderoli sulla sua mutevole e inafferrabile «bozza federalista». (Federico Geremicca, La Stampa 30/8/2008 pagina 1)
Per non parlare di quei dicasteri, tutti senza portafoglio, che non hanno nemmeno un sito internet. Parliamo delle Politiche giovanili di Giorgia Meloni, dei Rapporti con il parlamento di Elio Vito e della Semplificazione normativa di Roberto Calderoli. (Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 5/9/2008, pagina 6.)

Da domani Fitto farà un passo indietro. Al Foglio ha infatti spiegato - che trovata l’intesa sul disegno di legge delega con Roberto Calderoli - «si comincerà a discutere di numeri», e «sarà il momento in cui entrerà in gioco Tremonti». (Francesco Verderami, Corriere della Sera 13/9/2008, pagina 10)

Domenica scorsa, alla Festa democratica, sono andati a parlare Bossi, Tremonti e Calderoli. «Il federalismo fiscale» hanno detto «bisogna farlo insieme». Applausi. (Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair, 27 agosto 2008)

Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione: «La Ue è stata creata per aiutare i Paesi membri, non per ostacolarli nella soluzione dei problemi e delle emergenze ». (Luigi Offeddu, Corriere della Sera 21/10/2008)

Ma come fecero due milioni di persone a entrare nella piazza San Giovanni per la manifestazione della destra del 2 dicembre 2006 contro Prodi? Eppure il numero dei presenti [...] fu ripetuto da Roberto Calderoli, [...] (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 29/10/2008)

Anche quella norma, come altre migliaia, è caduta sotto il bisturi del ministro-chirurgo Roberto Calderoli. [...] Stiamo parlando di un corpo normativo di proporzioni ciclopiche. Mentre uno Stato europeo in media ha 5-8 mila leggi, Calderoli ne ha trovate qua e là qualcosa come 450mila, «più cerco e più ne trovo!» dice il ministro, quasi divertito dal lavoro di forbice. In questa operazione è riuscito a coinvolgere anche due esponenti del Pd, Franco Bassanini e Giuliano Amato. Un inedito ruolo da «pontiere» tra centrosinistra e centrodestra per il focoso colonnello della Lega, che in un’intervista all’Eco di Bergamo ha raccontato di sentirsi come Dr Jekyll e Mr Hyde, «perché da fuori sembro cattivo ma poi chi mi conosce sa come lavoro». (Paolo Bracalini, Il Giornale, 27/11/2008, pag. 15)

presto cambieranno anche le regole della Borsa elettrica. Dove il governo «ha scoperto con sorpresa», dice Tremonti, che il prezzo dell’energia viene determinato sulla base dell’ultima offerta e dove, per usare le parole usate ieri dal ministro Roberto Calderoli, «c’è sempre un Pierino che a fine giornata butta su i prezzi». [...] . Così la bolletta elettrica schizza in alto, «e certi si sistemano – dice Calderoli – per tutte le generazioni a venire». E sparirà anche la separazione territoriale del mercato. «Al Nord un megawatt costa 82, ma in Sicilia ne costa 156. Non è una questione Nord-Sud: perché in Calabria costa 91 euro. E questo è davvero molto molto curioso» conclude Calderoli. (Mario Sensini, Corriere della Sera 29/11/2008)

E´ la seconda volta che il governo Berlusconi sforbicia le leggi inutili. Un precedente decreto, a giugno, fece un falò di 3.300 norme ormai superate. Solo che il ministro Roberto Calderoli, quella volta, si sbagliò e ne mandò in pensione una trentina che erano ancora necessarie. Oggi, un decreto del pentimento le riporterà in vita. All´inferno e ritorno, dunque. (Aldo Fontanarosa, la Repubblica, 18/12/2008, pag. 22)

La legge elettorale con cui si vota ad aprile è quella voluta da Casini e firmata dall’allora ministro Roberto Calderoli. La legge, il cosiddetto Porcellum, prevede, oltre agli sbarramenti, un sistema proporzionale corretto con un premio di maggioranza alla coalizione che ottiene più voti, senza possibilità di indicare preferenze. Considerata da molti come fonte insanabile di instabilità governativa (soprattutto al Senato), una sua possibile modifica aveva dato inizio a una lunga trattativa tra maggioranza e opposizione (bozza Vassallo, bozza Bianco, bozza Calderoli ecc.). Il Parlamento, caduto Prodi, non ha più raggiunto un accordo. (Annuario Panorama 2008)

Roberto Calderoli, contro il quale Gheddafi e la Lega araba avevano fatto campagna, ha chiesto scusa prima della nomina e ha così ottenuto il via libera anche di Gheddafi, nonostante un minaccioso comunicato del ministero dell’Interno libico la sera stessa del giuramento (Calderoli, al tempo delle vignette anti-islamiche danesi, s’era sbottonato la camicia durante un’intervista al Tg1 e aveva mostrato una maglietta decorata da una delle vignette: l’esibizione aveva provocato manifestazioni di protesta in Libia e una decina di morti). (Annuario Panorama 2008)