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 2010  luglio 19 Lunedì calendario

L’AVVOCATO COL PALLONE NEL SANGUE

(avvocato sportivo)-
Lo sport è una passione di famiglia che si gioca a tutto campo, dai templi del calcio internazionale alle aule di tribunale. Pierfilippo Capello avvocato, si occupa di diritto sportivo dal 1999. Un amore ereditato dal padre, ex calciatore e allenatore dei principali club italiani, attualmente commissario tecnico della nazionale inglese. A suggerire la carriera forense ha contribuito anche papà Fabio che, arrivato al campo di calcio per vedere come si muoveva il figlio, nel dopo partita gli disse: «Pierfilippo, se ti vuoi divertire va bene, ma per poterci mangiare non basta», racconta Capello riconoscendo, a distanza di tempo, che è andata molto meglio così. Dopo la laurea in giurisprudenza alla Cattolica, nel 1999 è entrato nello studio legale Guardamagna e associati e dal 2004 è anche partner.
Negli anni ha assistito numerosi atleti coinvolti in procedimenti antidoping davanti alle commissioni disciplinari di diverse federazioni fino alle discussioni al Tas di Losanna, il tribunale arbitrale dello sport, paragonabile alla Cassazione della giustizia ordinaria. Tra i suoi clienti ci sono calciatori, ciclisti, e ancora campioni della pallanuoto, del golf, maratoneti, mezzofondisti, velocisti. L’esperienza lo ha portato a sviluppare la sport branch dello studio occupandosi di problematiche connesse non solo al doping ma anche alla contrattualistica.
Il panorama dello sport è molto cambiato e anche gli avvocati si sono dovuti aggiornare con le nuove esigenze dei clienti. «Una volta era semplice: da un lato c’era l’atleta, dall’altro la società. Da quando ci sono le sponsorizzazioni, il merchandising, i diritti televisivi, le campagne pubblicitarie i volumi degli affari sono aumentati e il ruolo dell’avvocato sportivo ha iniziato ad assumere una connotazione precisa e a diffondersi negli studi come figura specifica».
Il giro di boa lo ha segnato la legge 91 del 1981 che traccia il profilo dello sportivo professionista, una figura da tutelare a 360 gradi proprio come un imprenditore o un libero professionista. «La materia è in continua evoluzione e bisogna tenersi sempre aggiornati», commenta Capello che collabora stabilmente con il master in diritto sportivo dell’Università statale di Milano, coordinato dal professore Lucio Colantuoni e dedicato agli avvocati che vogliono approfondire la materia; inoltre tiene il corso di specializzazione in gestione sportiva dell’Università Cattolica di Milano e un altro corso all’università di Parma.
«Un altro paletto fondamentale della materia è l’evoluzione del concetto di doping, ovvero l’assunzione di sostanze per modificare la prestazione atletica. In passato era classificato come illecito sportivo, dal 2003 è diventato reato di doping con procedimento penale, ciò significa che a rispondere non è più l’altleta singolo, ma anche tutte le persone che hanno contribuito dal fornitore delle sostanze, ai medici, fino alle società. Inoltre le indagini sono svolte dai Nas e dalla polizia giudiziaria».
Capello in passato ha seguito nomi importanti dello sport, atleti del calibro di Alessandro Petacchi, il ciclista coinvolto in una vicenda di doping per l’utilizzo di un bronco dilatatore per l’asma, e messo sotto l’esame del Tas. Un altro nome legato al giovane avvocato, per cui ha seguito le vicende contrattuali, è quello di Walter Zenga, ex portiere dell’Inter, poi allenatore con esperienze in Serbia, Romania, Turchia, Emirati Arabi, per poi tornare in Italia al Catania,Palermo, e oggi impegnato in Arabia saudita come Ct dell’Al-Nassr.
Capello dedica la sua vita privata alle sue due bambine e ad attività no profit. Dal 2001 è presidente della Fondazione Mario Schifano, Ms Multistudio che opera nel mondo dell’arte contemporanea. «Schifano è stato molto prolifico nella sua vita e purtroppo ci sono anche molti falsi, lo scopo della fondazione è contribuire all’attività di archiviazione delle Opere del Maestro attraverso ricerche e analisi per verificare l’autenticità dell’opera». Un altro progetto che sta molto a cuore all’avvocato è l’Associazione Tavolo8 onlus che gestisce operazioni umanitarie in Africa dal 2005, dal 2009 con il supporto dell’Onu e con il patrocinio del comune di Milano.
«Il nome riprende il numero del tavolo del ristorante che da tempo frequento con alcuni amici. Qui abbiamo deciso di dare vita ad un’attività che potesse aiutare i meno fortunati con il fund raising. Negli anni siamo riusciti a finanziare materiale scolastico e a portare un’incubatrice in orfanotrofio in Senegal, in Africa. Adesso stiamo lavorando per realizzare un centro medico in Mali, i membri dell’associazione si occuperanno di portare personalmente i materiali a destinazione. un impegno che si deve pianificare nei dettagli per mesi prima della partenza ed è finito solo quando vedi il sogno diventare realtà».