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 2010  luglio 19 Lunedì calendario

BROWNBACK Samuel

• Garnett (Stati Uniti) 12 settembre 1956. Politico. Senatore repubblicano • « stato eletto al Senato americano in nome delle ”tre R”: Reduce (limitare il potere del governo federale); Reform (il Congresso) e Return (ai valori tradizionali) [...] ha tutti i crismi del mattatore della destra cristiana: viene dal Kansas, è contrario all’aborto e al matrimonio omosessuale (i liberal lo chiamano ”Brownback Mountain”) e ha proposto la legge più restrittiva sulla fecondazione artificiale (Leave No Embryo Behind). [...] Rolling Stone lo chiama ”il senatore di Dio”. Ma Brownback è un idealista contrario alla pena di morte e una parte dei repubblicani lo considera un po’ troppo progressista. il politico che si è speso di più contro il genocidio in Darfur, l’Aids in Africa, il regime comunista di Pyongyang (’se l’inferno è l’assenza di Dio, la Corea del nord ne è la cosa più vicina sulla terra”), i mullah iraniani e per una legge contro il traffico sessuale. Gli stanno stretti i panni del destrorso. Brownback ha invitato i colleghi a fare un viaggio educativo in Ruanda (’viaggi dell’impatto”, così li chiama) e propone da anni una riforma del sistema penitenziario per la riabilitazione dei condannati. Ha finanziato la nascita del più grande museo afroamericano d’America, ma solo dopo aver chiesto scusa ai nativi americani per i massacri dei coloni (Vittorio Zucconi su Repubblica lo chiamò per ben due volte ”Schiena Marrone”, pensando fosse figlio di nativi). Però ha chiesto di abolire i fondi federali a sostegno delle attività commerciali delle minoranze. Difende la famiglia naturale perché, dice, ”è il modo migliore per ridurre la povertà”. Figlio di una famiglia di pionieri del mondo evangelico, è cresciuto a Osawatomie, un centro dell’abolizionismo. Ma suo padre, più che a Cristo, pensava al prezzo del grano. Brownback è uno studioso di William Wilberforce, riformatore inglese nemico della schiavitù. Per esserne all’altezza, si è impegnato a debellare le varie forme di giogo islamista che infestano l’Africa. Dopo la scoperta di un melanoma nel 1995, si è convertito al cattolicesimo (battezzato in una chiesa dell’Opus Dei). Va in chiesa due volte la settimana, una con rito cattolico tradizionalista, un’altra protestante: la famiglia è rimasta evangelica (benvenuto in America). un assiduo frequentatore dei circoli del femminismo cristiano, insieme con la moglie di Samuel Alito, e degli attivisti di colore, particolare che lo distingue dal ”wasp” che vive nella cintura della Bibbia. ”L’entusiasmo nel salvare i bambini nel Darfur, al pari dei feti in Kansas, rendono il suo conservatorismo sociale accettabile per i moderati”, scrive l’Economist. [...] Il repubblicano Tom Tancredo lo ha accusato di essere liberal perché pro immigrazione. Nel 2001 Brownback ha proposto un emendamento per proibire l’offesa alla bandiera. Deve molto alla benedizione ricevuta da Harold Bredesen, l’uomo che ha pregato con più presidenti, a cominciare da Reagan nel lontano 1970 [...] piace anche per la voce da baritono, distante, calda, e perché non ha la retorica dell’odiatore di professione, come l’antipornografo Jerry Falwell. Ha anche un suo coté libertario: ha proposto di abolire il dipartimento dell’Istruzione, del Commercio e dell’Energia, lasciando agli stati il diritto di legiferare contro ”l’ingerenza di Washington”. Studia regolarmente la Torah ogni settimana con un vecchio rabbino di Brooklyn, rav Nosson Scherman. Quando Harriet Miers ritirò la sua candidatura dalla Corte suprema, i giornalisti dettero la caccia per giorni a Brownback. ” l’uomo che l’ha fatto”, disse il senatore McCain indicando l’idealista del Kansas. Quanto alla separazione tra stato e chiesa, ironizza che andrebbe ribattezzata ”rimozione della chiesa dallo stato”. Si capisce perché i liberal non fatichino ad allearsi con lui: ha chiesto, per esempio, che le compagnie farmaceutiche spendano i fondi per la ricerca contro Aids e malaria, anziché in Viagra e Prozac. ”In Europa la campagna sull’Aids è diretta da una rock star irlandese, che parla come uno scaricatore di porto – scrive l’Economist – In America i leader sono personaggi come Brownback o Colson, un cristiano rinato che è stato in carcere in seguito allo scandalo Watergate. Entrambi direbbero probabilmente a Sir Bob Geldof di tagliarsi i capelli”» (Giulio Meotti, ”Il Foglio” 8/4/2006).