Davide Paolini, Il Sole-24 Ore 19/7/2010;, 19 luglio 2010
I DADI DEL MONOPOLI PER SCOPRIRE LE VIE DEL GUSTO
Udite,udite!I sindaci d’Italia sono sul piede di guerra e chiamano a raccolta i cittadini. Non c’è tempo da perdere, la situazione è scottante e scivolosa come l’asfalto che si squaglia molle sotto le scarpe nei pomeriggi estivi. La posta in gioco è alta e tutti vogliono mettere le mani sul titolo più ambito: Miss Parco della Vittoria. Ma c’è anche chi, pur di esserci, sarebbe disposto ad accettare il premio di consolazione, un palchetto in Vicolo Corto di fianco alle Probabilità, vedi mai che poi si riesce a passare al Vicolo Stretto.
La frenesia che in questi giorni sta attraversando i comuni si chiama Monopoli, ed è stata scatenata dalla decisione di cambiare nomi alle caselle del famoso gioco da tavolo, sostituendoli, attraverso un sondaggio online, con quelli di alcune fra le più rappresentative città dello stivale.
Mi fermo a riflettere su quali potrebbero essere le mie favorite. Non me ne vogliano le amministrazioni comunali, ma io non ne sceglierei nessuna delle loro. Capitali della moda e dell’arte hanno già il loro posto fisso nelle guide turistiche e nei circuiti-viaggio più conosciuti. Per me quelle postazioni dovrebbero andare ai giacimenti gastronomici, soste appetitose dai nomi golosi, luoghi in cui la tradizione culinaria nazionale ha lasciato un segno così forte da essere indissolubilmente legata al suo territorio, ma che, ahimè, sono ignorati dal turismo convenzionale.
Ecco, io voglio lanciare i dadi e far planare il mio fiaschetto segnaposto sopra i Monti della Pitina e le Valli del Formai de Mut per poi atterrare sul Mare delle Acciughe di Monterosso. Magari sui Campi del Peperone di Senise o nelle Terre dei Pomodori Prunilli non ci piazzerei un albergo ma una bella azienda agricola. Se mai mi capitasse di passare dal Parco Nazionale della Ricotta al Fumo di Ginepro o nella Foresta del Raviggiolo ci metterei un caseificio artigianale dove gli altri concorrenti, invece di pagare il soggiorno, sono invitati a una degustazione di formaggi. E la casella del Caviale di Crucoli dovrebbe avere il colore rosso del peperoncino e il profumo dolce del mar di Calabria. Così il muoversi sul tabellone sarebbe un vero e proprio cibovagare tra i piaceri d’Italia, un’anticipazione di un viaggio reale dei gastronauti alla scoperta di sapori perduti o mai conosciuti, di itinerari non solo belli ma anche buoni. Con un unico augurio, quello di non pescare la carta della Quaresima!