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 2010  luglio 19 Lunedì calendario

BUCAREST REGALA PASSAPORTI: MOLDAVI PRONTI A INVADERCI

Siamo in 28 e manco lo sa­pevamo. A regalare all’Unio­ne europea il suo ennesimo, invisibile e indesiderato Pae­se membro ci pensa Bucarest. Che- tanto per non sbagliare ­ci aggiunge anche un corolla­rio di migranti allo sbando. Per capirlo basta farsi un giro nel quartiere delle ambascia­te di Chisinau, la capitale del­la Moldavia, il più derelitto Pa­ese europeo, un residuato d’impero sovietico dove l’eco­nomia non supera gli stan­dard di quella del Sudan. In quella miseropoli dimentica­ta, famosa un tempo solo per i traffici d’auto rubate e le ragaz­ze destinate ai mercati della prostituzione, la gente passa le giornate in fila davanti al­l’ambasciata di Bucarest. Lì per ordine del presidente ro­meno Trian Basescu si sono aperti i confini di un Nuovo El­dorado. Lì lavora a pieno rit­mo la macchina del perverso laboratorio destinato a creare la Grande Romania. Lì è in pie­na incubazione il nuovo flagel­lo che spingerà in Italia e negli altri Paesi dell’Unione nuove orde di derelitti. Negli uffici dell’ambasciata i funzionari sfornano a tutto spi­ano nuovi passaporti romeni capaci di garantire ai moldavi il diritto di libera circolazione in Italia e negli altri 27 Paesi dell’Unione.Fino a oggi la poli­tica di Bucarest ha regalato il magico documento a oltre 120mila moldavi. Ma è solo l’inizio. Per imprimere mag­gior lena alla moltiplicazione dei moldavi con passaporto ro­meno Bucarest ha appena fat­to aprire due nuovi consolati nella città di Balti a nord e in quella di Cahul a sud. Tutto è pronto, insomma, per il mira­colo destinato, a regalare al­l’Italia e all’Unione europea 800mila indesiderati turisti al­la ricerca di lavoro o attività succedanee nel settore del cri­mine.
Il sortilegio che promette di trasformare i 3,6 milioni di moldavi in un’appendice del­la Romania - e in un nuovo di­sastrato angolo d’Europa- ini­zia un anno fa. Dopo le conte­state elezioni del luglio 2009 quattro partitini riuniti sotto il nome-miraggio di Alleanza per l’integrazione europea rie­scono a sconfiggere l’egemo­ne Partito comunista soprav­vissuto al crollo dell’Unione sovietica e a formare un nuo­vo governo. Dietro quella vitto­ria si nasconde la regia accor­ta di Bucarest, lo zampino del loro discusso presidente e il so­gno che i nazionalisti romeni più moderati chiamano ”futu­ro comune” e i meno discreti ”Grande Romania”. Le radici del sogno risalgono alla fine della prima guerra mondiale quando la piccola Moldavia, allora chiamata Bessarabia, sfugge al controllo bolscevico facendosi annettere dalla Ro­mania. Ma alla fine della se­conda guerra mondiale la Grande Romania si sgretola e la Moldavia viene annessa al­l’Unione Sovietica. La rinasci­ta di quel sogno rischia- 65 an­ni dopo - di rivelarsi fatale per l’Unione europea e per un’Ita­lia già oggi meta privilegiata di tanti clandestini moldavi.
Nel frattempo il governo dell’ Alleanza per l’integrazione eu­ropea se­mbra anelare all’assi­milazione forzata. Nove dei 53 ministri di Chisinau esibisco­no già ora un passaporto rome­no e altri 11 sono in attesa di ottenerlo. Il nuovo documen­to non serve certo a favorire la libertà di circolazione tra i due Paesi fratelli. A quello c’han­no già pensato i decreti con cui sono stati di fatto cancella­ti i controlli di frontiera rega­lando totale libertà di movi­menti ai moldavi residenti in una fascia di 30 chilometri dal confine tra i due Paesi. Grazie ai nuovi passaporti tutto è in­vece pronto per il nuovo balzo verso Occidente. E così, men­tre Bruxelles sta a guardare, la Moldavia è già tra di noi.