EMILIO RANDACIO, la Repubblica 19/7/2010, 19 luglio 2010
LE TELEFONATE DI CARBONI A MARCELLO "VOGLIAMO COSENTINO GOVERNATORE" - ROMA
Non c’erano impegni che tenessero. Marcello Dell’Utri, per Flavio Carboni, era sempre disponibile. Persino mentre era in clinica, reduce da un piccolo intervento, nel gennaio scorso, il faccendiere sardo poteva chiamarlo, informarsi preliminarmente sulle sue condizioni di salute, e poi insistere per fissare urgentemente un incontro. C’era da aggiornarlo sulle pratiche sarde sull’eolico, ma c’era anche da sapere come andava il "totonomine" sui governatori. E, i due, oltre che ad avere un rapporto estremamente confidenziale, si incontravano anche con una regolare frequenza. Come succede lo scorso 9 febbraio. proprio l’uomo d’affari ad andarlo a prendere alla stazione Termini, mentre torna da Milano. I due, inizialmente, non si riescono a trovare. «Dove sei?», chiede al telefono il senatore, mentre i carabinieri dei Ros intercettano il dialogo via cavo. «Sono vicino alla motrice», risponde al cellulare Carboni, «binario 9». La successiva conversazione tra i due non viene captata dagli investigatori. Ma il contenuto del colloquio, lo si deduce dalla telefonata fatta poco dopo da Carboni ad Arcangelo Martino. Sono giorni frenetici per conoscere i candidati alle elezioni regionali del marzo successivo. La "P3", dopo aver puntato tutto su Nicola Cosentino, nel frattempo travolto dalle disavventure giudiziarie, cambia "cavallo". Il nome di Caldoro (poi effettivamente candidato), è ancora in bilico.
Carboni, «che evidentemente ha appena visto il Dell’Utri», riferisce a Martino «che tale Cesare verrà informato solo domani perché non c’è». L’uomo d’affari sardo, prosegue «dicendo di aver saputo (evidentemente dal Dell’Utri) che le notizie circolanti sul Caldoro, iniziano a far vacillare la sua candidatura e che la scelta potrebbe quindi cadere sull’uomo segnalato dallo stesso Martino, ovvero Gianni Lettieri (presidente degli industriali campani, ndr )». sempre il gruppo di Carboni, sostiene oggi l’accusa, ad aver tentato di screditare l’onorabilità di Caldoro, con un’azione di dossieraggio che si è dimostrata falsa.
L’opera di accerchiamento per "suggerire" il nome dell’aspirante governatore della Campania ai vertici del Pdl, è un’operazione che parte da lontano. Il 17 ottobre 2009, in una conversazione diretta con Dell’Utri, Carboni è insistente nel chiedere notizie «sul candidato». Il senatore del Pdl è in partenza per raggiungere Cagliari, sembra per parlare degli appalti sull’eolico. «Carboni - annotano i carabinieri - chiama Dell’Utri al quale dice che gli stanno preparando un’accoglienza trionfale in Sardegna». Nel proseguo della conversazione, Carboni chiede «cosa è successo stamattina per la nomina del candidato campano?». «Non è successo nulla ufficialmente», lo tranquillizza il senatore. «La tendenza si è rafforzata molto a fare Cosentino». «Molto bene... e quindi, posso dirlo io questo?».
«Si, si, lo puoi dire senz’altro». Il faccendiere, nel resto della telefonata, annuncia anche come «in Sardegna prenderà piede solo la sua iniziativa relativa ai circoli Dell’Utri... ». Come se fosse una "ricompensa" per tutto il disturbo arrecato al senatore. Il9 novembre, la discussione sul nome di Cosentino per la Campania, torna a farsi molto delicata all’interno del Pdl.
Carboni e i suoi complici, sono nuovamente preoccupati. Alle 15 e 16 minuti, l’uomo d’affari risponde al senatore con un «ciao amico mio. Ti volevo dir due cose. Mi ha chiamato un po’ preoccupato, direi molto preoccupato Arcangelo (Martino, uno degli arrestati con Carboni, ndr ). Le azioni del Nicola (Cosentino, ndr ), sono scese notevolmente... ». «Si è vero - replica senza mezzi termini Dell’Utri - ... c’è questa opposizione feroce di Fini».
Carboni sembra quasi sorpreso: «Proprio di Fini in persona, si?». «Si è Fini, il quale adesso, domani incontrerà il presidente e si vedrà», è la risposta del senatore siciliano che preannuncia un imminente vertice tra i fondatori del Partito delle Libertà. Il 7 ottobre precedente, all’indomani della decisione della Consulta di bocciare il Lodo Alfano, Dell’Utri al telefono chiama un altro componente della presunta P3. «Pronto avvocato?», esordisce il fondatore di Pubblitalia. « andata male eh», replica Pasquale Lombardi, l’ex giudice tributario finito in carcere con Carboni e Martino. «In questo momento dobbiamo vedere quali sono state le motivazioni», insiste l’ex giudice che però non appare scoraggiato e sembra anche non voler deludere il suo interlocutore. «Va bene - insiste al telefono con il senatore - , qua non ci può fermare mai più nessuno, non vi preoccupate, noi andiamo avanti».
Ma è con Carboni che Dell’Utri sembra avere un feeling privilegiato, costante, amicale.
Il 20 gennaio scorso, dopo un intervento chirurgico al quale l’esponente del Pdl è stato sottoposto in una clinica milanese, il faccendiere non si fa remore per chiamarlo. «Sono a letto.... mi sento molto stanco», confessa alla cornetta Dell’Utri. E nonostante questo, dopo una serie di convenevoli, Carboni non rinuncia a renderlo aggiornato sulla pratica sarda, presumibilmente legata agli appalti sull’eolico. «Lì è andata bene la riunione, si?», chiede Dell’Utri. «Si, molto bene - replica Carboni - , però, mi pare inopportuno che io ti dica.. . io domani c’ho qui, un’altra volta, adesso devo rivedere il sardo lì (probabilmente il governatore Cappellacci, ndr )». E Carboni, come un bulldozer, non si frena, nonostante le premesse iniziale. «Ehm, volevo poi riferirti di persona, sto pensando come fare». E il faccendiere s’informa su quanto tempo sarà ricoverato in una clinica milanese. Perché lui, «per la verità domani andrei sul lago domani (il riferimento è a Como, dove ha casa il senatore, ndr ), o anche dopodomani...
casomai ti telefono». «No, sarò nella mia casa di Milano», gli risponde il senatore. «Allora ti chiamo», risponde l’inarrestabile Carboni.