Guido Olimpio, Corriere della Sera 19/07/2010, 19 luglio 2010
USA, LE MILIZIE NEONAZISTA ALLA CACCIA DEI CLANDESTINI
L’email di Jason J.T. Ready ha il tono dell’ultimo appello. Inviata il 19 giugno, avverte: «I narcoterroristi stanno portando la guerra chimica nella nostra nazione». Per questo Jason chiama a raccolta i volontari. Con una raccomandazione finale. «Servono munizioni e armi in abbondanza».
Ready, 37 anni, è il capo di una piccola milizia che ha deciso di «prendere in mano la situazione» in un’area a sud di Phoenix (Arizona) usata da trafficanti di droga e clandestini messicani. «Non possiamo aspettare che il governo agisca», dice, e dunque con un gruppo di fedelissimi pattuglia i sentieri. Cacciato dai marines per cattiva condotta, qualche precedente penale, Ready è membro del Movimento Nazional Socialista, una fazione neonazista. J.T., come lo chiamano i suoi, ritiene che chi non sia «puro» dovrebbe andarsene dal territorio americano. Considera i giornalisti delle «scimmie» e se potesse’ lo ha proposto’ minerebbe l’intero confine.
I miliziani, per ora, non hanno combattuto grandi battaglie. Sostengono di aver intercettato qualche immigrato e di aver trovato i resti di un altro. Uno dei 38 corpi di clandestini recuperati nella regione dal Primo Luglio: uccisi dalle temperature roventi, dalla disidratazione e dalla sete durante la pericolosa attraversata nel deserto. Una vera emergenza che ha costretto la contea a noleggiare un camion-frigorifero per conservare i cadaveri.
La presenza degli uomini di Ready – e di altri volontari – provoca reazioni contrastate nelle autorità. Chi lavora sul campo la considera comunque un aiuto. I superiori, invece, sono preoccupati perché temono che prima o poi capiti qualcosa di grave. In realtà’ come ci conferma una nostre fonte a Nogales’ è già accaduto. Negli ultimi mesi sono aumentati gli assalti nei confronti dei clandestini lungo un corridoio che dal confine messicano sale verso Rio Rico. Agguati nella notte organizzati da uomini mascherati e in mimetica. C’è chi attribuisce gli assalti a bande rivali. Ma lo Sceriffo non esclude che possa trattarsi di «vigilantes» partiti a caccia di immigrati. Se Ready agisce a nord di Tucson, a sud sono attivi gruppi più piccoli. Alcuni al limite del folklore, altri temibili. Glenn Spencer – con il quale abbiamo parlato diverse volte – pattuglia con un aeretto il confine e segnala le infiltrazioni alla Border Patrol. Bill Davis, salute precaria, arranca su colline desolate con un pugno di amici. La sua base di partenza è Tombstone, la città della sfida all’Ok Corral. Le vedette raggiungono punti elevati a ridosso del muro che dovrebbe proteggere gli Usa, aprono le sdraio vicino ai Suv e spiano con i binocoli il «fronte sud». Altri ancora imitano il ranchero Roger Barnett, detto il pulitore. Oggi se ne sta defilato, ma si è più volte vantato di aver catturato non meno di 10 mila clandestini.
Pur essendo una minoranza, i miliziani sono spinti dal vento xenofobo che spazza questa terra meravigliosa. A fine mese dovrebbe entrare in vigore la nuova legge anti-immigrati voluta dalla governatrice Jan Brewer. Lei e il «moderato» John McCain cavalcano la paura, aiutati anche da quanto accade nel vicino Messico. I narcos, l’infiltrazione dei cartelli, le stragi nelle città di confine messicane fanno paventare il contagio: pochi giorni fa l’autobomba a Ciudad Juárez, ieri il massacro di 17 ragazzi sorpresi dai killer ad una festa.
Certo, è innegabile che vi sia un problema serio, anche se i dati dell’Fbi raccontano che negli stati sulla frontiera i reati non sono aumentati. Ciò che conta è la percezione. La Brewer ha sostenuto in tv che nel deserto dell’Arizona giacciono «corpi decapitati» in stile messicano. In realtà sono stati rinvenuti solo due teschi – nel 2008 ”, probabilmente di clandestini deceduti per il calore. Dettagli per J.T. Ready e i suoi miliziani che sperano davvero di prendere un tagliatore di teste.
Guido Olimpio