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 2015  gennaio 30 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente f.f. Pietro Grasso
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

A quanto pare, il prossimo presidente della Repubblica sarà Sergio Mattarella, 74 anni, palermitano, giudice della Corte costituzionale, a suo tempo democristiano, però di sinistra.

•  Come arriviamo a questa conclusione?
Il segretario-premier Matteo Renzi, l’altra sera, ha fatto il suo nome all’assemblea dei due gruppi del Pd (deputati e senatori) e questi lo hanno votato all’unanimità. Berlusconi s’è chiamato fuori e grazie anche a questa scelta domani mattina, quando basteranno 505 voti, potrebbero convergere sul suo nome quelli di Sel, quelli di Scelta civica, forse i fuoriusciti grillini, magari persino il M5S. L’elezione viene quasi data per certa e si sottolinea che in questo modo la partita del Quirinale si risolverebbe con un grande vincitore, cioè Matteo Renzi, e con un grande sconfitto, cioè Silvio Berlusconi.  

Prima di addentrarci nelle interpretazioni e nelle previsioni, converrà dar conto di come è finita ieri.
Si è cominciato a votare intorno alle 15 e intorno alle 17 è cominciato lo spoglio, effettuato per la prima volta nella storia da due donne, la presidente della Camera, Laura Boldrini (Sel), e la presidente facente funzioni del Senato Valeria Fedeli (Pdi). Dopo due ore e qualcosa scandite dal frequente «bianca, bianca, bianca» s’è avuto il seguente risultato: Presenti e votanti 975 (su 1009, cosa che non ha cambiato il quorum). Maggioranza richiesta: 673 (due terzi). Ferdinato Imposimato, 120 voti; Vittorio Feltri, 49; Luciana Castellina 37; Emma Bonino, 25; Stefano Rodotà, 23; Claudio Sabelli Fioretti, 11; Romano Prodi e Mauro Morelli, 9; Massimo Caleo, 8; Pierluigi Bersani e Sergio Mattarella, 5; Antonio Martino, Ignazio Messina e Paolo Mieli, 3; Anna Finocchiaro, 2 ed Ezio Greggio, 2. Il voto a Ezio Greggio non è l’unico stravagante: hanno preso 1 voto anche Giancarlo Magalli e Sabrina Ferilli. Totti ed Enrico Letta, votati pure loro, sono finiti nel mucchio delle nulle perché non hanno ancora 50 anni. Enrico Morelli è un popolare rappresentante di Sel alla Quinta municipalità di Napoli. Ha votato anche Napolitano (senza dire per chi), salutato al suo apparire da un grande applauso.  

Come mai Mattarella, presidente in pectore, ha avuto solo 5 voti?
Renzi ha dato ai suoi l’indicazione di votare scheda bianca. Credo che abbiano obbedito praticamente tutti, anche perché il voto in bianco è palese, non c’è ragione di sostare, si entra e si esce subito dalla cabina-catafalco in cui altrimenti si dovrebbe perdere una manciata di secondi per scrivere un nome. Essendo chiaro che la seduta non avrebbe prodotto alcun risultato utile, gli altri hanno concentrato i loro voti sui cosiddetti candidati di bandiera: Ferdinando Imposimato, scelto dopo una consultazione in rete (55 mila risposte) da quelli del Movimento 5 Stelle; Vittorio Feltri, votato da Lega e Fratelli d’Italia; Luciana Castellina bandiera dei vendoliani. I cinque voti per Mattarella, direi, non vengono dal partito democratico.  

Perché consideriamo l’eventuale vittoria di Mattarella un successo di Matteo Renzi?
Il premier-segretario ha presentato il suo uomo ai gruppi con queste parole: «Sergio Mattarella  è uomo della legalità, della battaglia contro le mafie e della politica con la P maiuscola. Mattarella è giudice costituzionale, noi stiamo cambiando la Costituzione. Mattarella è difensore della Costituzione, che non significa imporne l’intangibilità ma essere capace di difenderla e valorizzare i processi di transizione nel pieno rispetto delle regole». L’uomo è celebre per il sistema elettorale che porta il suo nome (il cosiddetto Mattarellum) e per essersi dimesso da ministro della Pubblica Istruzione (al governo c’era Andreotti) quando venne approvata la legge Mammì di riforma del sistema radiotelevisivo, troppo favorevole, secondo lui, a Berlusconi (anno 1980). È dunque un candidato che a Forza Italia non piace e a cui Berlusconi ha detto di no. Ieri anche i suoi hanno votato scheda bianca, e domani probabilmente non parteciperanno al voto, come fecero nel 2013, quando i 101 franchi tiratori silurarono Prodi. Per la sinistra Pd, a questo punto, eleggere Mattarella significa infliggere un duro colpo al patto del Nazareno, cioè all’accordo Renzi-Berlusconi che ha reso possibile l’approvazione al Senato dell’Italicum. Dopo quel voto, un Berlusconi forse troppo baldanzoso annunciò che Renzi non avrebbe più potuto fare a meno di lui. L’elezione di Mattarella, se andrà in porto, potrebbe contenere il seguente messaggio del segretario-premier: il patto tra di noi vale solo se le carte le do io. In ogni caso: il Pd, lacerato fino a poche ore fa, sembra adesso del tutto ricompattato. Dubito però che Renzi rinuncerà in futuro alla politica dei due forni.  

Che accadrà adesso di questo patto del Nazareno, del governo, della legislatura?
Molti dànno per morto il patto del Nazareno, ma probabilmente, rimarginate le bruciature della sconfitta, sarà lo stesso Berlusconi a voler ricucire, troppo grave per lui risultando un’esclusione da tutti i giochi. Alfano, che non voterà (ufficialmente) Mattarella e ieri ha dato indicazione per la scheda bianca, ha garantito che non c’è commistione tra voto per il Quirinale e fedeltà alla maggioranza di governo. Quindi nessuna crisi alle viste. Dentro il centro-destra, infine, Fitto impazza e certo, da questa prova, Forza Italia potrebbe anche uscire in pezzi. (leggi)

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