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 2015  gennaio 30 Venerdì calendario

Bolelli-Fognini in finale agli Australian Open: non accadeva dal 1959, dai tempi di Pietrangeli e Sirola al Roland Garros, che due italiani arrivassero in fondo a un Grande Slam

Era dal 1959 che una coppia azzurra non giocava una finale di doppio in tornei dello Slam. L’impresa porta la firma della premiata ditta Bolelli & Fognini, collaudata coppia di Coppa Davis. Simone e Fabio hanno centrato lo storico risultato agli Australian Open battendo in semifinale sulla Rod Laver Arena l’olandese Jean-Julien Rojer e il rumeno Horia Tecau: 6-4 3-6 6-3 dopo che nel terzo e decisivo set hanno recuperato un break di svantaggio infilando 4 game consecutivi (dal 2-3 al 6-3).

TRADIZIONE LONTANA

Le vittorie di doppio maschile del tennis italiano nei tornei dello Slam sono legate a Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, che vantano un titolo nel 1959 al Roland Garros e due finali nel 1955 ancora a Parigi e nel 1956 a Wimbledon. Bolelli e Fognini sono dunque i primi due azzurri a centrare una finale di doppio maschile in un Major nell’era open. Allargando il discorso al singolare, per il tennis italiano è la seconda finale in uno Slam, sempre nell’era open, dopo quella vinta da Adriano Panatta al Roland Garros nel 1976.

SENZA TIMORE
«L’obiettivo è conquistare il trofeo, poi puntare al Masters», hanno annunciato in coro dopo aver conquistato la finale al terzo tentativo. In passato si erano fermati per due volte in semifinale: la prima nel 2011 agli US Open, battuti dall’austriaco Melzer e dal tedesco Petzschner, la seconda sempre a Melbourne nel 2013, quando si arresero ai gemelli statunitensi Bryan. Insieme nel circuito hanno conquistato due titoli di doppio: Umago 2011 e Buenos Aires 2013.
Dopo le “Cichis” Errani-Vinci, capaci di mettere in bacheca cinque titoli dello Slam in doppio femminile (Australian Open 2013 e 2014, Roland Garros 2012, Wimbledon 2014 e Us Open 2012), ecco gli uomini. «Speriamo di scrivere la storia portando a casa il titolo», sottolinea Bolelli. 29 anni il bolognese, 27 il ligure: uniti in campo, grandi amici fuori, questo il segreto. «Essere affiatati è fondamentale – racconta Fognini – sostenendoci siamo riusciti a restare in partita dopo il break subito nel terzo set. Ci vogliamo godere questo momento, è un altro pezzettino di storia del tennis italiano».

CLASSICO CONTRO LA FRANCIA
In finale troveranno i francesi Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut, anche loro alla prima finale di Slam. «Giocano insieme per la prima volta, ma sono affiatati e soprattutto sono una coppia di specialisti, Noi siamo un doppio atipico, ci piace scambiare da fondo per poi andare avanti», aggiunge Bolelli. «Comunque per loro sarà la prima finale in un major come per noi, quindi partiamo alla pari – dice ancora Simone – Tensione ed emozione saranno le stesse per tutti». I due transalpini giocano con la scritta “Je suis Charlie” sulle maglie: «Per loro dopo la tragedia di qualche settimana fa con gli attacchi terroristici a Parigi è un momento particolare. Gli siamo tutti vicini», spiega Fognini. Domani oltre al titolo, in palio c’è un assegno di 575mila dollari australiani, circa 400mila euro da dividere in due: «Io devo pagare casa, l’ho appena comprata a Barcellona», scherza Fabio. «E io devo cambiare auto», chiude Simone.

ANDY SCINTILLANTE

Sorridono Bolelli e Fognini, ma sorride anche Andy Murray, primo finalista nel tabellone maschile. Il 27enne scozzese, numero 6 del mondo, ha battuto Thomas Berdych, artefice dell’eliminazione di Rafa Nadal, con il punteggio di 6-7 6-0 6-3 7-5. Per Murray si tratta dell’ottava finale in un major: nelle precedenti sette ha un bilancio di 2 vittorie (Us Open 2012 e Wimbledon 2013) e cinque sconfitte. Tre delle quali proprio a Melbourne: Andy spera che la quarta sia quella buona.