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 2015  gennaio 30 Venerdì calendario

TANTA VOGLIA DI LEI

1971
Tante volte ho raccontato i Settanta con le contraddizioni di un mondo spinto verso futuro e cambiamento, contrapposto a un altro mondo ancorato saldamente a passato e conservazione. La dialettica delle idee si trasforma in conflitto fra ideologie, via via sconfinando nella violenza. Nonostante siano per molti gli anni formativi della gioventù, certamente non si può rimpiangere l’epoca da un morto al giorno, né i giorni attraversati dalla guerriglia urbana tra bottiglie molotov, spranghe, coltellate e colpi di pistola. Senz’altro anni creativi, ma vissuti pagando un prezzo totalmente fuori misura.
1 gennaio è guerra santa. Nelle televisioni degli Stati Uniti non è più possibile trasmettere la pubblicità delle sigarette. Oggi si percepisce poco il fatto, ma nei Sessanta il fumo è uno stato sociale, diventando nei Settanta un altro aspetto della trasgressione. La “prima sigaretta” è simbolica quasi come il “primo bacio”. Tendenzialmente si colloca a cavallo del compimento del quattordicesimo anno. I quattordicenni abbandonano i pantaloni corti al ginocchio e indossano finalmente pantaloni lunghi come i grandi. Le quattordicenni possono lasciare nei cassetti i calzettoni (identici a quelli dei ragazzi) e coprono le gambe con le calze lunghe e collant, prima opachi, poi sempre più trasparenti e comunque sotto gonne sempre più corte. In tasca, unisex, le chiavi di casa (dei genitori). Dal quel 1971 la sigaretta inizia progressivamente a sparire: prima dalle pubblicità televisive, poi dai locali, cinema compresi, davanti e dietro lo schermo. Chi ricorda i cinematografi di allora, può raccontare le nuvole di fumo denso a impregnare poltrone e spettatori. Qualche locale aveva una cupola in alto in grado di aprirsi per sputare contro le nuvole altrettante nuvole di fumo di chi aveva comperato le sigarette fumate, pagato il biglietto e approfittato gratuitamente del fumo fumato da altri, nonché la possibilità concreta di ammalarsi di tumore. Quel fumare dissennato aveva il suo doppio nello schermo: attori e attrici fumavano tutti, continuamente. Talvolta mostrando con aria indifferente il pacchetto delle sigarette in una forma di pubblicità occulta per finta, perché pagata regolarmente dai produttori. Oggi rivedendo quei film ci si stupisce di un mondo/posacenere, antico solamente di qualche decennio, ma realmente superato da fatti e consuetudini: le sigarette sono scomparse dai cinema e dalle pellicole e fa effetto oggi vedere fumare tanto in un film di ieri.

Giorno storico Ancora il 1 gennaio i Beatles finiscono in tribunale per dividere fra loro il patrimonio, mentre è 8 settembre per i Pooh. Quel giorno storico, Stefano D’Orazio sostituisce Valerio Negrini alla batteria. Ed è rivoluzione musicale, nell’anno in cui il 3 luglio a Parigi Jim Morrison viene trovato morto nella vasca da bagno della sua abitazione, il 1-2 agosto al Madison Square Garden di New York si suona per il Bangladesh colpito dalla siccità con l’ormai ex Beatle George Harrison, Bob Dylan, Ringo Starr, Billy Preston, Leon Russel, Eric Clapton, Jim Keltner, Klaus Voorman e Badfinger e il 3 ottobre i Pink Floyd registrano a Pompei l’unico concerto rock della storia a porte chiuse. Nel mentre, i Pooh intonano garbati: «Mi dispiace di svegliarti / forse un uomo non sarò / ma d’un tratto so che devo lasciarti / fra un minuto me ne andrò / e non dici una parola / sei più piccola che mai / in silenzio morderai le lenzuola / so che non perdonerai». Questo tradimento dichiarato diventa successo ancor più successo di Pensiero, pensato nello stesso 1971. Quell’esordio «mi dispiace di svegliarti» diventa proverbiale, sostituendo Tanta voglia di lei, titolo reale della canzone. E vorrei sapere chi non si è mai sgolato con: «Mi dispiace devo andare / il mio posto è là / il mio amore / si potrebbe svegliare / chi la scalderà». Non è esattamente la libertà sessuale predicata e attuata in quel 1971, ma fa lo stesso. In quel 1971 dell’impegno politico, c’è chi definisce ipocrita testo e racconto, chiaramente virati al maschile. Ma è altrettanto ipocrita il politicamente impegnato del 1971 quando canta di nascosto compiaciuto: «Strana amica di una sera / io ringrazierò / la tua pelle / sconosciuta e sincera / nella mente / c’è tanta tanta voglia di lei».