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 2015  gennaio 30 Venerdì calendario

ECCO PERCHÉ CHI INVESTE IN DIAMANTI FA AFFARI D’ORO


Si potrebbe partire da Jerome K. Jerome («Se una donna desidera un diadema di diamanti, vi spiegherà che è per evitarvi di comperarle un cappello») o da un semplice incremento: 4,3 per cento di apprezzamento medio annuo nell’ultimo decennio (o, se vi piace ragionare a due cifre, 41 per cento negli ultimi nove anni). Si potrebbe cincischiare con Zsa Zsa Gabor («Non ho mai odiato abbastanza un uomo da rendergli i suoi diamanti») o mettere in discussione il credo di Fabrizio De André («Dai diamanti non nasce niente/ dal letame nascono i fior») oppure vivisezionare il Rapaport Diamond Index – uno dei principali listini di riferimento del settore – che recita, austero: «A partire dal 2008 la crisi finanziaria ha spinto i volumi a crescere, in media, dell’ordine del 25 per cento l’anno, con rendimenti medi che, nell’ultimo decennio, hanno battuto con costanza l’inflazione». Ma forse bisogna anche ricordare, citando un’analisi di Boston Consulting, uno dei leader mondiali nella consulenza strategica di business, che «i diamanti presentano le tipiche caratteristiche di uno strumento di investimento “reale” e allo stesso tempo “raro”, tanto da suscitare l’appealing emozionale di cui i prodotti finanziari sono spesso privi e che nelle fasi di criticità del mercato suscita una forte domanda. Le loro alte quotazioni sono d’altra parte sostenute dalla sostanziale invarianza dell’offerta: la produzione non aumenta, le miniere al mondo che alimentano il mercato sono appena venticinque».
«La pazienza è più forte del diamante» recita un proverbio ebraico. «Le grandi donne hanno bisogno di grandi diamanti» disse Elizabeth Taylor a Richard Burton quando lui, per il suo quarantesimo compleanno, le regalò un diamante di 68 carati a forma di goccia, stimato allora – era il 1972 – un milione di dollari più spiccioli.
Va aggiunto, è chiaro, che una cosa sono i «diamanti da investimento» (circa un due per cento delle pietre esistenti, che peraltro, negli ultimi due anni, visti i risultati economici, vanno fortissimo), un’altra è il mercato che ruota attorno ai gioiellieri e ai vendi-oro, dove si possono prendere fregature epocali. Anche per chi investe, però, la cautela è d’obbligo. Consideriamo allora tutti i possibili risvolti negativi di questa scelta.
Anzitutto ci sono i problemi di liquidità che, in periodi di crisi, possono ostacolare la rivendita. Poi bisogna tenere presenti una certa opacità del settore, il costo per la custodia e quello delle commissioni da pagare al momento dell’acquisto e della cessione delle pietre. Nel dettaglio: se è assolutamente consigliabile comprare (e vendere) attraverso società specializzate o banche, è altrettanto evidente che chi cura la mediazione vuole avere un tornaconto. Quindi, per come funzionano le commissioni, è meglio puntare solo su investimenti a lungo termine: una società privata e seria come Idb (significa Intermarket Diamond Business), in caso di rivendita entro i dodici mesi, trattiene per esempio una commissione pari al 16 per cento, che però scende gradualmente fino al 7 dal settimo anno in poi.
Tutti gli altri aspetti dell’investimento in diamanti sono invece positivi: incremento del capitale, aspetti fiscali, circolazione. Aggiungendo ai dati degli anni scorsi quello del 2014, si può calcolare che una pietra che nel 2005 valeva 7.500 euro oggi potrebbe essere venduta addirittura a undicimila euro con un incremento globale del valore di più del 45 per cento. Inoltre, anche un privato, attraverso una banca o una società specializzata, può rivendere il bene in fretta (9-15 giorni). E il diamante è considerato come un bene al portatore, quindi è esente da tassa di successione e sul capital gain. Certo, l’acquisto è soggetto all’Iva, ma trovate voi qualcosa che non lo sia.
Infine, la conservazione e la circolazione: una volta vostro, il diamante potete nasconderlo (o metterlo in mostra) dove volete – l’importante è che teniate a portata di mano la documentazione che ne attesti la provenienza lecita – e per quanto riguarda la conservazione sono assolutamente affari vostri.
Non solo i diamanti sono i migliori amici delle ragazze (Moulin Rouge!), ma – come dice una pubblicità che non conosce stagioni – «un diamante è per sempre». Se, in dieci anni, può arrivare a rendere il 45 per cento, qualcosa di vero ci sarà.