Libero, 30 gennaio 2015
A proposito dell’incoerenza della sinistra italiana che plaude all’alleanza di Tsipras con la destra nazionalista e razzista di Kammenos
Non fate le anime belle: non c’è nessuna incoerenza nella sinistra italiana che plaude all’alleanza di Tsipras con la destra di Kammenos. È vero, potete scrivere che quest’ultimo vuol far pagare più tasse agli ebrei e che vuole arrestare i senzatetto, potete ricamare attorno a suo figlio che ha invitato al pubblico linciaggio di un sindaco locale, roba così: ma è giornalismo d’accatto, è come quando si rompevano le scatole a Berlusconi per i trascorsi di Bossi. Poi è vero, sì, stiamo parlando della stessa sinistra italiana che si scandalizzò per l’alleanza di Grillo con Nigel Farage, uno che in confronto a Kammenos è Arnaldo Forlani. Ma la realpolitik è questa, non ricominciamo da capo ogni volta.
È anche vero che il gruppo storico che circonda Tsipras è formato da soli uomini, e che il nuovo governo greco – che sarebbe di sinistra – non ha una donna che sia una: ma ha ragione l’europarlamentare di Tsipras Curzio Maltese, «non può certo essere l’unico criterio con il quale giudicare il governo greco», del resto «non sempre la quota fissa femminile rappresenta davvero una garanzia». Insomma, non c’è incoerenza. Maltese nel 2005 si scandalizzò perché «una maschia maggioranza» aveva bocciato l’istituzione delle quote rosa, Maltese predicava contro l’assenteismo e poi ha brillato per assenteismo, Maltese ha tuonato contro i doppi stipendi e poi ha tenuto il doppio stipendio da giornalista e da parlamentare: a suo modo è coerente. Però, a me, fa un po’ schifo.