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 2015  gennaio 30 Venerdì calendario

Delitto di Elena Ceste, arrestato il marito, il vigile del fuoco Michele Buoninconti. Secondo il gip avrebbe soffocato la moglie, l’avrebbe denudata e avrebbe gettato il cadavere nel rio Mersa. Il movente: l’odio maturato negli anni nei confronti della donna, ritenuta una «consorte e una madre inadeguata, infedele e inaffidabile, da raddrizzare»

Elena Ceste, 37 anni, analista chimica, sposata con il vigile del fuoco Michele Buoninconti, 44 anni, madre di due bambine, 6 e 14 anni, e due bambini, di 9 e 11. Scomparsa la mattina del 24 gennaio dalla sua casa a San Pancrazio, frazione Motta, di Costigliole d’Asti. Il suo cadavere, in parte ridotto a scheletro, trovato nudo, sabato 18 ottobre, a 800 metri dall’abitazione di famiglia, impigliato fra rovi, rami e fango, in un canale che i proprietari del terreno stavano ripulendo dopo le piene delle settimane precedenti. A confermare che si trattava del corpo di Elena è stato l’esame del Dna. Il 26 ottobre, scavando con un setaccio nel fango, tra il fiume Tanaro e la ferrovia per Alba ormai in disuso, i carabinieri hanno trovato le mani e i piedi della donna, oltre ad alcune vertebre. Il 28 ottobre sono comparse altre ossa e alcuni denti [1].

Venerdì 24 ottobre la procura di Asti, senza nemmeno aspettare i risultati dell’autopsia, ha iscritto Michele Buoninconti, con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, nel registro degli indagati. Giovedì 29 gennaio Buoninconti è stato arrestato [2].

«Quando sono arrivati i carabinieri, ieri mattina alle dieci, lui aveva il grembiule al collo e le mani bagnate. Michele Buoninconti stava lavando le tazze della colazione. Ha capito subito il motivo della visita: “Posso togliere le chiavi dall’auto?”. L’hanno accompagnato in cortile. E’ rientrato per preparare una piccola borsa. E mentre andava avanti e indietro per casa, senza commentare l’arresto, ha offerto una caramella alla menta al colonnello Fabio Federici» [3].

«“Non me la sento di fare commenti, non voglio giudicare. Quello che conta, adesso, è stare vicino ai nostri nipotini. Sono soli, ci siamo solo noi e dobbiamo preoccuparci di loro”. Parla Franco Ceste, il padre di Elena, al termine del suo giorno più lungo. E’ stato Michele a chiamare i suoceri, al mattino. L’ultima telefonata prima dell’arresto. “Potete andare voi a prendere i miei figli a scuola? Io oggi non posso” [...] Nonna Rita, una volta ricompattata la famiglia, trova la forza di cucinare un piatto di pasta radunando tutti insieme a tavola, come aveva già fatto a Natale e in tante altre occasioni. Ultimamente Franco e Rita si erano anche presi cura dei bambini quando Michele era al lavoro, che aveva ripreso, in forza ai vigili del fuoco di Asti. Ieri Michele Buoninconti, che aveva i carabinieri in casa e stava preparando la valigia per il carcere, non ha voluto spiegare ai suoceri che cosa stesse succedendo, in quei momenti di tensione e rabbia prima dell’arresto» [4].

«Ai bambini è stato detto che il papà è stato trattenuto dai carabinieri per alcuni chiarimenti» (l’avvocato Carlo Tabbia) [4].

Sembra vicina la data dei funerali di Elena, che si celebreranno a Govone: «Ci hanno assicurato che entro qualche giorno arriverà il nulla osta». (l’avvocato Carlo Tabbia) [4].

Il movente del delitto, scrive il gip Giacomo Marson nella sua ordinanza di custodia cautelare, va ricercato nell’odio maturato nei confronti della Ceste, ritenuta una «moglie e una madre inadeguata, infedele e inaffidabile, da raddrizzare». Motivato dal fatto di aver tentato di «recuperare» Elena che per sfuggire alla vita mesta e grigia cui la costringeva un marito tanto pio da «pregare in auto, anche cantando» ma anche prepotente e avaro, aveva intessuto una relazione e «coltivava rapporti virtuali con il computer». Michele lo aveva confidato anche ai figli come riporta un’intercettazione del 17 agosto: «Con mamma c’ero riuscito a farla diventare donna, solo vai a capire che cosa ha visto! Diciotto anni della mia vita per recuperarla, diciotto anni per raddrizzare mamma!». Ai quattro figli Michele Buoninconti chiede anche di nascondere le liti con la moglie. Lo rivela la microspia installata sulla sua auto che il 5 maggio registra: «Loro vogliono sentire solo questo, che non andiamo d’accordo, mi avete mai visto litigare con mamma? Se gli dite sì a me mi mettono da un’altra parte, dopo che vi hanno tolto mamma vi tolgono anche papà e sai chi fanno venire a casa nostra? Le zoccole, le straniere a fottere...» [5].

Secondo gli investigatori Michele Buoninconti avrebbe premeditato l’uccisione della moglie già nell’autunno del 2013, poi il 20 gennaio gli sms di un amico della donna avrebbero fatto precipitare gli eventi. Però non ha ucciso per gelosia ma per la paura «che tutto potesse precipitare e sgretolarsi: famiglia, casa, risparmi, orgoglio, pudore e onore» [5].

L’autopsia sui pochi resti ha escluso che la donna si fosse suicidata, annegata o avesse volontariamente raggiunto quel posto completamente nuda rivelando invece che probabilmente era stata asfissiata. Non lì, perché il gip che ha ordinato l’arresto del marito scrive: «È stata assassinata in un luogo diverso da quello del ritrovamento dei suoi resti e tal luogo non può che essere individuato nell’abitazione della famiglia Buoninconti» [5].

E se la donna è stata uccisa a casa sua l’assassino non può essere che il marito che ne ha denunciato la scomparsa. Su di lui grava il cumulo di indizi raccolti dagli investigatori nell’ultimo anno. A partire dalle tracce trovate dagli esperti del Ris sugli indumenti della donna consegnati da Michele che aveva detto di averli trovati nel cortile di casa. Su quegli abiti è stato trovato terriccio uguale a quello del rio Mersa e diverso da quello della villetta dei Buoninconti. «Tracce lasciate dalle dita che li ha maneggiati» spiegano gli investigatori [5].

C’è poi la prova che Michele Buoninconti la mattina della scomparsa della moglie era nella zona dove sono stati trovati i resti: lo rivela il tabulato del suo cellulare. Secondo gli investigatori il delitto è stato commesso in una manciata di minuti: «Fra le 8,43 e le 8,55 Michele Buoninconti – scrive il gip Giacomo Marson nella sua ordinanza di custodia cautelare – ha avuto il tempo di uccidere la moglie nel letto, denudarla caricarne il cadavere in macchina. Fra le 8,55 e le 9,01 ha avuto il tempo di recarsi nei pressi del vicino rio Mersa e di occultarne il cadavere, allontanandosi verso la statale 231...». Lo stesso giudice ha verificato i tempi facendo il percorso con la sua auto [5].

La Ceste, assidua frequentatrice della parrocchia come il devotissimo marito e all’apparenza dedita solo alla famiglia, un anno fa aveva avuto una relazione. Il consorte, assai geloso, lo aveva saputo ed è stato lui stesso a dirlo ai carabinieri: «La sera prima di sparire Elena ha confessato di avermi tradito e abbiamo litigato» [6].

L’amico-amante di Elena Ceste è un meccanico di Settimo Torinese, Antonio R., 42 anni. Aveva conosciuto la donna su Facebook ed ebbe con lei, in autunno, un incontro all’interno della casa di Costigliole: in casa, a quell’ora della mattina, non c’era nessuno. Poi un’altra serie di incontri nelle cave non distanti da via San Pancrazio [7].

Nell’ultimo anno, grazie a Facebook, Elena aveva riallacciato i contatti con alcuni suoi ex compagni di scuola. Ma aveva paura di essere scoperta. «Se stacco è perché c’è mio marito…». «Sei controllato anche tu?». In effetti un parente di Michele Buoninconti ha raccontato di aver ricevuto l’incarico di monitorare il profilo Fb di Elena [8].

Buoninconti «controllava la moglie in maniera maniacale. Quando andava dal medico, voleva essere sempre presente. E il medico doveva rivolgersi a lui. Faceva l’assicurazione dell’auto di Elena Ceste solo per i mesi scolastici, in modo che non potesse uscire durante l’estate. Non le dava neppure i soldi per comprare il pane: “Devi dire che passerà tuo marito”» [9].

Buoninconti si vanta di saper cucinare, va a messa ogni domenica alle 9, coltiva fagioli nell’orto [9].

La personalità di Michele Buoninconti descritta dal dottor Paolo Gozzelino: «Disturbi di tipo ossessivo compulsivo. Eccessiva intransigenza in tema di moralità». Non la gelosia, ma la perdita del dominio. «Il tradimento della moglie scoperto un anno prima aveva messo in discussione la solidità della famiglia e appalesava il rischio di perdere anche la casa» [9].

Tre mesi dopo la scomparsa di Elena Ceste, Buoninconti incontra un’altra donna. Si descrive in un sms: «Un uomo solo, che sa fare bene la pizza e i lavori domestici. Non mi serve una donna che lavora fuori, ma arrivare a casa e trovare qualcuno che mi aspetta» [9].

Fin dal giorno della scomparsa della Ceste, il marito «ha ripetuto a grandi linee lo stesso antefatto. Un delirio: la moglie che piangeva tra frasi senza senso e si colpiva la testa dicendo di non essere una brava mamma. L’incipit? Lei che mostrava al marito quella sfilza di messaggini. Il mittente: il papà di un compagno di classe del figlio. “Ti voglio tanto tanto bene”, “Ci vediamo al solito posto”, “Perché non mi rispondi? Se mi hai cercato è perché ti senti sola…”. Michele Buoninconti ha sempre sostenuto che fosse stata la moglie a fargli leggere quegli sms. Una sola volta è entrato in contraddizione: “Dopo che io ho trovato quei messaggi…”» [8].

A lungo gli investigatori hanno ragionato sulla possibilità che Elena Ceste potesse essersi uccisa. I più garantisti hanno ipotizzato che, in preda al rimorso per aver tradito il marito e in piena confusione psichica, si sia spogliata e, completamente nuda, si sia diretta verso il canale dove è stata trovata. «Con il freddo di quel giorno sarebbe di certo stata stroncata dall’ipotermia», avevano spiegato gli esperti. Il 10 novembre s’è però scoperto che Elena è deceduta in un altro luogo e poi il corpo è stato depositato e nascosto, con un tentativo frettoloso di occultamento, utilizzando rami, arbusti e – forse – anche cercando di coprirlo con fango e zolle che, almeno per quanto riguarda una parte dell’addome, ne hanno impedito la totale distruzione o scheletrizzazione. La certezza è arrivata dopo una serie di test sulla posizione del corpo (trovato rannicchiato) che hanno escluso altre ipotesi [10].

Secondo Buoninconti, la mattina della scomparsa Elena gli aveva detto che non si sentiva bene chiedendogli di accompagnare i figli a scuola. Lui aveva poi trovato davanti al cancello di casa, e consegnato ai carabinieri, il pigiama, le calze, le pantofole, un maglione e l’assorbente usato di lei [1].

Il racconto di Michele Buoninconti: «Quando sono tornato a casa l’ho cercata dappertutto. Ho telefonato anche alla vicina per chiederle se era da lei. Poi sono uscito e con la macchina ho fatto un giro della zona. Sono anche andato lì, dove poi l’hanno trovata. Ma lei non c’era. Non ha voluto farsi vedere da me. Perché? Avrei potuto salvarla» [11].

A insospettire gli inquirenti fin dall’inizio della faccenda, il fatto che Buoninconti si allarmò subito per la moglie sparita: dopo pochi minuti con una vicina e dopo meno di due ore andando dai carabinieri. Inoltre ha consegnato ai carabinieri gli occhiali da miope senza i quali la moglie non era in grado di fare un passo e pure gli abiti che la vicina aveva visto addosso a Elena alle 8.15 e che lui aveva detto di aver ritrovato in cortile due ore dopo. Ma i carabinieri hanno sentito ottanta testi che, quella mattina, lavoravano o sono passati nella zona, e nessuno vide una donna nuda aggirarsi tra stradine e sentieri. Non convince neanche il gelido appunto trovato nell’agenda dell’uomo: «Ore 8. porto i bambini a scuola», poi le sigle dei buoni pasto per la mensa dei figli. «Al ritorno a casa Elena scompare». Infine, «ore 15.30: “Lezioni di catechismo”» e quanto costano i mangimi per polli e conigli [6].

Il marito ha sempre sostenuto di aver trovato gli occhiali della moglie in un secondo momento. A smentirlo è stato una vicina di casa: «Già quando è venuto qui da me, intorno alle 9, mi ha detto che era preoccupato: la moglie stava vagando per la campagna nuda e cieca come una talpa» [8].

Michele Buoninconti, la mattina della scomparsa di Elena, mostrando a una vicina il bagagliaio della sua auto: «Vedi, non è nemmeno qui» [8].

Note: [1] Tutti i giornali del 25 e 29/10/2014, Rep 30/10/2014; [2] tutti i giornali del 30/1; [3] Niccolò Zancan, Sta 30/1 [4] Elisa Schiffo, Sta 30/1 [5] Meo Ponte, Rep 30/1; [6] Massimo Numa e Elisa Schiffo, Sta 25/10/2014; [7] Massimo Numa e Elisa Schiffo, Sta 11/11/2014; [8] Paolo Viotti, Rep 3/11/2014; [9] Niccolò Zancan Sta, 30/1; [10] Meo Ponte, Rep 29/10/2014; Massimo Numa e Elisa Schiffo, Sta 11/11/2014; [11] Erica Di Blasi, Rep 17/11/2013.