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 2015  gennaio 30 Venerdì calendario

Le ronde 2.0 corrono su Whatsapp. A Roma i ladri d’appartamento seminano il terrore e i cittadini, che della polizia non si fidano a sufficienza, si organizzano da soli: «Il primo che vede qualche movimento sospetto mette in guardia tutti gli altri vicini con un messaggio». Ma il primo che ha tentato di farsi giustizia da solo è finito in ospedale

In certi quartieri di Roma sud ci si può perdere in lunghe vie di villini a schiera. Intonaci gialli, tetti spioventi di mattoni, cancelli in ghisa e “attenti al cane”. Ogni tanto spunta il muso di qualche bestione da guardia, raramente minaccioso. Dentro, in molti casi, sono pronti a suonare elaborati e costosi sistemi d’allarme. Eppure non basta. In diverse zone – Ardeatina, Appia Antica, Laurentina, Divino Amore, Spinaceto, fino a Trigoria – i ladri d’appartamento seminano il terrore. E i cittadini, che dalla polizia non si sentono garantiti a sufficienza, hanno deciso di organizzarsi da soli. Con un metodo speciale: ronde, sì, ma versione 2.0. Grazie a WhatsApp, il servizio di messaggistica gratuito che ha colonizzato gli smartphone in tutto il mondo. Il sistema si chiama “Controllo del vicinato”. Il principio è semplice: l’occhio è vigile, il dito rapido. Il primo che vede qualche movimento sospetto, mette in guardia tutti gli altri vicini con un messaggio. Ci dovrebbe essere un’avvertenza: appena letta la segnalazione, bisogna contattare le forze dell’ordine. La cosa più stupida, invece, sarebbe intervenire in prima persona. Il problema è che non sempre ci si attiene al protocollo.
Domenica scorsa, per esempio, la faccenda è sfuggita di mano. Zona Falcognana, ore 18, i telefoni dei residenti hanno cominciato a squillare all’impazzata dopo la prima segnalazione: “Attenzione via Monicelli sono entrati dentro una casa ho chiamato i carabinieri stanno con una macchina nera”. Da quel momento, un fiume di messaggi: “Sono quattro”, “stanno ancora dentro casa”, “l’auto è rubata”. Fino all’invito all’azione: “Bloccate piazza” e “Usciamo tutti”. Senza aspettare la polizia. Qualcuno è uscito davvero: uno dei residenti, intenzionato ad affrontare i ladri, ha avuto la peggio. I topi d’appartamento sono sbucati fuori all’improvviso – mentre il basista li aspettava in macchina – e l’hanno colpito alla nuca con una spranga. L’ha raccontato a Repubblica la moglie dell’uomo ferito (finito al pronto soccorso con una prognosi di una decina di giorni): “Mio marito è intervenuto perché sapeva che nella palazzina in cui erano entrati i ladri abitano degli anziani e una coppia con una bambina piccola. L’uomo in macchina ha acceso il motore e iniziato a sgommare, le ruote facevano un fumo tremendo. Poi i complici sono scappati fuori e l’ultimo ha colpito mio marito alla testa con un piede di porco”.
Il sistema, evidentemente, non è solo eticamente discutibile, ma in casi estremi rischia di diventare pure pericoloso. Nelle chat i messaggi sono pieni di concitazione. “C’è una donna, giacca rossa e cappello bianco sta guardando dentro ogni casa”, “Stamattina due stracciaroli sono passati uno con furgone bianco e uno con camioncino”, “Li stiamo cercando”, “Prendeteliiii”. Il rischio che qualcuno perda il controllo e provi a farsi giustizia da sé è concreto. Il criminologo Francesco Caccetta, uno degli ideatori di “Controllo del vicinato”, respinge le polemiche: “Innanzitutto non sono ronde, ma un semplice strumento per creare reti sociali nei quartieri e soprattutto per assistere il lavoro delle forze dell’ordine. Tutti i cittadini che decidono di aderire sono sottoposti a un corso di formazione. L’uomo che è uscito in strada domenica sera con il controllo del vicinato non c’entra nulla. Le teste calde? Quelle purtroppo ci sono in ogni vicinato”. A giudicare dalla pagina Facebook del gruppo “Controllo del vicinato Roma sud”, non mancano nemmeno da queste parti. Basta leggere – uno tra tanti – il commento di tale Alessio Pappa: “Prendiamo esempio dai vecchi agricoltori che per difendere i loro campi seminati dalle cornacchie ne prendevano una e la impalavano al centro del campo, così le altre non si avvicinavano più! Questa secondo me è la più valida come idea, perché tanto se li prende il governo italiano che li ha fatti entrare a flotte, dopo una settimana li rimette in libertà e in circolazione!”.
E la polizia cosa ne pensa? Il sindacato Ugl ha diramato un comunicato con cui – in pratica – dà la benedizione al sistema di difesa basato su WhatsApp. “Non stupisce – parola del segretario provinciale Massimo Nisida – che i cittadini per fronteggiare l’emergenza furti siano costretti alle ronde in determinati quartieri della Capitale. La colpa è della mancanza di personale, che si traduce in mancanza di sicurezza e scarso controllo del territorio”. Come dire: noi non abbiamo risorse, attaccatevi al cellulare.