Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 30 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - PERCHÈ MATTARELLA


REPUBBLICA.IT
ROMA - Un appello ai partiti per eleggere un galantuomo. Il messaggio inviato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in vista del quarto scrutinio per il Quirinale in programma domani, auspica la più ampia convergenza su Sergio Mattarella. "Finite le prime tre votazioni - dice Renzi rivolgendosi a tutto l’arco parlamentare dopo aver fatto un passaggio alla Camera nel pomeriggio - siamo arrivati al momento chiave. Siamo di fronte alla concreta possibilità che una personalità autorevole e stimata da tutti, un servitore dello Stato come Sergio Mattarella, diventi il presidente della Repubblica con un voto ampio di settori della maggioranza e dell’opposizione parlamentare. Non è una questione che riguarda un solo partito: la scelta del capo dello Stato interpella tutti, senza distinzioni. Per questo auspico che sul nome di Mattarella, presidente della Repubblica di tutti gli italiani, si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell’Italia".

A Montecitorio, infatti, come da previsioni anche alla terza votazione non è stato raggiunto il quorum per l’elezione al Colle. Sono state 513 le schede bianche, 27 nulle, 126 per quelle per Ferdinando Imposimato, che si conferma il candidato alla presidenza della Repubblica più votato anche al terzo scrutinio. Vittorio Feltri ha raccolto 56 voti, Luciana Castellina 33, Emma Bonino 23, Stefano Rodotà 22. Quattro i voti per Mattarella. Domani alle 9.30 la quarta votazione, ma l’asticella del quorum si abbasserà a quota 505, la maggioranza assoluta dei 1008 grandi elettori. E in vista di domattina, anche Ncd ora sarebbe orientato a convergere su Mattarella, mentre Silvio Berlusconi riflette.
Questa mattina la seconda votazione si è conclusa con una nuova fumata nera. I partiti maggiori - Pd e Forza Italia in testa, protagonisti ieri di un acceso scontro sul nome proposto da Renzi - hanno votato scheda bianca.
RISULTATI PRIMA VOTAZIONE / SECONDA VOTAZIONE
Contrasti Pd-Forza Italia. La scelta del premier di candidare l’ex ministro della Difesa ha avuto il risultato di ricompattare il Pd, convincendo anche la minoranza interna. Ma Berlusconi si è sentito ’tradito’ e ha parlato di "altolà alle riforme". In mattinata Forza Italia ha valutato l’ipotesi di non partecipare al quarto voto, ovvero presentersi in aula e non rispondere alla chiamata. Area Popolare (Ncd-Udc), orientata in un primo momento a votare scheda bianca alla quarta votazione, avrebbe cambiato idea nel corso del pomeriggio. Sul fronte frondisti interni a Fi, i parlamentari fittiani (38 secondo l’ultima stima fornita) si sono riuniti in un albergo in centro e sembrerebbero propensi a votare scheda bianca e a insistere nella richiesta di azzeramento dei vertici azzurri.
Incontro Renzi-Alfano. Durante il terzo scrutinio, Renzi ha incontrato alla Camera il leader di Ncd Angelino Alfano. L’oggetto dell’incontro ruotava attorno alla scelta originaria dei centristi di votare scheda bianca su Mattarella, nome sul quale invece il premier continua a lavorare per assicurare la più ampia convergenza. Ncd sarebbe rimasta in attesa di un "segnale importante" da parte del leader del Pd e del governo per poter superare "l’errore di metodo" compiuto nella scelta di Mattarella e convergere sul nome del giudice della Corte costituzionale: il premier avrebbe invitato Ncd a continuare il percorso della legislatura e delle riforme e avrebbe detto ad Alfano che il nome di Mattarella rappresenta una figura che deve avere un’ampia maggioranza parlamentare e sul cui profilo non ci si deve dividere. Ecco perché l’esito vedrebbe Ncd orientato a votare Mattarella alla quarta chiamata. La delegazione di Area popolare - che avrebbe dovuto riunirsi stasera alle 21 ma che ha posticipato l’incontro a causa dei contatti febbrili e ripetuti tra Alfano e Berlusconi - ha voluto attendere l’appello all’unità da parte di Renzi per superare l’impasse. A messaggio ricevuto, si è svolto un vertice tra alcuni esponenti di Area popolare e quelli di Forza Italia a Montecitorio. Per Fi si sono presentati Paolo Romani e Giovanni Toti, per i centristi il ministro Gian Luca Galletti, Pierferdinando Casini e il capogruppo al Senato, Maurizio Sacconi.
Botta e risposta Boschi-Romani. Siparietto tra il ministro Maria Elena Boschi e il capogruppo di Fi al Senato, Romani, alla buvette di Montecitorio. Mentre è ancora in corso la terza votazione sul presidente della Repubblica, i due si prestano a un botta e risposta a favore di stampa: "Se riusciamo a eleggere un presidente con un’ampia maggioranza ho fatto il mio dovere di deputato e cittadina", dice la ministra quasi per convincere Romani e Toti che nel frattempo li ha raggiunti". "Sì, ma bisogna arrivarci in un altro modo", replica il senatore azzurro per il quale "se tiene Ncd, teniamo anche noi" sul no a Mattarella.
Referendum M5s. I parlamentari 5 stelle, che hanno in programma una riunione in serata, sottoporranno alla Rete il nome di Mattarella solo dopo la quarta chiama, come ha spiegato il senatore Mario Giarrusso ai microfoni di SkyTg24: "Noi voteremo Imposimato, ma ci stiamo preparando a una consultazione lampo dei nostri iscritti sui nomi che arriveranno entro la quarta votazione". Ma dopo l’appello di Renzi, è il senatore Alberto Airola a escludere su Twitter una convergenza del Movimento su Mattarella.
Sotto sera, però, il vicepresidente della Camera e componente del ’direttorio’ M5s, Luigi Di Maio intervistato dal Tg2 dichiara: "Un colpo di scena è sempre possibile. Se così sarà noi saremo pronti a mettere sul piatto un altro nome per trovare maggiore condivisione".
Intanto, il coordinamento degli ex M5s, invece, non avrebbe sciolto le riserve sul candidato del Pd: lo faranno domattina anche se alcune voci sottolineano che 22 fuoriusciti sarebbero pronti a sostenere Mattarella
Ieri sera la prima votazione si è risolta in una fumata nera: le schede bianche, scelte da Pd, Forza Italia e Area popolare (Ncd più Udc), sono state in tutto 538.
I numeri della seconda votazione. Nel complesso i votanti sono stati 953. Sono state conteggiate 531 schede bianche, quelle nulle sono state in tutto 26, i voti dispersi 143. Ferdinando Imposimato, candidato del M5s scelto attraverso il metodo delle Quirinarie, ha totalizzato 123 voti; Luciana Castellina votata da Sel 34 preferenze; a Vittorio Feltri, promosso dal cartello Lega-Fratelli d’Italia, sono andati 51 voti; Stefano Rodotà, sponsorizzato dagli ex M5s ha ottenuto 22 preferenze; a Gabriele Albertini, sostenuto da Popolari per l’Italia e parlamentari vicini a Mario Mauro (che alla quarta votazione convergeranno sul candidato del Pd), sono andate 14 schede; Emma Bonino, sostenuta dai socialisti di Riccardo Nencini, ha totalizzato 25 voti. Il giornalista Claudio Sabelli Fioretti ha ottenuto 14 voti. I due senatori di Area Popolare Marcello Gualdani e Giuseppe Pagano hanno ricevuto rispettivamente 10 e 7 preferenze. Voti che, sottolineano fonti parlamentari Pd, potrebbero provenire in buona parte da quel gruppo di Grandi elettori siciliani dell’area centrista tutt’altro che convinto sulla linea della scheda bianca dal mantenere alla quarta votazione. E i 17 voti di questa mattina, sottolineano le stesse fonti, potrebbero essere un segnale per domani, quando sarà in campo Sergio Mattarella.