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 2015  ottobre 25 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

«Ohi che coda mas lunga» canta sulle note de La ragazza di Ipanema un Maurizio Crozza brasileiro, con la giacchetta marroncina, il cappello da Andy Capp, la cravatta allentata, intruppato in una fila mostruosa in cui alla fine tutti svengono «Ohi, che coda mas lunga / all’Expo c’è la massa / son qui da sei ore / e non ho visto una mazza...». Il video conferma quello che hanno raccontato tutti: all’Expo, specie per i padiglioni più acclamati - lo Zero, il Giappone, l’Italia, il Kazakhistan, dove basta premere un bottone per inebriarsi del profumo di tulipani - bisogna sobbarcarsi file anche di cinque ore, file annunciate, intendiamoci, cioè tutti si mettono lì ad aspettare e non c’è nessuno che si lamenta, anzi si socializza, si mangia, si spettegola, i bambini corrono, eccetera. C’è solo un tizio, uno di Roma, che ha fatto causa al commissario Beppe Sala sostenendo che le file gli hanno vanificato il viaggio, ha tirato fuori i soldi e alla fine non ha visto niente. Sala, che dal 2010 a oggi ne ha viste ben altre, ha risposto con un’alzata di spalle.

Expo non dura un’altra settimana? Come mai ne parliamo oggi?
È l’ultimo week-end, quindi è giusto fare il punto adesso. Il bilancio è racchiuso in questa frase, pronunciata da Sala l’altro giorno: «Abbiamo fatto in modo che dentro Expo non vi siano mai più di 250 mila persone contemporaneamente». 250 mila persone. 250 mila persone è più o meno la popolazione di Verona. Insomma un successone: l’obiettivo dei 20 milioni di spettatori, annunciato come “minimo” alla vigilia e giudicato “folle” un mese dopo l’apertura, è stato raggiunto una settimana fa, con 15 giorni d’anticipo. Alla grossa significa per la città, senza considerare l’indotto, un fatturato da dieci miliardi. Con importanti ricadute future sulla credibilità del Paese. Il successo di Expo ha dato una gran mano a Montezemolo e a Malagò, impegnati nell’impresa di portare in Italia le Olimpiadi del 2024. Anche la ripresa in atto, sia pure contenuta, deve ringraziare Expo.  

Come mai l’inizio è stato così stentato?
Mah. Forse è stata anche colpa nostra, dei giornali e degli altri, voglio dire, che hanno affrontato l’evento armati di un notevole scetticismo. Scetticismo non ingiustificato, intendiamoci: fino al 2010 il commissario preposto alla manifestazione, Lucio Stanca, aveva combinato poco o niente. Dopo l’arrivo di Sala e fino al 2015 Expo è stata tormentata dalle inevitabili inchieste della magistratura. Quindici giorni prima dell’apertura i cronisti ammessi nell’area di Rho hanno trovato poco meno del deserto. Il fallimento sembrava assicurato e i primi due mesi sono stati tremendi. Sala ha sghisciato le domande, le critiche, gli appelli con risposte sensazionali per oscurità. Per esempio, sulla questione che all’Expo non stava andando nessuno: «A ciascuno dei varchi si manifestano situazioni operative differenziate, ricorrenti ma non riconducibili a un processo di verifica automatizzato degli accessi, che rendono difficile – se non impossibile – effettuare una rilevazione degli accessi». Eccetera. Barbacetto ha raccolto un po’ di queste risposte definendole «letteratura che rasenta il sublime».  

Come si spiega che a un certo punto il vento è cambiato?
S’è diffusa la voce che Expo era bella. Che andava vista. Le file hanno attratto le file. Sei stato a Expo? E se la risposta era no, l’altro storceva la bocca. Con file da cinque ore, la cosa va classificata nella colonna delle manie collettive, a prescindere da qualunque altra considerazione. Sì, qualche critica c’è stata, è una gran fiera, un gran baraccone, gli unici che hanno veramente parlato dei problemi della fame e della sete del mondo sono stati quelli del Vaticano, che hanno allestito un padiglione sui problemi, benché di agricoltura ne facciano poca... Osservazioni giuste, travolte però dall’entusiasmo generale.  

Il successo non consiglierebbe di prolungare la manifestazione?
Non si può. il Bureau Internazionale che governa le Esposizioni Internazionali impone lo sgombero generale entro sei mesi. Dovrà sparire tutto, compresi il Padiglione Zero e l’Albero della Vita, due cult della manifestazione.  

Che ne faranno di quell’area?
È un’estensione superiore al milione di metri quadri. Metà deve restare a verde. Per l’altra metà ci sono idee, ma ancora niente di concreto. Sembra bocciata la proposta di farci uno stadio, forse ci andranno delle facoltà universitarie coerenti con il tema «Nutrire il Pianeta, energia per la vita». Biologia oppure agraria. (leggi)

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