la Repubblica, 25 ottobre 2015
Come Kureishi fu raggirato da un truffatore finanziario
Può capitare a uno scrittore famoso quello che accade alla gente comune: essere truffati da un consulente finanziario in apparenza rispettabile. È accaduto anche ad alcune nostre celebrities, che però hanno preferito rimuovere l’ingloriosa pagina. Hanif Kureishi ha scelto un’altra strada, che è quella della letteratura. E ne ha tratto un racconto godibilissimo che ha il suo punto di forza non tanto nell’evocazione della truffa – letterariamente poco epica – ma nella descrizione meticolosa del legame ossessivo e subalterno in cui precipita la vittima nei confronti del ladro. Basti l’incipit: «Ho conosciuto un uomo che ha infilato un verme nel mio orecchio, un verme che ha vissuto lì per più di un anno, ci si è insediato e ha cominciato a divorarmi la mente». Jeff Chandler, questo il nome dell’agente truffaldino, non eccelle in prestanza fisica, basso e rotondetto, voce acuta da coro parrocchiale. Né mostra particolare eleganza, scarpe marron e vestito stazzonato. Però sa illudere le persone, è capace di farle sentire privilegiate perché incluse in un giro esclusivo e fortunato. Un piccolo investimento, solo tre mesi, guadagni straordinari. E poi un’altra somma, ancora un po’. E infine l’abisso. E quando Kureishi scopre che Jeff è un impostore, pur di non arrendersi alla realtà, intrattiene con il suo carnefice un rapporto prossimo al legame d’amore, di totale dipendenza, di decine di telefonate quotidiane, di condivisione della speranza che quei soldi potessero tornare da qualche parte, dalla Svizzera o dalla Spagna poco importa. Truffato nel portafogli e nell’anima. Perché gli impostori – ci dice Kureishi non diversamente da Cercas – hanno una loro irresistibilità, al pari degli ipnotizzatori, degli imbroglioni e dei fanfaroni di ogni specie. E al pari degli scrittori, che «raccontano storie per salvarsi la vita come Sheherazade, attirando gli altri in una rete di bugie». Viviamo insomma nell’impostura, ne siamo vittime felici e consapevoli. Ma a salvarci è proprio la letteratura e questo libro ne è una formidabile dimostrazione. Perso nella sua ossessione, accecato da una nuova idolatria che mette al centro il danaro, Kureishi si lascia convincere da un amico compassionevole: «Ora basta, è andato tutto troppo oltre, la sola cosa che puoi fare è scriverne». In fondo Jeff gli aveva rubato i soldi, non le parole. Il racconto- espiazione uscirà a novembre da Bompiani: Un furto. Come il mio consulente finanziario mi ha truffato.