25 ottobre 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - SICIGNANO MANDA A FARE NEL CULO SANSONETTI E QUELLI COME LUI
RESOCONTO VIDEO (VITA IN DIRETTA BARBARA D’URSO)
NOI ITALIANO SIAMO UN BRAVO POPOLO AMMINISTRATI DA VERAMENTE IDIOTI LE LEGGI DOBBIAMO ARRIVARE A FARLE NOI COME IN SVIZZERA FRA UN MESE FANNO UN REFERENDO 90 % DICONO CHE LA GENTE È CON ME ALLORA FANNO UNA LEGGE CHIARA LEI VEDE UNO CHE DICE DOIVEVA ALZARE IL DITO COSì SPARARE IN ALTO QUEL SIGNORE LA È UN IDIOTA SE LO DEVE METTERE SA DOVE QUEL DITO IO MI RICORDO NEGLI ANNI SESSANTA SETTANTA OTTANTA ERA UN BEL PAESE LEI GIRAVA MILANO FINO ALLE CINQUE DEL MATTINO A CORRERE DIETRO ALLE SIGNORINE NESSUNO LE DICEVA NULLA ERA BELLISSIMO OGGI LEI NON PUO FARE NIENTE
SANSONETTI: C’ERA QUALCHE STRAGE
OGGI LEI NON PUO FARE NIENTE
MA CHE CAZZO STA DICENDO SCUSI
MA LEI PERCHE NON PARLA IN MANIERA UN PO PIù GENTILE
VI MERITATE QUESTO VOI MERITATE QUESTO LEI NON MERITA RISPETTO
SPERO CHE LEI NON MI SPARI
IO ERO VENUTO QUI PER DISCUTERE
NON DICA CAZZATE
SPERO CHE LEI SARA UN ASSALTO
LEI NON HA CAPITO UNA MAZZA
SI È POSTO UNA DOPMANSA SE IO NON L’AVEVO
MA VADA A FARSI BENEDIRE
NON LI HO MICA INVITATO IO A VENIRE DI NOTTE
TI DO 25 ANNI SE VIOLI LA PROPRIETA PRIVATA
È QUESTO CHE VOI NON CAPITE MA CHE CAZZO PARLA CHIARO NON MI ROMPETE LE BALLE
CORRIERE.IT
«Non volevo parlare in tv di questa vicenda perché sennò si fa sempre gossip. Sono qui contro il parere dei miei avvocati». Però in tv ci è andato, domenica pomeriggio, Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d’Adda che ha ucciso un ladro. E si è sfogato come un fiume in piena: «Questa vicenda è stata uno stupro, un atto di terrorismo psicologico contro la mia famiglia. Mia moglie prende i calmanti per dormire, io che dormivo poco ora non dormo affatto, non voglio dormire di notte, dormo quando fa giorno e questa è la vita che farò finché il fisico me lo permette. Mia nuora si è licenziata dal lavoro perché non dorme più. Queste situazioni non devono accadere», ha dichiarato a «Domenica Live», la trasmissione di Barbara d’Urso su Canale 5. «Chi dice che dovevo alzare il dito e sparare in aria è un idiota, se lo deve mettere sa dove? Quel dito... Bisogna trovarsi, all’una e un quarto di notte, in una situazione simile, ognuno ha la sua reazione». Ospiti in studio c’erano Matteo Salvini e Piero Sansonetti, direttore del «Garantista». Da subito, però, il dialogo fra Sicignano e quest’ultimo è apparso difficile, con il pensionato che ha insultato più volte in diretta il giornalista. Sansonetti ha invitato più volte Sicignano a lanciare un appello a non correre all’acquisto di armi e a non porsi come esempio nella lotta alla criminalità. Affermazioni che hanno provocato la rabbiosa reazione del pensionato : «Lei non merita rispetto, non dica c...».
Il 22enne ucciso
Sicignano ha poi risposto a una domanda su Gjergi Gjonj, il ladro 22 enne albanese che ha ucciso: «Per me se era ancora vivo era molto molto meglio, quando ho chiamato l’ambulanza respirava. Ma non ho colpa io, è colpa loro, perché non si entra di notte in casa della gente. Lì in casa c’era tutta la mia famiglia: sfido qualsiasi papà a non dare la vita per i proprio figli. Io non sono per armare il popolo, voglio che il popolo faccia le leggi. L’arma deve essere un diritto: se uno la vuol comprare, bene». «Da quando ho finito il servizio militare non ho mai sparato un colpo - ha detto Sicignano - ma se vanno in tre in un appartamento di notte cosa vanno a fare? Era meglio che trovavo mia moglie stuprata giù dal balcone? Quella sera lì potevano portare via 120 euro, due fedi e una collanina, perché non c’è niente, vengono in casa mia a rubare ma non trovano mai niente».
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Entra per rubare, ucciso dal proprietario
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«Condanne più severe»
Sicignano ha rivendicato il diritto ad avere un’arma in casa per difendersi, e ha chiesto una nuova legge più severa: «Voglio una condanna a 25 anni per chi va in casa della gente a rubare». «Io ho lavorato con tanti stranieri, grandi lavoratori: dovunque c’è il buono e brutto»; ha aggiunto. «Bisogna prendere l’esercito e fare dei maxi-controlli: mettiamo tutti nelle caserme mentre verifichiamo la loro posizione. Se sono profughi vanno accolti, perché scappano dalla guerra».
Lodi a Salvini
In collegamento con la trasmissione anche Matteo Salvini, che ha incassato le lodi del pensionato: «Salvini fa parte dei politici che vivono sul territorio, non idioti - ha detto Sicignano -. È coerente, cosciente, ha passione. Poi può piacere o no, ma si dà da fare per i suoi cittadini. Io lo ringrazio, quelli sani hanno una mentalità, gli altri un’altra». «Noi italiani siamo un bravo popolo, siamo amministrati da un branco di idioti», ha aggiunto.
Salvini: cancellare l’eccesso di legittima difesa
Matteo Salvini, sempre a proposito dei fatti di Vaprio d’Adda, ha affermato che bisogna «cancellare del codice penale il reato di eccesso di legittima difesa». «In Italia la proprietà privata è un diritto. Io sono disarmato, ho le bolle di sapone per giocare con mio figlio - ha affermato Salvini -. Però chi entra in casa mia deve mettere in conto che entra a casa di una persona che si difende». «Tu entri nella mia proprietà, metti in conto nella tua attività di rapinatore che ci entri in piedi ed esci steso», ha aggiunto. «Se i parenti della vittima iniziano a dire “be’, ma...” gli va risposto che se avessero educato il figlio oggi l’avrebbero a casa». «Se quel rapinatore fosse stato a casa sua a quest’ora sarebbe vivo».
PEZZO DEL CORRIERE DEL 22 OTTOBRE
Vaprio d’Adda (Milano) «Scusi, ma lei per sparare è salito in piedi su una sedia?». Il pm Antonio Pastore fissa negli occhi il pensionato Francesco Sicignano. Il 65enne ha appena raccontato d’aver sparato contro il ladro nella cucina di casa, di aver premuto il grilletto da una distanza di due metri e mezzo contro una sagoma che veniva incontro in modo «minaccioso». Ma il magistrato ha sul tavolo i risultati delle analisi dei carabinieri, e quella che raccontano le «evidenze scientifiche» è tutta un’altra storia. A cominciare dal colpo sparato con una traiettoria dall’alto verso il basso, non in casa ma sulla scala esterna della villetta di Vaprio d’Adda, a nordest di Milano. In tutto l’appartamento dei Sicignano non sono state trovate tracce di sangue, né segni di effrazione, e in casa è stato repertato un solo proiettile inesploso. Per questo i magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, sono sempre più convinti dell’accusa di omicidio volontario per la quale Francesco Sicignano è indagato a piede libero.
La certezza nella ricostruzione arriverà soltanto tra una settimana quando sarà eseguita l’autopsia sul corpo del 22enne albanese freddato durante il tentativo di furto di via Cagnola. Ma la differenza d’altezza tra il foro d’entrata al petto e quello d’uscita sulla schiena lascia pochi dubbi. Il proiettile ha descritto una traiettoria dall’alto in basso. Chi ha sparato lo ha fatto da una posizione sopraelevata e da qui la domanda del magistrato durante l’interrogatorio. Il ragazzo è stato colpito al cuore e per questo, secondo gli inquirenti, la morte è stata istantanea senza neppure il tempo di trascinarsi fuori dalla casa dei Sicignano.
Durante l’interrogatorio il pensionato, assistito dall’avvocato Antonella Pirro, ha detto di non essersi reso conto che la vittima non era armata: «Se lo avessi saputo avrei sparato in aria». Il 22enne, identificato dai carabinieri della compagnia di Vimercate grazie alle impronte digitali, ha precedenti per furto in appartamento e nel 2013 era stato espulso dall’Italia. Per il momento gli investigatori non hanno diffuso le generalità nella speranza di scoprire il covo della banda. I carabinieri stanno ancora dando la caccia ai due complici. Dalla loro testimonianza potrebbe arrivare l’ultimo tassello per la ricostruzione di quello che — secondo l’accusa — è e resta un omicidio volontario. Tanto che, a norma di legge, nei prossimi giorni potrebbe anche essere richiesta dalla Procura una misura cautelare nei confronti del pensionato.
Ieri alle 15.15 Sicignano è rientrato nell’abitazione rosa di tre piani di via Cagnola insieme al figlio Ivano. Quando la Opel Corsa blu s’è fermata davanti a casa, il pensionato è sceso evitando l’assalto di telecamere e microfoni. «Sta bene, anche se è provato» racconta chi gli ha fatto visita. Dopo il saluto dal balcone durante la manifestazione di solidarietà di martedì sera (lasciato uno striscione di FdI e An alla cancellata insieme a un tricolore), tutta la famiglia di Sicignano ha scelto un profilo molto più basso. «Come stiamo? Malissimo» ha detto la moglie. Ma la casa di Vaprio d’Adda è stata meta di un lento e continuo «pellegrinaggio» di abitanti e amici: «Ha fatto bene, doveva uccidere anche gli altri due — ripete una signora di una settantina d’anni —. Stavano entrando a rubare, cosa doveva fare? Farsi ammazzare?».
L’esasperazione per i furti subiti nella zona (molti episodi non risultano però nelle denunce) ha creato un clima di intolleranza. Ormai per gli abitanti «non fa differenza se Sicignano ha sparato in casa o ai banditi in fuga». Sulla stessa frequenza il governatore lombardo, il leghista Roberto Maroni: «Fuori casa vuol dire sulle scale di casa». A rincarare la dose ci pensa il segretario del partito Matteo Salvini (criticato ieri dall’Associazione dei funzionari di polizia): «Se per elevare la mia statura morale devo dire che mi dispiace per quel rapinatore, no, io non lo dico. Mi sarebbe dispiaciuto di più piangere il pensionato».
In serata sono arrivate le parole del premier Matteo Renzi sulla revisione delle norme sulla legittima difesa: «Su questo credo si possa discutere, ma non strumentalizziamo e spettacolarizziamo la vicenda; è un errore trasformare questo cittadino in un eroe».
Federico Berni
Cesare Giuzzi