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 2015  ottobre 25 Domenica calendario

Che cosa rischiamo con l’ora legale

Il passaggio ora legale/ora solare (come quello della notte scorsa) e il passaggio contrario di primavera li prendiamo ormai come scontati, quasi imposti dalla natura. Alla base del salto bi-annuale, fondamentalmente ci sono ragioni economiche: i primi a introdurre la pratica furono i tedeschi durante la Grande Guerra, proprio con quell’obiettivo. Se sia davvero efficace, ovunque lo si applichi, è ancora questione aperta. Di certo, ha effetti collaterali abbastanza misurabili.
Uno studio della University of Alabama del 2012 ha associato un aumento del 10% dei rischi di infarto nei due giorni successivi alla perdita di un’ora di sonno nel cambiamento di primavera; e un corrispondente calo del 10% nel ritorno all’ora solare in autunno. La percentuale sembra un po’ alta: altri studi – svedesi – sono più vicini al 5%. Di certo, l’ora di sonno guadagnata stanotte dovrebbe farci stare meglio; è che la perderemo il prossimo marzo. Qualche rischio immediato, piuttosto, lo correremo verso sera, da oggi e per qualche giorno a venire. Uno studio di qualche anno fa della Carnegie Mellon University ha stabilito che nell’ora di punta pomeridiana, quando è già buio mentre nei giorni precedenti non lo era, il rischio per i pedoni di essere arrotati aumenta di tre volte nelle prime settimane della nuova ora. Non c’è invece alcuna variazione di rischio nelle ore di luce. Ciò, però, non sembra legato strettamente al vedere meno al buio quanto al fatto che impieghiamo un po’ di tempo ad adattare la nostra attenzione alla nuova realtà.
Se passate indenni le prossime settimane, però, è incoraggiante sapere che lo stesso studio, condotto su sei anni di dati, dice che il numero delle persone arrotate crolla dopo l’attivazione dell’ora solare in primavera. Esperimenti simili in Finlandia non hanno però trovato variazioni significative del numero di incidenti stradali. Per i lavoratori manuali, un problema può esserci in primavera: una ricerca canadese ha calcolato che nella settimana successiva al passaggio all’ora legale i minatori si presentavano con 40 minuti di sonno in meno e gli incidenti sul lavoro aumentavano del 5,7%. Ciò non succedeva in autunno. Mal di testa, casi di insonnia e effetti jet-lag dovuti all’interferenza del cambio d’ora sui ritmi circadiani (veglia-sonno, temperatura del corpo) crescono statisticamente sia nei passaggi d’autunno che di primavera.