
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Berlusconi è andato a Lampedusa e ha fatto uno dei suoi show.
• Che cosa ha detto?
Giacca su camicia blu, niente cravatta. È arrivato all’aeroporto dell’isola verso le 13.20. L’hanno portato davanti al Municipio, dove lo attendeva la folla. Qui è cominciata l’arringa, pronunciata impugnando un microfono e sollevando di continuo le braccia, in uno stile simile a quelli adoperati a Napoli per l’emergenza rifiuti e in Abruzzo in occasione del terremoto. «Nelle prossime 46-60 ore l’isola sarà abitata solo dai lampedusani. Abbiamo organizzato sei navi per svuotare Lampedusa degli ultimi arrivi e stiamo trattando per una settima. Gli immigrati saranno portati in Italia. Non solo in Sicilia, ma anche in altre regioni. Libereremo anche il centro di accoglienza e una nave sarà sempre qui per trasferire i nuovi arrivati. Chiederemo per l’isola il Nobel per la pace e concederemo a Lampedusa una moratoria fiscale, previdenziale e bancaria, che trasformerà l’isola in zona franca. Per rilanciare il turismo ho predisposto che Rai e Mediaset dedichino a Lampedusa tanti servizi. Anche io diventerò lampedusano. Mi sono comprato una villa qui».
• Quando?
Dice di aver fatto l’acquisto l’altra notte, su internet. «Meno di due milioni di euro». Certi isolani hanno commentato: «Che emozione avere come vicino di casa il presidente del Consiglio». Erano seri.
• Che villa è?
Ho visto la foto sul sito del Corriere. Si chiama “Villa Due Palme”, perché due palme svettano proprio all’ingresso. Si tratta di una tipica casa isolana, a due piani, affacciata sulla baia di cala Francese, una delle più belle e tranquille del posto. Le foto mostrano un posto effettivamente da sogno, con ampio patio esterno e varie verande. Bianca con le finestre verdi, piante di bouganvillea, mare a dieci metri. Ci si arriva attraverso un vialetto che arriva quasi sul bagnasciuga. Qui c’è un gazebo che permette di mangiare tenendo praticamente i piedi in acqua.
• In che modo il farsi lampedusano porterà al premier dei consensi?
Intanto la storia degli immigrati, a cui non si capisce se il governo sia in grado di far fronte, di consensi gliene potrebbe far perdere parecchi. Rischia grosso anche la Lega, perché sull’accoglienza dello straniero i siti sono in fiamme e qualunque sondaggio mostra che la stragrande maggioranza degli italiani non ne vuole sentir parlare. Tuttavia questa linea oltranzista può essere cavalcata solo a parole (il bossiano «föra di ball»), perché ci sono le leggi italiane e quelle europee, che vanno rispettate. Ieri il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha insistito che l’Unione europea deve affrontare «la questione in tema di solidarietà tra i paesi europei, cominciando magari a parlare con i francesi che stanno mettendo un muro a Ventimiglia. L’Europa è inerte. Bruxelles non può dire: “L’Italia ha ricevuto 7 milioni di euro, si arrangi”. È oltre tutto in vigore da anni una legge che prevede con chiarezza che quando ci sono afflussi improvvisi di sfollati verso uno o più paesi, la Ue deve adottare un piano straordinario che include la distribuzione degli sfollati presso i paesi membri, per un periodo temporaneo necessario al rimpatrio di coloro che non sono rifugiati, come in questo caso i tunisini, che sono migranti economici». La Ue ha risposto subito attraverso Matthew Newman, uno dei suoi portavoce: «Dei migranti economici devono occuparsi le autorità italiane. La responsabilità è loro».
• Queste promesse di “svuotamento” fatte da Berlusconi hanno un minimo di probabilità di essere mantenute?
L’altra notte non sono arrivati nuovi migranti e a metà mattinata sono cominciate le operazioni di imbarco dei disperati sulle navi che hanno attraccato apposta nell’isola. Delle sei navi promesse ne sono arrivate cinque. Chiunque prima di salire a bordo deve essere identificato. Le operazioni non sono quindi (non possono essere) velocissime. Mentre scriviamo sono statio identificati in 2.500, il che fa poco meno della metà di tutti i migranti che si trovano sull’isola. Berlusconi ha inoltre annunciato: «Abbiamo ottenuto di far controllare i porti e le coste per non coinsentire nuovi sbarchi e abbiamo attuato anche misure imprenditoriali. Ve ne dico una variopinta: abbiamo comprato pescherecci affinché non possano essere utilizzati per le traversate. Così quando sarò fuori dalla politica, li userò io per mettere in piedi un’attività di pesce fresco». Il Cav ha aggiunto che il problema ora è in mano sua «e quindi sarà risolto». Ha anche lanciato l’operazione “Lampedusa pulita”: 140 uomini del genio (e altri ne arriveranno) che stanno ripulendo “la collina della vergogna”. In più l’operazione colore: basta con i muri scrostati, ci vogliono colori che ricordino Portofino, piano del verde, rimboschimento eccetera eccetera. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 31/3/2011]
(leggi)