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 2011  marzo 31 Giovedì calendario

NELLA LISTA DEL BROKER ALTRI 500 NOMI


ROMA - I fratelli del cinepanettone, Enrico e Carlo Vanzina, ma anche il deputato del Pd, Pier Domenico Martino, insieme al ”re” del ciambellone più famoso a Roma, Franco Gargani, e a un prelato che investiva per conto di un paio di confraternite domenicane, e persino a un sottosegretario. E’ lungo l’elenco delle vittime della ”truffa dei Parioli”, quella che ha inghiottito circa 300 milioni di euro e la scorsa settimana ha portato all’arresto di cinque persone. Ieri, l’elenco dei 700 nomi di vip, vittime dell’azzardo, si è allungato ancora. Gli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza hanno trovato un’altra ”lista” con 500 ”nuovi” clienti della Roma bene: avevano consegnato risparmi a sei zeri a Gianfranco Lande, il broker finanziario che adesso, in carcere, ha cominciato lo sciopero della fame. L’elenco era nascosto in un garage, ma qualcuno l’ha raccontato agli inquirenti e così gli investitori truffati noti alla procura sono diventati mille e duecento: professionisti, sportivi, politici e gente di spettacolo. Perché Lande frequentava i salotti buoni e il 20 per cento di interessi che garantiva ai clienti erano la migliore presentazione. Poi però il meccanismo si è inceppato: il denaro, investito in azioni, obbligazioni e liquidità alle Bahamas, in Lussemburgo e in Belgio, fuori dal circuito dei controlli previsti, non è più tornato indietro. E’ successo con i risparmi degli ex calciatori Ruggero Rizzitelli e Stefano Desideri, con quelli del senatore Pdl Paolo Guzzanti e della figlia Sabina. Tra le vittime l’attore Massimo Ranieri e la showgirl Samantha De Grenet.
«Erano i soldi che mia suocera aveva lasciato ai figli - spiega Federica, moglie di Enrico Vanzina - siamo rimasti sconvolti. Aspettavamo che i magistrati ci chiamassero e di aderire a una class action. Per questo non abbiamo presentato denuncia». E alla procura non si è rivolto neppure il deputato Pd, Domenico Martino che spiega: «Non sono neppure soldi miei, sono di mia moglie. Noi Lande non l’avevamo mai visto, tranne alla fine, quando ha licenziato dalla società i nostri referenti e chiedevamo conto dei soldi. E’ stato il mio avvocato a sconsigliarmi di presentare una denuncia - aggiunge il deputato - perché l’avevano già fatto altri e dunque non sarebbe cambiato nulla».
Associazione per delinquere di carattere transnazionale finalizzata ai reati di abusivismo finanziario, truffa, appropriazione indebita e ostacolo alla vigilanza, sono i reati contestati a Lande e soci, ma delle mille e 200 vittime soltanto in 36 hanno si sono rivolti ai pm. Alcuni avevano deciso di aderire allo scudo fiscale, ma Lande li avrebbe, almeno parzialmente, fregati anche in questo. Altri a ”sanare” la propria posizione non ci pensavano affatto. «Vuol dire che non si ritengono truffati - commenta il penalista Salvatore Sciullo, che difende il broker - erano investimenti ad alto rischio e il mio cliente aveva già preparato un piano di risanamento».

Valentina Errante