Alessandro Agostinelli, l’Espresso 31/3/2011, 31 marzo 2011
QUEL MANGIAPRETI DI PELLEGRINO ARTUSI
Firenze, fine dell’Ottocento. Sul palcoscenico di questa storia ci sono due personaggi: Pellegrino Artusi e Paolo Mantegazza. Il primo ebbe successo solo a 71 anni con "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene"; il secondo era già un famoso scienziato e patriota. Artusi scrisse qualche lettera di ammirazione a Mantegazza per sostenerlo nelle sue battaglie civili: "Pellegrino Artusi si rallegra col prof. Mantegazza della sua bellissima lettera pubblicata oggi nella Nazione e gli rincresce che il nome di lui non valga qualcosa per farvi pubblica e piena adesione". Era il 10 aprile 1888 e Artusi fece recapitare questo bigliettino, finora inedito, a Mantegazza, convinto darwinista, fondatore del Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze (dove oggi si conserva quel biglietto) e senatore del Regno. Mantegazza aveva scritto sulla "Nazione" contro i fondi raccolti dai preti per alcune missioni in Africa: "Oggi aiutare le missioni cattoliche è in Italia cosa antipatriottica per moltissimi perché nella guerra aspra e forte che si combatte tra il Vaticano e noi (e non per colpa nostra) i missionari prima di essere italiani sono preti e frati e quindi sudditi, soldati del Papa che è il nostro nemico (e non per colpa nostra)". Il rapporto tra Artusi e Mantegazza era molto stretto, e quest’ultimo fu il vero sponsor del libro di ricette che Artusi pubblicò nel ’91 a proprie spese. "Col darci questo libro voi avete fatto un’opera buona e perciò vi auguro cento edizioni", scrisse Mantegazza: e subito le vendite cominciarono a impennarsi. Come racconta la mostra che apre il 30 marzo alla Biblioteca Centrale di Firenze per il centenario della morte di Artusi.