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 2011  marzo 31 Giovedì calendario

E IL PREMIER SI COMPRA LA VILLA DI UN BARONE: «SONO UNO DI VOI. SE VI DELUDO IMBRATTATELA» —

Allora, si costeggia la collina detta del disonore, con le tende di plastica, i falò e l’odore forte delle toilette a cielo aperto per decine di tunisini, poi si costeggia la strada dell’aeroporto, col filo spinato, poi si supera la baracca di «Gerry fast food» , patatine, panini, crocchette e panelle, si arriva al civico 3 ed ecco la villa numero 26 del presidente Berlusconi. O meglio, quella che lui stesso in persona ha annunciato che lo diventerà, anche se ancora non è stato versato un euro, ma la trattativa con i proprietari, i baroni siciliani de Stefani, sorella e fratello, pare ben avviata. Berlusconi ha dato l’annuncio alla fine del suo discorso programmatico sul futuro di Lampedusa, davanti al Municipio: «Per dimostrarvi che non mento, divento uno di voi. Ho comprato una villa sulla costa francese» . Nella piazza, che pure aveva molto applaudito, momento di generale dubbio: la costa francese? Ma il presidente del Consiglio si è subito ripreso: «Alla Cala Francese!» . Qualche ora più tardi, nella Base aeronautica, spiega i due motivi che l’hanno spinto a cercare (o a farsi cercare) su internet le offerte immobiliari dell’isola: 1) «Per far vedere l’impegno diretto personale su Lampedusa, così da dimostrare che non potrò dimenticarmi di quest’isola» ; 2) «Per dare ai giornalisti sempre arrabbiati la possibilità di dire che c’è un conflitto d’interessi: racconteranno che tutto quello che farò per Lampedusa lo farò per alzare i prezzi delle case» . Ma c’è una terza ragione: «Chiunque sarà scontento delle mie azioni, potrà andare ad imbrattarla, quella casa...» . Nel tardo pomeriggio, il cancello della villa che sarà di Berlusconi è aperto. I baroni de Stefani, che ora sono stabiliti a Roma, ci hanno vissuto per un periodo, poi l’hanno data in affitto, d’estate, alla famiglia Montanari, quella del confetto Falqui, ad esempio, o all’attore Gian Maria Volontè. DA tempo la villa è in vendita, senza successo. L’arrivo in scena di Berlusconi è stato, per i baroni, un po’ come quelle del deus ex machina nella tragedia greca. Si tratta su una cifra attorno al milione e mezzo di euro, poi ce ne vorranno almeno altri trecentomila per rimetterla a posto, nella struttura attuale. L’asso è la posizione, perché dalla villa parte un vialetto che in cinquanta metri porta a una spiaggetta (oggi molto sporca, per la verità) e poi direttamente dentro la celebre acqua turchese di Lampedusa. Si gode meglio l’alba del tramonto, da qui, ma la vista illanguidisce comunque il cuore. Per il resto, un giardino di duemila metri quadrati con pini, margherite, ulivi, agavi e le «due palme» che danno il nome al tutto. La casa è tipica di queste parti, bianca, con le finestre verdi e i pilastrini rotondi. Due piani, trecento metri quadrati, cinque stanze, otto posti letto, tre bagni. Un tetto di cannucce, una malinconica doccetta da giardino, un tavolo nel patio, di marmo e bianche, vili, piastrelle. Migliaia di miglia di distanza dai fasti di Villa Certosa in Sardegna, o dal complesso di Antigua di Berlusconi. Ma terreno intorno ce n’è parecchio e le vie dello sviluppo di Lampedusa, dopo la giornata di ieri, sembrano essere molte. Campo da golf, casinò, piantumazioni e colori, una novella Portofino... «I giornali di sinistra — ha detto Berlusconi davanti al Municipio — scriveranno: ecco un nuovo conflitto di interessi del presidente del Consiglio. E io vi dico: ma sì, facciamoci i nostri interessi!» . Un’ultima nota: si narra, in paese, che nel terreno della «Villa delle due palme» una monachella abbia sepolto, ai tempi dei pirati, un’anfora piena di monete d’oro, mai ritrovata. La vita può essere anche una favola.
Andrea Garibaldi