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 2016  novembre 17 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Un tema ovvio delle discussioni in redazione, con relativi titoli, inchieste e box, è se esista un Trump italiano e chi eventualmente sia. È chiaro che la ricerca va fatta a destra, perché il trumpismo sembrerebbe soprattutto una faccenda di destra, nonostante si sappia che parecchi sostenitori di Sanders, pur di non mettersi con la Clinton, abbiano votato per il magnate biondo. E infatti a destra ha sostenuto di essere il Trump nostrano Salvini, poi il sindaco defenestrato di Padova (leghista anche lui) Bitonci, Berlusconi, con qualche distinguo, non s’è tirato indietro e via immaginando. Il problema è che il centro-destra è diviso al suo interno, per le solite ragioni che spaccarono il centro-destra già ai tempi del duo Fini-Casini, e cioè tutti vogliono comandare su tutti, Salvini pretende di essere il capo della destra cosiddetta unita da opporre a Renzi, idem Parisi, hanno pensieri irriferibili sul punto sia Verdini che Alfano, Berlusconi non smette di dichiarare che il capo del centro-destra lo indicherà lui, col retro-pensiero ben noto di essere insostituibile. Eccetera eccetera. A queste discussioni semi-folkloristiche, e di non grande costrutto, si aggiungono i pensieri reali relativi a referendum e dopo-referendum. Questi pensieri nascondono un’idea che accomuna tutti, ma specialmente Berlusconi: l’idea è quella del ritorno a un sistema elettorale proporzionale, corretto al massimo da qualche sbarramento (basso). Il sistema proporzionale, essendo praticamente impossibile che qualche partito prenda più del 50% dei voti, obbliga alle alleanze. Il M5s non vuole allearsi con nessuno, e ormai nessuno si illude - come Bersani a suo tempo - che sia possibile allearsi col M5s. Dunque il sistema proporzionale sarebbe l’ideale per preparare un nuovo asse Berlusconi-Renzi, capace di tenere a distanza Grillo e di essere sensibile alle esigenze di Mediaset, Mondadori, Fininvest e delle altre proprietà del Cav. Berlusconi reclamizza il No, ma i suoi fedelissimi Fedele Confalonieri ed Ennio Doris hanno già fatto sapere, o capire, che voteranno Sì. Mi viene da dire che il vero Trump italiano è Renzi, intendendo per «Trump» quello che si prende tutto il piatto.

Il problema è che in America la logica è quella del «chi vince prende tutto», mentre da noi non c’è mai nessuno che perde veramente.
Proprio così. Berlusconi, che adesso ama gli accordi e le mediazioni estenuanti (sistema proporzionale), un tempo si lamentava di non avere abbastanza potere per fare quello che voleva fare. E certo: gli alleati godevano, e col proporzionale godranno, di un potere di interdizione formidabile.  

Perché Berlusconi non è Trump?
Berlusconi ha molti piedi e li tiene in molte staffe. Ha messo in campo Parisi, assegnandogli il compito di rinnovare il centro-destra, ma l’altro giorno - come si aspettavano tutti - lo ha licenziato (quasi) sostenendo che «per fare il leader serve il consenso di tutti» e invece Parisi litiga troppo con Salvini. Quindi Berlusconi s’è rassegnato a una forte alleanza con la Lega, cioè a uno spostamento ancora più a destra (trumpiano?) di Forza Italia? No, perché i forzisti a Padova hanno fatto saltare il loro alleato leghista Massimo Bitonci, sindaco della più ghrande città amministrata dal Carroccio. Da ultimo Berlusconi spiazza tutti con questa dichiarazione: «Io spero che ci sia il mio erede. Avevo puntato molto su qualcuno che è passato dall’altra parte (Alfano
- ndr). Si sono succeduti dei personaggi o che hanno deluso o che non sono stati ben visti dagli altri. Nella politica di leader vero c’è solo Matteo Renzi». Chiusura del cerchio.  

Perché il Trump italiano non potrebbe essere Salvini?
Salvini ha l’11-12 per cento dei voti. Ha perso le ultime elezioni amministrative e finge di non saperlo. La vittoria eventuale del Sì, credo, lo metterebbe all’angolo (ha Bossi contro). Andasse lui al ballottaggio contro Renzi o contro Grillo (sto immaginando la sopravvivenza dell’Italicum così com’è adesso) non avrebbe la minima chance, e lo sanno tutti. Anche se fosse vero che Parisi litiga troppo con lui, è incontestabile che anche Salvini litiga troppo con Parisi, cioè con l’anima moderata, liberale, non trumpista del centro-destra.  

Il centro-destra e la vittoria del No.
Forza Italia pretenderebbe un secondo governo Renzi, del quale sarebbe alleato in vista di una legge elettorale proporzionale. Un’altra possibilità, mai dichiarata da nessuno ma esistente, è che l’Italicum prevede invece del ballottaggio a due, il ballottaggio a tre, alla francese. Una terza possibilità, forse la più probabile, è l’introduzione del premio alla coalizione invece che alla lista. Su tutto questo pesa però l’opinione della Consulta, che potrebbe imporre dei cambiamenti anche sostanziosi.  

Il centro-destra e la vittoria del Sì.
Crisi per Salvini, e balbettii di Berlusconi per essere ricevuto a Palazzo Chigi. Renzi lo riceverebbe, perché il centro-destra gli interessa. Ma tratterebbe da posizioni di grande forza. (leggi)

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