
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I militari arriveranno a Milano, non si sa quanti, ma non troppo in là. Dopo l’assassinio di un dominicano, sabato scorso in piena via Padova, s’è scoperta per l’ennesima volta la pericolosità estrema della periferia milanese, non diversa naturalmente dalla pericolosità estrema della periferia romana o palermitana, periferie dove si spaccia e le varie gang si sparano addosso o si prendono a coltellate. È vero però che Milano è più ricca, e la criminalità ci dà dentro (in proporzione è più criminosa solo Rimini). Il caso di via Padova è comunque particolarmente grave: per strada, all’ora di pranzo, davanti a tutti, prima coltellate poi pistolettate. Questo ha indotto il sindaco Sala a chiedere un aiuto al governo: Renzi mandasse i soldati a Milano in modo da render possibile la sorveglianza militare - e in divisa e col mitra - delle zone pericolose. Gli ha risposto la Pinotti, ministro della Difesa, mettendosi a disposizione. Il ministro ha spiegato che di soldati in strada ce n’è già adesso 7.050, e che di sicuro almeno i 1.800 impiegati fino ad ora a Roma per il Giubileo potranno essere spostati a Milano.
• Sa che secondo me non è questa la notizia più importante di giornata?
No? E qual è la notizia più importante di giornata?
• Il fatto che, sempre a Milano, abbiano sgomberato il parchetto di Rogoredo, cioè, se non lo sa, quella che era considerata la più grande piazza dello spaccio in Italia e forse una delle più grandi in Europa.
Lo sapevo, e gliel’avrei raccontato anche senza bisogno delle sue sgarberie, e sono persino d’accordo con lei, guardi un po’, perché lo sgombero di Rogoredo mostra che qualcosa si può fare, e si fa. Per esempio - e la rimprovero di non averlo ricordato - a Torino. La zona di Porta Palazzo è stata recuperata grazie a un intervento coordinato pubblico-privato...
• Già, ma allora bisognerebbe ricordare anche l’assalto di quelli della Pandilla Ms-13, che l’anno scorso, nella stazione di Villa Pizzone, quasi segarono un braccio con l’accetta al controllore che gli aveva chiesto i documenti...
Erano latino-americani anche quelli, anzi in genere il parco o parchetto di Rogoredo era infestato dai latino-americani, che ieri però sono stati sgominati: poco dopo le otto di mattina 91 carabinieri, 60 poliziotti locali e 20 operatori dell’Amsa hanno invaso il parco, buttato giù le baracche e dato l’avvio alla bonifica di aghi e siringhe. L’assessore milanese alla Sicurezza, Carmela Rozza, ha spiegato l’operazione così: «Puntiamo ad eliminare una piazza dell’eroina che esiste da più di 20 anni: un impegno preso dal primo giorno in cui ci siamo insediati» e che si persegue con l’aiuto di carabinieri, polizia e altre forze dell’ordine. Ricordiamo che qui non siamo in America e l’ordine pubblico è nelle mani dei sindaci per modo di dire: carabinieri, polizia, finanzieri e quant’altro prendono ordini da Roma, e se il sindaco chiede possono collaborare, ma in teoria anche no.
• Sono latino-americani anche quelli di via Padova.
Sì, la via Padova è un coacervo di etnie delle quali fanno parte anche gli italiani (abita in zona, in compagnia della sola badante, persino la scrittrice Sveva Casati Modignani, 78 anni). Dei quattro chilometri, quelli davvero pericolosi sono gli ultimi tre, dato che la sua parte iniziale (insieme a un pezzo di via Monza e di viale Brianza) è popolata da agenzie di modelle, locali e localini, la palestra di pugilato Heracles dove si gioca anche a scacchi e si ascolta musica classica, la discoteca (tranquilla di salsa e merengue), al tempo c’era anche Lele Mora. Se pure è da un negozio di parrucchiere di qui che è fuggito il trentasettenne Antonio Rafael Ramirez, ammazzato poi dai suoi due inseguitori in piazzale Loreto, si può dire che il primo pezzo di via Padova è ormai proprietà della cosiddetta Milano da bere, mentre i veri guai cominciano più giù e continuano fino al dormitorio di via Adriano. Bande di latini che per tre chilometri in cui si trova di tutto si contendono gli spazi e lo spaccio, con tutte le conseguenze del caso.
• I soldati in strada hanno senso?
Il ministro Pinotti dice che funzionano alla grande, le esperienze del passato non sono chiare. Al tempo dell’assassinio di Borsellino, si mandarono i soldati in Sicilia (erano ancora gli imberbi della leva obbligatoria) e la cosa funzionò. Nel 2008 si misero i militari a guardia delle discariche campane e non è chiaro se siano serviti o no. Alcuni sostengono che per rendere efficace l’intervento delle divise bisognerebbe metterne in strada almeno ventimila. Il generale Mini fece una volta un’osservazione che non mi tolgo di mente: se mandiamo in campo i militari e la cosa si rivelerà inutile, quale sarà la mossa successiva? I carri armati?
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