La Stampa, 16 novembre 2016
Nel bosco dei tossici tra coperte e siringhe . «La ruspa? Non basta»
Stretto in un piumino che sta in piedi da solo, un ragazzo dallo sguardo spiritato chiede un euro sotto la metropolitana di Rogoredo: «Mi servono per prendere il treno...». Saranno mesi che gira sulla linea gialla. Non ci sono treni da prendere. È solo uno dei tanti del boschetto di Rogoredo che per la terza volta in una settimana, si sposta di poco mentre è in corso l’ennesimo blitz. Sulla testa volteggia un elicottero della polizia. Cento carabinieri e agenti della polizia locale battono i sentieri di questo parchetto incolto diventato da anni l’hub per spacciatori e tossici in arrivo da tutta Lombardia. Il sindaco Giuseppe Sala ha mandato anche una ruspa che spiana le capanne di legno e lamiera e plastica, il rifugio di chi si buca. Dietro a un albero un cassonetto dell’Amsa invoglia alla raccolta differenziata: «Buttare qui le siringhe».
Gettate per terra ci sono bottiglie, biciclette, ombrelli, materassi, coperte, copertoni, sacchetti di plastica ovunque. Così da cinque anni, da quando i cantieri di Expo hanno sfrattato i tossici finiti qui dopo l’ennesima transumanza. «Queste cose servono solo se non sono uno show e basta, perché dopo pochi giorni si ricomincia. Qualcuno degli abitanti è talmente esasperato che vorrebbe radere al suolo il bosco. Basterebbe recuperare a verde tutta l’area e aiutare i tossicodipendenti in adeguate strutture. Oppure mettere un presidio permanente di polizia», spiega la ricetta del buon senso Carmine Coriale del comitato degli abitanti di Santa Giulia, il quartiere residenziale che si affaccia sulla stazione di Rogoredo che da una vita offre un giaciglio sui treni in deposito, e soprattutto sul boschetto di via Sant’Arialdo dove trovi di tutto, dall’hashish all’eroina.
I numeri della «bonifica» sono impressionanti: 5 persone arrestate, 73 identificate, 10 portate in caserma per la fotosegnalazione. Solo dall’inizio dell’anno gli arresti sono stati 700. L’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza promette di andare avanti: «Quello di oggi è l’ennesimo intervento, e non l’ultimo, per restituire quell’area alla città». Il Questore di Milano Antonio De Iesu promette che non ci si ferma qui: «Servono strategie condivise per sicurezza e controllo del territorio». L’esibizione muscolare in favore di telecamere vuole essere un monito. Il sindaco Giuseppe Sala chiede più esercito. Le ruspe radono al suolo le capanne. Agli abitanti del Municipio 4 di Milano l’operazione piace. Come piaceva quella della settimana scorsa della polizia con 65 arresti. E quella di qualche giorno prima quando il boschetto venne circondato e gli uomini delle forze dell’ordine avevano pure i cani.
Silva Vidal consigliere di Forza Italia al Municipio 4 fa lo scettico: «Ci vuole un intervento strutturale anche per il dopo. Se il bosco rimane così com’è ci sarà sempre spaccio e degrado. Speriamo facciano sul serio e non sia solo una mossa elettorale». Paolo Bassi il leghista che guida il Municipio vorrebbe di più: «Il blitz di oggi va bene ma non basta. Bisogna capire cosa si vuole fare dopo se no siamo ancora da capo».