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 2016  novembre 16 Mercoledì calendario

L’unica legge chiara è quella che il Parlamento ignora

Gentile dottor Carioti, vorrei rendere edotti i lettori di come le leggi italiche siano così contorte ed inspiegabili. Mi riferisco alla recente legge approvata il 15 ottobre e pubblicata il 24 dello stesso mese che prevede il decreto di abrogazione di Equitalia. Fra i 16 articoli merita un cenno l’articolo 4, ripartito in 8 commi. Il comma 7 andrebbe riportato integralmente, affinché ne fosse evidente l’indecifrabilità. Basti dire che è suddiviso in tre lettere, delle quali la a) è ripartita in due numeri, mentre la lettera b) comprende una decina di periodi, contenenti una quindicina di rinvii o provvedimenti di leggi. Esempio, per tutti: «Per il mancato versamento dell’imposta dovuta ai sensi dei precedenti periodi, si applica la sanzione di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, al cui pagamento è tenuto solidalmente anche il gestore del deposito; tuttavia, nel caso in cui l’estrazione sia stata effettuata senza pagamento dell’imposta da un soggetto che abbia presentato la dichiarazione di cui all’art.1, primo comma, lettera c), del predetto decreto n. 746 del 1980 in mancanza dei presupposti richiesti dalla legge, trova applicazione la sanzione di cui all’art. 7, comma 4, del predetto decreto n. 471 ed al pagamento dell’imposta, e di tale sanzione è tenuto esclusivamente il soggetto che procede all’estrazione». Domanda: ma un cittadino medio cosa potrà comprendere di tutto ciò? 
Patrizio Pesce Livorno 


Domanda retorica, caro Pesce. La risposta è ovvia: «Nulla». E nemmeno un cittadino di istruzione medio-alta ci capisce qualcosa. Come i culti misterici dell’antichità, le leggi italiane sono scritte apposta perché la loro interpretazione sia riservata alla casta degli iniziati: magistrati, avvocati, notai, commercialisti (quelli bravi). Tra le pochissime comprensibili ce ne è una del 2009. Essa stabilisce che «ogni rinvio ad altre norme contenuto in disposizioni legislative, nonché in regolamenti, decreti o circolari emanati dalla pubblica amministrazione, contestualmente indichi, in forma integrale o in forma sintetica e di chiara comprensione, il testo ovvero la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento o il principio, contenuto nelle norme cui si rinvia, che esse intendono richiamare». Insomma, è la legge che stabilisce che le leggi debbono essere scritte in modo chiaro. Regolarmente violata, come dimostra anche la norma che lei ci ricorda. Senza che nessun parlamentare o ministro sia mai stato chiamato a risponderne. Un saluto.