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 2016  novembre 16 Mercoledì calendario

Il gasdotto Tap accelera il passo

Lecce Dopo il primo cantiere aperto a maggio, il progetto relativo alla costruzione del gasdotto Tap in Puglia prova ad accelerare il passo. Per l’opera destinata a far arrivare dal 2020 sulla costa di Melendugno (Lecce) 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno provenienti dall’Azerbajian via Grecia, Albania e Mare Adriatico, partono infatti due interventi importanti. 
Il primo riguarda l’avvio dell’espianto dei 231 ulivi nell’area del microtunnel, il secondo, invece, è relativo al campionamento che dovrà fornire elementi utili per il progetto esecutivo dell’uscita in mare dello stesso microtunnel. Rimane in piedi il conflitto Regione Puglia-Governo, col governatore Michele Emiliano che contesta l’approdo lungo la marina di Melendugno e ne chiede lo spostamento a Brindisi. I l ministero dell’Ambiente ha però stoppato le resistenze della Regione e sciogliendo il nodo ulivi, ha spianato la strada all’avanzamento dei lavori. Infatti, non si può far nulla nell’area del microtunnel, a ridosso della spiaggia, se prima non si espiantano gli ulivi. Intervento in programma la scorsa primavera ma frenato dalla Regione che non dava l’ok. E anche difronte alla penultima lettera del ministero, che dichiarava rispettate le richieste, la Regione ha risposto dichiarando che non era così. Ma il ministero ha replicato dicendo che l’ente pugliese non aveva fornito «diverse valutazioni tecniche oggettivamente riscontrabili». 
Adesso, quindi, possono cominciare sugli ulivi i campionamenti ai fini dell’eventuale riscontro di Xylella. Sono analisi a cura dei tecnici dell’agricoltura e interesseranno 40-50 alberi al giorno. Quasi una settimana è il tempo stimato per i controlli. Man mano che arriveranno i risultati di laboratorio sullo stato degli ulivi, si procederà con gli espianti temporanei. Le piante saranno portate in un’area di stoccaggio (già verificata e risultata idonea) vicina al terminal di ricezione del gasdotto e “trapiantate” in grandi vasche di legno dove rimarranno almeno due anni prima di essere riportate dov’erano. 
A gennaio, invece, comincerà lo scavo del pozzo del microtunnel. Durerà un paio di mesi e lascerà il posto, nell’autunno del 2017, alla costruzione del microtunnel. Che avverrà calando nel pozzo la “talpa”, macchina specializzata per quest’intervento in quanto scava, costruisce ed avanza. Si calcola che per il microtunnel serviranno dai 3 ai 5 mesi. Lungo 1.453 metri, il microtunnel eviterà che il gasdotto attraversi la macchia mediterranea, la spiaggia di Melendugno e i fondali dell’Adriatico. Sarà infatti scavato per metà sotto terra e per l’altra metà sotto il fondale marino a 10 metri di profondità. Con un diametro di 3 metri circa, accoglierà al suo interno la condotta che è di 36 pollici. I general contractor che operereranno sono Saipem per la parte a mare, la joint tra l’austriaca Max Streicher ed Enereco per quella a terra e Renco per il terminale di ricezione. 
Il campionamento del sedimento marino e della colonna d’acqua, che è l’altro intervento, è invece affidato alla nave “Atlante” che opererà, rispettivamente, su 12 e 20 punti. È un’indagine geofisica lungo il percorso offshore del gasdotto sino al limite delle acque territoriali italiane. Sull’uscita in mare del microtunnel, essendo un punto molto delicato, il ministero si riserva di accertare se va esclusa da Via specifica a fronte del progetto esecutivo che presenterà Tap. E poiché si tratta di lavori che cominceranno a gennaio 2018, Tap stessa ha chiesto una proroga di 210 giorni, che scade il 15 maggio 2017, sulla relativa prescrizione.