Il Sole 24 Ore, 16 novembre 2016
Sanità, la riforma richiederà tempo
New York È una priorità che aveva ribadito in ogni discorso, spazzare via Obamacare per sostituirla con una riforma sanitaria di mercato che incoraggiasse la concorrenza tra compagnie private di assicurazione. Adesso diventa al contrario un test del pragmatismo e della capacità di governare: Donald Trump ha detto di essere pronto a preservare almeno due pilastri della riforma, il divieto a discriminare contro chi soffre di malattie pre-esistenti e la possibilità di lasciare i figli sulle polizze dei genitori fino a 26 anni. «Sono misure che mi piacciono molto», ha dichiarato parlando al Wall Street Journal e rivelando di averne discusso con Barack Obama durante il loro incontro alla Casa Bianca.
Questo non significa che Trump abbia abbandonato disegni di cambiamento, ma che potrebbe attenuarli e diluirli nel tempo. L’accento era stato finora sul “repeal”, l’abrogazione, e “replace”, il rimpiazzo, con una formula che prevede l’abbattimento di barriere statali all’offerta di polizze nella promessa sia di abbassare i costi e migliorare la qualità. Una promessa rimasta in cima anche al suo programma post-elettorale: «Nel primo giorno della nostra amministrazione – recita – chiederò al Congresso di eliminare Obamacare nella sua interezza».La realtà, ha ora ammesso, è più complessa. Gli analisti senza partito hanno avvertito che una contro-rivoluzione a base d’una nuova legge non sarebbe né facile né rapida – certamente non nei primi cento giorni – per evitare traumi ad un settore che rappresenta quasi un quinto del Pil e che è al centro di profonde trasformazioni tecnologiche e non solo politiche incoraggiate dalla riforma di Barack Obama. Alcuni risultati di Obamacare sono inoltre innegabili: 20 milioni di americani senza assistenza sono stati coperti, una riduzione record al 10% dei senza sanità.
Innegabili sono tuttavia anche i fallimenti, che avevano spinto la stessa Hillary Clinton a promettere cambiamenti: i costi per i consumatori hanno continuato a salire e numerose società sanitarie si stanno tirando indietro dalla riforma afflitte da perdite, uscendo dai nuovi exchange creati per allargare l’assistenza grazie a sussidi per le polizze ai meno abbienti. I premi assicurativi sono in rialzo in media del 25% per l’anno prossimo, il triplo del precedente, con punte del 50% mentre salgono le franchigie. Trump ha inoltre denunciato l’impoverimento dei servizi davanti alla riduzione nel numero di assicuratori sul mercato.
Trump dovrà così camminare nella sanità sul filo del rasoio di promesse elettorali e realtà. Fare i conti con Obamacare è diventato anche uno dei temi cruciali del primo incontro tra Trump e i leader repubblicani del Congresso, Paul Ryan alla Camera e Mitch McConnell al Senato. È in teoria uno dei più agevoli punti di accordo su nuove politiche sociali, più dell’immigrazione dove Ryan critica l’efficacia e i costi del progetto-simbolo del muro al confine con il Messico. Ryan ha ipotizzato rapide azioni che cancellino almeno alcuni capitoli di Obamacare in attesa di una sostituzione. Ma neppure il Congresso ha la bacchetta magica: una nuova legge apposita richiede di superare l’ostruzionismo democratico, possibile perché i repubblicani hanno meno di una super-maggioranza di 60 voti al Senato.
«Potrebbero cominciare a gennaio il lavoro, oppure a primavera», ha commentato l’ex consigliere dei repubblicani al Senato Christopher Condeluci. Chiave, nella sostanza, anche per i progetti più radicali sarà mettere a fuoco fasi di transizione, ammette Condeluci: «Potrebbero servire anche due anni», ha detto rassicurando che gli americani iscritti a Obamacare non perderanno la copertura. All’indomani della vittoria di Trump si è verificata un’impennata nelle domande di piani di Obamacare – centomila in poche ore – nel timore che vengano congelati.
Il progetto alternativo messo a punto dai repubblicani appare inoltre tuttora generico, privo di stime su costi e ripercussioni. Elimina obblighi individuali e aziendali a comprare polizze e sanzioni in caso di inadempienza. Offre crediti d’imposta e espansione di conti di risparmio esentasse per le spese sanitarie e la nascita di pool di pazienti a rischio – i più malati – con sovvenzioni pubbliche.