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 2016  novembre 16 Mercoledì calendario

Buoni segnali dal Pil

Festeggiamo, ma con moderazione. Più 0,3% in un trimestre di Prodotto interno lordo non è la nostra raggiunta velocità di crociera ma, per ora, solo un episodio felice.
Festeggiamo, dunque, lo 0,3 per cento in più di Prodotto interno lordo del terzo trimestre ma facciamolo con moderazione. Dopo la crescita zero della scorsa rilevazione è positivo che l’economia abbia dato segnali di movimento ed è altrettanto importante che siamo quantomeno rientrati nel gruppo perché il nostro incremento è nella media Ue e anzi questa volta siamo di un decimale più veloci di Francia e Germania.
La moderazione è necessaria perché (purtroppo) non possiamo dire di aver cambiato marcia una volta per tutte e infatti le previsioni sul quarto trimestre e, ancor di più, sul 2017 lo testimoniano. Per farla breve +0,3% in un trimestre non è la nostra raggiunta velocità di crociera ma, per ora, solo un episodio felice. In base alle cose che sappiamo, ad aver determinato il buon risultato è stata soprattutto la domanda interna che ha compensato largamente la contrazione dell’export. Non conosciamo però, come sottolinea Fedele De Novellis (Ref Ricerche), quale sia la proporzione tra consumi reali e scorte delle imprese.
Se dovessimo basarci sugli ultimi dati (bassissimi) dell’inflazione potremmo dire che i consumi non sono saliti di tanto ma bisognerà attendere le successive comunicazioni dell’Istat per poter dare un giudizio definitivo. Si può pensare però che un contributo significativo alla domanda interna sia venuto dal turismo e dall’edilizia come testimoniano gli ultimi dati favorevoli che hanno fotografato le compravendite di case e l’accensione di mutui bancari. Interessante anche la dinamica degli investimenti in mezzi di trasporto pesanti: la vendita di autocarri grazie anche alle agevolazioni è salita in nove mesi del 37,2%. Restano sostenute le immatricolazioni di auto, che ancora ad ottobre hanno sfiorato +10%.
Se i fattori di risalita sono incoraggianti come mai tutti gli analisti si aspettano un quarto trimestre meno brillante (attorno a +0,1%)? Innanzitutto ci sono fattori di calendario che ad agosto hanno giocato positivamente ma a dicembre per l’incrocio tra le date del referendum costituzionale e le festività tradizionali potrebbero comportare una riduzione delle giornate lavorative.
Ma non è tutto: a bloccare il movimento dell’economia reale è in qualche modo il clima spasmodico di attesa del risultato del referendum costituzionale che ha contribuito a congelare o rinviare le scelte degli operatori, che – come si dice in gergo – sono rimasti alla finestra. Sul fronte degli investimenti il quarto trimestre non porterà risultati perché gli imprenditori aspettano che venga approvata e poi entri in vigore la legge di Bilancio; in particolare è il Piano Industria 4.0 che grazie agli incentivi collegati dovrebbe dare una spinta all’ammodernamento del parco macchine e agli investimenti sul digitale. Ma ovviamente solo a partire dall’1 gennaio 2017.
In sostanza le stime dicono che il Pil del 2016 dovrebbe chiudere con un +0,9% e a quel punto avremmo davanti l’anno nuovo con tutto il carico delle incognite che si porta dietro. Si è già discusso e polemizzato sulle previsioni per il ‘17 che il governo ha indicato nella crescita del Pil di un punto e che invece tutta una serie di agenzie, banche e organismi internazionali ha stimato più in basso.
Per ora si può dire che la forchetta di oscillazione è ampia e va dallo 0,6 all’1% ma molto dipenderà anche dall’efficacia delle misure che il governo sta inserendo nella legge di Bilancio. Nessuno, invece, si fa illusioni sul contributo che alla ripresa italiana potrebbe dare il commercio internazionale. «Le minacce di un ciclo di politiche protezionistiche sono davanti agli occhi di tutti – commenta Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo – e se dalle parole si passerà ai fatti l’economia italiana non potrà che soffrirne».
Incassiamo quindi il risultato Istat di ieri perché ci dice che «il malato reagisce», teniamo però gli occhi bene aperti perché i prossimi mesi saranno ancora una volta decisivi.