Corriere della Sera, 17 novembre 2016
«Giusto riesaminare il maxi assegno per Lario»
Dopo aver versato da gennaio a ottobre del 2013 all’allora moglie Veronica Lario 3 milioni al mese durante tutto il periodo di separazione legale, un anno dopo Silvio Berlusconi aveva ottenuto dalla Corte d’Appello di Milano la riduzione a due milioni dell’assegno di mantenimento. Troppi lo stesso, secondo l’ex Cavaliere che ora potrebbe ottenere un’ulteriore limatura al ribasso in Cassazione dopo che il sostituto procuratore generale Francesca Cerioni ha dato parere favorevole a che la questione torni in Appello per un nuovo esame. Il Pg, infatti, riterrebbe condivisibile l’individuazione di una soglia massima da dare all’ assegno di mantenimento, quello che ora la legge prevede per consentire al coniuge meno ricco di mantenere lo stesso livello di vita che aveva durante il matrimonio. Se i giudici della prima sezione civile dovessero condividere la necessità di fissare dei parametri per individuare una soglia massima, la causa Berlusconi-Lario aprirà un nuovo ed inedito capitolo nella materia. Il verdetto dovrebbe arrivare tra circa un mese. Nell’udienza di ieri, i giudici hanno anche respinto la richiesta dei legali di Miriam Bartolini (Veronica Lario è il nome d’arte da lei usato durante la sua carriera di attrice) di svolgere il processo a porte chiuse in modo da tutelare la privacy degli ex coniugi. Le udienze sono pubbliche e non ci sono motivi di ordine pubblico, hanno spiegato gli ermellini. Quando ad ottobre 2013 fu dichiarato il divorzio, il Tribunale di Monza stabilì che l’assegno «divorzile» doveva esser più basso. Da allora, Silvio Berlusconi versa ogni mese all’ex moglie un milione e 400 mila euro.