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 2016  novembre 17 Giovedì calendario

Un mare ghiacciato nel cuore di Plutone

Nonostante non sia più nemmeno un pianeta ma solo un pianetino, il più piccolo e il più distante dal Sole e dalla Terra, Plutone non smette di stupire. Sotto la superficie ci sarebbe infatti un oceano melmoso. Sarebbe proprio questo oceano ad aver modificato l’asse del pianeta, orientandolo nel senso delle maree. Sono queste le principali conclusioni di una serie di nuove ricerche, pubblicate su Nature, che sono state rese possibili grazie al sorvolo, avvenuto nel luglio del 2015, del pianetino da parte della sonda della Nasa New Horizon. 
In quella occasione, la sonda è riuscita a catturare immagini e dati che si sono dimostrati preziosi per aiutare gli scienziati a comprendere una delle tantissime anomalie di questo affascinante pianetino: lo straordinario ed insolito spostamento del suo asse di rotazione che anziché essere verticale rispetto al piano della sua orbita, è invece quasi perfettamente orizzontale ad esso. In pratica, Plutone è come una trottola che gira dalla parte sbagliata. Fino ad oggi i ricercatori avevano elaborato diverse teorie per spiegare questo fenomeno che si spiegherebbe solo con un riallineamento dell’asse del pianeta su quello delle maree causate dall’attrazione gravitazionale con una delle sue lune, Caronte. È stato proprio indagando su questa ipotesi che i due team di ricerca, guidati uno da James Keane dell’Università dell’Arizona l’altro da Francis Nimmo dell’Università della California a Santa Cruz, hanno potuto ricostruire con maggiore precisione e dettaglio la geologia del pianetino.
BACINO
Del resto che tra Plutone e la sua luna Caronte ci fosse qualcosa di molto particolare su cui indagare era abbastanza noto alla comunità scientifica internazionale. Caronte, per esempio mostra a Plutone sempre la stessa faccia, come la nostra Luna fa con la Terra. Il fatto però è che anche Plutone mostra a Caronte sempre la stessa faccia. Dalla parte opposta di Plutone c’è però un enorme bacino pianeggiante – lo Sputnik Planitia – con una ampiezza di mille chilometri e dalla vaga forma di cuore, le cui immagini sono arrivate per la prima volta sulla Terra proprio l’anno scorso, in occasione della missione di New Horizon. Molto probabilmente questo enorme bacino è stato provocato dall’impatto con un altro corpo celeste:un asteroide, ma anche una cometa. Tuttavia, quello che ha intrigato gli scienziati è il fatto che questo bacino era perfettamente allineato con il piano di marea del sistema Plutone-Caronte. C’è solo il 5 per cento di probabilità che questo sia un fenomeno dovuto al caso.I ricercatori hanno avviato una serie di misurazioni per comprendere meglio come la presenza di catene montuose da una parte e di così ampi bacini da un’altra parte, avesse potuto condizionare gli equilibri gravitazionali di Plutone e spiegare in parte la sua peculiare caratteristica. Eventuali grandi differenze di massa avrebbero infatti grandi ripercussioni in termini di orientamento dell’asse di rotazione del pianeta. «Immaginate che un enorme vulcano si formi sulla superficie dalle parti di Los Angeles – spiega Keane – ecco allora tutta quella massa che si sarebbe spostata, spingerebbe tutto il pianeta a riallinearsi intorno a quella massa che verrebbe così a trovarsi all’Equatore». A spingere i ricercatori verso l’ipotesi dell’Oceano nascosto è stata poi la presenza di ghiaccio sulla superficie di Sputnik Planitia.
MAREE
«Ogni volta che Plutone gira intorno al Sole, un po’ di azoto ghiacciato si accumula nell’area del Cuore», ha detto Keane. «E una volta che si è accumulato abbastanza ghiaccio, forse spesso un centinaio di metri, questo comincia a sopraffare la stabilità del pianeta, cambiandone l’orientamento. E se una regione accumula abbastanza massa potrà spostarsi fino all’equatore», aggiunge.
Questa concentrazione di massa ha avuto un effetto molto evidente anche con le maree provocate dalla luna di Plutone, Caronte, perché ha fatto spostare l’asse di rotazione di circa sessanta gradi. Questo spostamento avrebbe indotto anche delle profonde aperture di faglie sulla superficie di Plutone che avrebbero prodotto la formazione di montagne e anche la creazione di un vasto bacino pieno d’acqua nel sottosuolo del pianetino.
PUZZLE ASTRONOMICO
Sarebbe proprio questo «squilibrio gravitazionale positivo» ad aver determinato lo spostamento dell’asse di rotazione di Plutone. «La presenza di un oceano viscoso, di acqua e fango è l’unico modo grazie al quale riusciamo a venire a capo di questo complicato puzzle astronomico», spiega Richard Binzel, del Massacchussetts Institute of Technology. «È davvero affascinante questo meccanismo che è stato scoperto dagli scienziati americani», spiega Giovanni Bignami astrofisico e Accademico dei Lincei. «La presenza poi di un oceano di acqua su Plutone dimostra che nel momento della formazione del Sistema Solare l’acqua e gli elementi più leggeri si sono concentrati verso l’esterno, mentre le rocce e quelli più pesanti, verso l’interno», conclude.