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 2016  novembre 17 Giovedì calendario

TRUMP CONQUISTA LA CASA BIANCA E HILLARY CLINTON SI DISPERA: SA CHE È DESTINATA A NON ESSERE AMATA


A dispetto dei sondaggi, il sogno di Hillary Clinton di entrare nella storia come la prima donna presidente degli Stati Uniti è svanito. Donald Trump l’ha sconfitta con la promessa di un’America prospera e grande, puntando sui problemi dell’immigrazione e della sicurezza. Non troverà un clima idilliaco, il magnate repubblicano. Basti pensare che il presidente democratico uscente Barack Obama e sua moglie Michelle hanno evitato di fare la foto di rito con lui e la nuova first lady. Melania.
Hillary, tradita anche dall’elettorato femminile, non ce l’ha fatta, sia per lo scandalo delle e-mail mandate dal suo indirizzo personale a danno della privacy e della sicurezza del Paese, sia per le accuse di Trump sulla sua integrità morale: per esempio quella di aver pagato le nozze della figlia Chelsea con i soldi ricevuti dalla Fondazione Clinton a fini benefici. E non sono piaciuti i suoi atteggiamenti aggressivi, segno di un’ambizione sfrenata. Insomma, Hillary non ha dimostrato l’equilibrio richiesto al presidente degli States, rivelando una fragilità interiore che ha chiare radici
nel suo passato.
Splendori e miserie della Clinton sono stati raccontati in varie biografie: quella più documentata e intima è Hillary di Silvana Giacobini (Cairo), appena uscita. Per capire il percorso irto di ostacoli della politica Usa, bisogna risalire a un’infanzia vissuta all’insegna del sacrificio e delle vessazioni da parte di un padre padrone, Hugh Ellsworth Rodham. La figura dominante nella sfera affettiva di Hillary è la madre Dorothy Howell, una casalinga disperata, tanto da dire alla figlia: «Dopo dieci minuti che hai sposato un uomo lo vorresti già lasciare perché avresti qualcosa da perdonargli». Quasi un presagio di quello che sarebbe stato il suo destino accanto a Bill Clinton.
Hugh è dispotico, razzista e misogino e opprime i figli con la sua avarizia. Le ristrettezze economiche provocano in Hillary il timore nevrotico di restare in miseria, spingendola, da adulta, ad accumulare denaro per sentirsi sicura. Ma a funestare la crescita della giovane Hillary è soprattutto il fantasma della depressione, un male di famiglia che distrugge il fratello minore del padre, Russell, un medico, che un giorno cerca di impiccarsi. Hugh riesce a liberarlo dal cappio, ma non a salvarlo da una morte annunciata: Russell rifiuta di curarsi, diventa alcolista e nel 1962 muore bruciato per essersi addormentato con la sigaretta accesa.
Hillary rimane sconvolta dalla tragedia e per anni vive nel terrore di fare la stessa fine dello zio. Trova la forza di reagire, maturando l’idea che solo una brillante carriera e il prestigio sociale potranno riscattarla dalla sua squallida realtà familiare. A 18 anni entra nel college di Wellesley, in Massachusetts, e diventa presidente del Club dei giovani repubblicani, salvo poi passare al Partito democratico. Alla Yale University, dove studia da avvocato, conosce Bill Clinton, un bel ragazzo che suona il sassofono, trasformandosi da “Sister frigidaire” (sorella frigorifero), come è stata soprannominata per
l’apparente frigidità, in una tenera innamorata. Si sposano l’11 ottobre 1975 a Fayetteville, in Arkansas, dove nel 1978 Bill diventerà governatore. Il matrimonio è allietato nel 1980 dalla nascita di una bambina, Chelsea. Intanto Hillary, che dopo la laurea ha cominciato la carriera forense, è tra i cento avvocati più influenti d’America.
Avrebbe tutto per essere felice, ma la sua serenità è offuscata dalle scappatelle del marito, affetto da “bulimia sessuale” come i fratelli Kennedy. Ma, prima dello scandalo di Bill con Monica Lewinsky, a trovarsi sul banco degli imputati per infedeltà è lei. Già nel 1984 si parla di una relazione con Webster Lee Hubbel, avvocato dello studio legale Rose Law Firm, di cui Hillary è la prima donna socia. Secondo il periodico The New Yorker, sarebbe lui il padre biologico di Chelsea. Con il dubbio che Bill sia sterile, ripreso nel libro The Clinton’s war on women, suscitando scalpore. «L’insinuazione non era sorretta da prove, ma coinvolse direttamente Chelsea», spiega Silvana Giacobini. «A un evento pubblico la ragazza fu aggredita dal giornalista Robert Morrow: le disse in malo modo che lei non era figlia di Bill Clinton. Chelsea rispose diplomaticamente: “Sono molto orgogliosa di essere la figlia dei miei genitori”».
Un duro colpo alla reputazione di Hillary viene inferto anche dalle voci di un’altra relazione adulterina – contemporanea a quella con Webster – con Vince Foster, avvocato poi trovato cadavere su una panchina. Pare un suicidio, ma alcuni giornali ipotizzano che sia morto misteriosamente alla Casa Bianca e poi “trasferito” in un parco. Hillary bolla le accuse come assurde bugie. E sopporta anche lo scandalo Lewinsky, che fa riaffiorare in lei il ricordo del brutto anatroccolo che fu in gioventù, visto come la maledizione di una donna destinata a non essere amata.
Oggi che gli sforzi per arrivare alla Casa Bianca si sono rivelati inutili, Hillary ha la sensazione di ritrovarsi al punto di partenza. Gli amici raccontano che è molto provata e appare serena solo accanto ai nipoti, Charlotte e Aidan: può darsi che l’ultima amara sconfitta le faccia capire che quei momenti di pace familiare, alla fine, sono il suo successo più prezioso e duraturo.