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 2016  novembre 17 Giovedì calendario

In Senato da mesi 
si grattano la pancia

Innanzitutto una buona notizia: le narici dei senatori sono salve per il momento. Una provvidenziale inversione del giorno di martedì 15 novembre le ha per ora salvate. Ma sull’aula di palazzo Madama incombe ancora come un incubo la «discussione sulla puzza». Arriverà presto il momento, e non è evitabile, perché bisogna discutere ed eventualmente approvare ai voti una serie di mozioni sulle «emissioni odorigene». Termine nobile, ma di quello che dicevamo prima si tratta: puzza. Più gruppi richiedono al governo di «contrastare i profili olfattivi dell’inquinamento atmosferico», che pare sia una emergenza nazionale. C’è una mozione firmata da Lorenzo Battista, Luis Alberto Orellana e un gruppo di ex grillini. Quei senatori hanno presente la difficoltà di arginare le puzze, e lo riconoscono nella mozione: «In un ambiente aperto le sostanze odoranti presenti possono essere in numero molto levato e spesso a concentrazioni talmente ridotte da renderne difficile la determinazione analitica; in secondo luogo l’intensità dell’inquinamento odorigeno è variabile a seconda del momento della giornata e delle condizioni meteoclimatiche; infine, la percezione dell’odore è un fattore altamente soggettivo». Per questo vogliono che si introduca il reato di «moleste olfattive». Con la loro mozione deve esserne discussa una a prima firma Lucio Barani e gruppo Ala, che più o meno dice le stesse cose. Essendo garantisti, sfumano un po’, riconoscendo che «uno stesso odore può essere percepito da una parte della popolazione come sgradevole o gradevole e da una parte no, come può essere percepito come sgradevole o gradevole in concentrazioni variabili da persona a persona». Per cui chiedono al governo di «valutare la necessità di un intervento normativo nazionale nel settore ambientale e della tutela della salute, che disciplini meglio le emissioni olfattive, richiamando, in maniera organica, tutti i principi regolatori in materia di emissioni, anche con riferimento all’individuazione della competenza a provvedere». 
Strano che la seconda istituzione del Paese sia impegnata in così alti dibattiti? Forse, ma dapiùdiunmeseèilmenù che offre il Senato. Non passa da quelle parti più un provvedimento, e salvo decreti che non si possono evitare e la legge di bilancio che prima o poi toccherà, viste le condizioni striminzite della maggioranza, si cerca di discutere il meno possibile di temi divisivi. Sulla puzza nessuno spaccherà la maggioranza. Sulla coltivazione della vite nemmeno. Si doveva discuterne ieri, ma poi una lunghissima commemorazione di Veronesi ha scatenato il lirismo di molti senatori, e si è rinviato a oggi. Quando inizierà il dibattito sulla «varietà appartenenti alla specie Vitis vinifera o da un incrocio tra la specie Vitis vinifera e altre specie del genere Vitis». 
Questo Senato già abolito nei fatti ha vissuto in queste settimane il suo dibattito più alto sull’«Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l’8 febbraio 2011». Nello stesso giorno dibattitone sull’«Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Tagikistan sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Dushanbe il 22 maggio 2007» e un un po’ in ritardo di attuazione. 
Nell’ultimo mese si è discusso di «rilancio delle attività di valorizzazione dei parchi nazionali», di una proposta di legge già approvata dalla Camera che suggerisce la «Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza». Poi ci si è lanciati nella discussione delle mozioni «sul trasporto pubblico locale a Roma», che sono state molto divisive. Però si è potuto fare quattro chiacchiere anche sull’«adeguamento delle infrastrutture idriche», senza dovere mettere nel mirino la Raggi. Ad ottobre altra super legge, quella che propone «Modifiche alla legge 20 dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e la valorizzazione del Festival Verdi di Parma e Busseto». E ogni settimana pioggia di mozioni, che fanno fine e non impegnano. Si è discusso della «somministrazione dei farmaci», delle «iniziative di contrasto al fenomeno del matrimonio forzato» e di quelle «sul contrasto all’obesità». Da fine estate tutto qui. Il Senato già è sparito...