la Repubblica, 17 novembre 2016
Paritarie nel mirino, declassata una su dieci
ROMA Un ministero dell’Istruzione che vuole la parità scolastica ha attivato controlli seri sui discussi istituti paritari. E il report sul primo semestre del nuovo piano di verifiche – con gli ispettori portati da 56 a 104 e una richiesta d’intervento dei singoli Uffici scolastici regionali – mostra numeri pesanti. Le scuole controllate sono state 288 in sedici regioni, alcune diverse volte, perlopiù superiori. Bene, in 145 istituti (oltre il 50 per cento) sono stati registrati problemi e, in alcuni casi, ipotesi di reato: docenti che tenevano lezioni nonostante la mancanza di abilitazione, differenze anche marcate tra il numero degli iscritti e quello di chi realmente frequentava. Aule non idonee, documentazione carente sulla sicurezza, piani dell’offerta formativa grotteschi.
Per questi 145 istituti la conferma della “parità” (ovvero la concessione da parte del ministero dell’Istruzione degli stessi diritti e la richiesta degli stessi doveri di una scuola pubblica) ora è in sospeso. Per 27 scuole, invece, è scattata la revoca dello status: la gravità del caso non era recuperabile. Otto istituti declassati a semplici privati (su venti controllati) sono in Abruzzo, quattro in Lombardia, tre in Piemonte, Sardegna, Campania (su nove controlli) e Basilicata, uno a testa in Emilia, Marche e Puglia.
Non ci sono state visite in Val d’Aosta, Trentino, Molise e in Sicilia, una delle regioni che in passato ha offerto esempi di paritarie fantasma. In una classe – di un istituto di cui il Miur non ha voluto fornire indicazioni – gli ispettori non hanno trovano neppure uno studente. La risposta dei dirigenti è stata: «Sono andati a fare una gita». Gli ispettori sono tornati, un mese dopo, e quella classe era ancora vuota: sospensione della “parità” per la scuola e segnalazione alla procura competente. A Fano sono stati derubricati due istituti che, secondo le verifiche ministeriali, all’ultimo esame di Maturità avevano falsificato la terza prova. In un caso, in Piemonte, i controlli degli ispettori sono stati avviati dopo la denuncia di uno studente costretto a preparare gli esami, a pagamento, in una società controllata dalla stessa scuola che frequentava.
Diversi blitz sono stati realizzati nel corso dell’ultimo esame di Stato. Solo l’annuncio della partenza delle verifiche ha ridotto il numero dei privatisti iscritti alla Maturità del 17 per cento. «Questo piano vuole dare valore a ciò che funziona colpendo le irregolarità e i diplomifici», ha detto la ministra. Il sottosegretario Gabriele Toccafondi: «Chi fa finta di fare scuola deve chiudere».