La Stampa, 17 novembre 2016
Le Pen già duella con il «rottamatore». «È solo il candidato delle banche»
A poche centinaia di metri dalle boutique frequentate da Carla Bruni e le altre, subito dietro l’Arco di Trionfo e le grosse berline che scorrono intorno, noleggiate da sceicchi arabi, ed esattamente sulla stessa strada dove si colloca l’Eliseo (questo al numero civico 55 del Faubourg Saint-Honoré: lei, almeno per il momento, è al 262), Marine Le Pen, la «presidenziabile», come ripetono i suoi collaboratori, ha accolto ieri alcuni giornalisti nel suo nuovo quartier generale, da dove gestirà la campagna per le elezioni, che si terranno fra poco più di cinque mesi. Dimagrita, stretta in un tailleur blu (il suo colore simbolo), all’apparenza serena e responsabile, rassicurante, questa Le Pen «sciurizzata» ha portato in giro i suoi ospiti (compresa una massa informe di fotografi e cameramen) per le stanze di un appartamento borghese, ricordando «per favore, di non rompere i calici dello champagne».
E dire che negli ultimi mesi era sparita: quasi più nei talk-show, a gridare con quel vocione del padre. Mentre la massa informe cerca di catturare la sua attenzione («Marine!», «Marine!»), si gira e spiega che «ormai devo andare su di livello, lo esige la funzione del presidente della Repubblica». «Se fosse per questi qui (ndr, i giornalisti francesi), non parlerei mai del fondo dei problemi, mentre a me piace la politica con la p maiuscola». Assente dai media, ma non dal dibattito che sta trascinando la Francia alle primarie del centro-destra (il primo turno è domenica): tutti i candidati, da Nicolas Sarkozy a Alain Juppé, dicono di «poter battere Marine Le Pen al secondo turno delle presidenziali», che lei dovrebbe conquistare senza problemi.
«Li ascolto e parlano come me continua la Le Pen -: chiedono la garanzia della legittima difesa per i poliziotti e la decadenza della nazionalità per i jihadisti. Ma sono i primi a non crederci. E poi a loro l’Unione europea non permetterebbe mai di farlo». Dopo il successo del «leave» al Brexit e quello di Donald Trump negli Usa, «quello che il popolo vuole, il popolo può farlo: ecco cosa è stato dimostrato». Proprio in quel momento anche Emmanuel Macron, nella periferia parigina, annunciava la sua candidatura. «Sì, ha vinto anche lui le primarie dice la Le Pen -, ma quelle delle banche. Il suo è un programma senza un briciolo di modernità. È il candidato di un’ideologia ultraliberale e della mondializzazione selvaggia: che pena».
Michel Field, direttore dell’informazione delle tv pubbliche, ha addirittura inviato una lettera al Csa, l’organismo governativo di regolazione del settore, per lamentarsi del fatto che la Le Pen e altri rappresentanti del Front National non accettino gli inviti delle trasmissioni televisive. «In realtà mando avanti ogni tanto i miei luogotenenti», dice lei. Che sono tutti lì e tutti maschi, capeggiati da Florian Philippot, laureato alla prestigiosa Ena e già alto funzionario di Stato: oggi fine stratega, anche del silenzio politico-mediatico di Marine.
La visita continua. Ecco, sul muro, impresso lo slogan della campagna («In nome del popolo»), «perché in una democrazia come la nostra, senza la volontà del popolo non si fa niente». Poi il logo, la scritta «Marine Présidente», con una rosa stilizzata, «che è segno di femminilità, perché alla fine sarò l’unica donna in lizza». A chi le ricorda che la rosa è pure il simbolo dei socialisti, lei risponde che «questa, però, è blu, il colore della destra. Sì, forse sta a indicare il superamento del solito divario fra sinistra e destra, è una sintesi». Come se tutto questo fosse un caso. E, come se, ancora per caso, i muri si ritrovano tappezzati di uno strano miscuglio di ritratti di Napoleone, foto di Clint Eastwood (uno dei pochi attori ad aver sostenuto Trump) con in mano una rosa blu, Einstein che fa la linguaccia sfocato di blu, Brigitte Bardot giovane in bikini con la rosa blu tra i denti: tutto così cool. Lei, intanto, la «presidenziabile», sorride alla massa informe. Che continua a gridare: «Marine!», «Marine!».