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 2016  novembre 17 Giovedì calendario

PATHOS «Il mio primo derby mi è piaciuto molto, eravamo sfavoriti ma alla fine abbiamo vinto. Poi quello dell’arrivo di Sneijder il giorno prima

PATHOS «Il mio primo derby mi è piaciuto molto, eravamo sfavoriti ma alla fine abbiamo vinto. Poi quello dell’arrivo di Sneijder il giorno prima. I derby sono tutti interessanti, belli e pieni di pathos, sarà così anche domenica» (Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter). DERBY «Milan-Inter, nella mia testa c’è quello del 1988, di sinistro, contro Zenga. Mancavano pochi minuti, rischiavamo di perdere. E io non ho mai perso un derby in A» (Ruud Gullit, ex calciatore, oggi segue il figlio 15enne che gioca al Football Club Amsterdam). CALCOLI «Io sono stato a Wolverhampton 87 giorni e in quello stesso periodo l’Inter ha cambiato tre allenatori. Non è facile riprendersi da una botta così. Mancano 26 partite, oggi l’Inter ha 17 punti, la Roma l’anno scorso è arrivata terza con 80: il calcolo è semplice» (Walter Zenga, allenatore esonerato dal Wolverhampton il 25 ottobre scorso). ALLENATORI «Ogni allenatore ha avuto un ruolo importante nella mia carriera penso a Yvon Pouliquen, Dominique Bijotat o Mario Been (Genk). Poi è arrivata la chiamata da Rafael Benitez. Gli ho chiuso due o tre volte il telefono in faccia. Pensavo fosse uno scherzo da parte degli amici. poi ho scoperto che non era così: fu incredibile!» (Kalidou Koulibaly, difensore senegalese del Napoli). CRITICHE «Criticare è giusto, massacrare no. Ma è tipico italiano: ti portano su per buttarti giù» (Cesare Prandelli, ex c.t. della Nazionale oggi al Valencia). MALIGNITÀ «Quando ero alla Lazio mi hanno accusato di rubare lo stipendio ma in realtà era la società ad aver deciso di fare a meno di me e di puntare su altri giocatori. Ho sempre dato tutto non mi sono risparmiato, ma ero stanco di combattere contro malignità enormi. Mi ero rotto le palle e questo ha pesato molto sulla mia scelta. Caso Corona? Non c’è niente di vero. È il solito meccanismo. Tra un po’ mi accuseranno anche di aver preso parte all’omicidio di Aldo Moro» (Giuseppe Sculli, ex calciatore della Lazio e del Genoa). AMICI «Quando James giocava per i Miami Heat e andava in trasferta a Cleveland chiedeva di passare una notte in più nella sua città dopo la gara: una pretesa contraria alla normale prassi. Ma non puoi trattenere l’intera squadra perché lui, sua mamma e la combriccola dei suoi amici vogliono trascorrere un giorno in più con i parenti» (Phil Jackson, presidente dei New York Knicks). ZERO «Phil Jackson era alla guida dei Bulls di Michael Jordan, il mio idolo. Sono cresciuto vedendolo allenare e vincere con i Lakers. Ora per lui ho perso tutto il rispetto: zero assoluto» (LeBron James, oggi ala dei Cleveland Cavaliers).