Luciano Cerasa, Il Fatto Quotidiano 17/11/2016, 17 novembre 2016
L’ESPRESSO, PARTE L’ISPEZIONE INPS DOPO I RITARDI DI BOERI
Una truffa ai danni dell’Inps che dall’esame dei primi documenti ammonterebbe tra i 20 e i 25 milioni di euro. È questa l’ipotesi investigativa, che potrebbe divenire ipotesi di reato se fosse confermata e trasmessa alla magistratura, sulla quale l’Istituto di previdenza ha avviato nei giorni scorsi un’ispezione nei confronti del Gruppo editoriale L’Espresso. Si fa sempre più ingombrante per Tito Boeri il potenziale conflitto d’interessi tra la poltrona di presidente dell’Inps e l’incarico di direttore scientifico, in aspettativa, della Fondazione della famiglia De Benedetti, proprietaria del gruppo editore del quotidiano Repubblica.
La vicenda riguarda la ripetuta concessione da parte del ministero del Lavoro alle società del gruppo della cassa integrazione guadagni e dei prepensionamenti, ottenuta durante gli stati di crisi aziendale dichiarati tra il 2012 e il 2015. Secondo le documentate segnalazioni pervenute allo stesso Boeri e rivelate dal Fatto, in occasione di due operazioni di ristrutturazione l’azienda avrebbe chiesto 117 esuberi, assumendo nel contempo personale nel periodo appena precedente lo stato di crisi, proveniente, ipotizza l’Inps, da società appartenenti al medesimo gruppo e in qualche caso anche dall’esterno.
“Nell’ambito dei citati 117 esuberi – scrive il direttore generale dell’istituto Massimo Cioffi in una lettera trasmessa al ministero del Lavoro – sono stati segnalati all’istituto 7 nominativi di dirigenti, trasformati in quadro per poter essere prepensionati”. Sempre secondo le segnalazioni pervenute, tutti i lavoratori assunti non sarebbero neppure usciti dalle aziende di origine. A seguito dell’articolo del Fatto, l’Inps precisava in una nota che l’avvio dell’attività ispettiva, in ritardo di quasi 5 anni, era di competenza del ministero del Lavoro. In realtà l’istruttoria ispettiva e le verifiche su presunti illeciti nell’erogazione della Cig è di competenza dell’Inps. Con il verbale di accesso in azienda, l’ispettore fotografa non solo quanto riguarda l’attività previdenziale e assicurativa, ma anche le fattispecie illecite che possono riguardare altre competenze investigative, come quelle della Guardia di finanza, dell’Agenzia delle Entrate e del ministero del Lavoro.
Nel frattempo, prima ancora che la lettera al ministro Poletti, rimasta sulla scrivania di Cioffi, fosse finalmente spedita dopo la denuncia del nostro giornale, gli uffici dell’Inps hanno ordinato agli ispettori un’indagine riservata su iniziativa del direttore centrale della Vigilanza, Fabio Vitale, di concerto con lo stesso Cioffi, per uscire da una catena di omissioni divenuta ormai imbarazzante e rischiosa per tutti. Nell’Inps non si era mai verificato che ci fossero segnalazioni non anonime a organi interni con evidenze chiare di demansionamenti e organici gonfiati che non facessero partire immediatamente un’ispezione, lamentano gli uffici.
Secondo le ricostruzioni fatte finora, già a partire dal 2012 la direzione Inps del Lazio era stata sollecitata più volte dagli organi di vigilanza a verificare le denunce anonime sull’utilizzo indebito della Cig e sul coinvolgimento di funzionari Inps. Nel 2014, il rimpallo si era chiuso con l’esito di un’indagine interna condotta dalla direzione regionale in cui si affermava che nulla era emerso di irregolare. La vicenda riemerge, dopo altri due anni di oblio, nel maggio del 2016 quando è il presidente Boeri in persona a ricevere una segnalazione. E questa volta non è anonima. Si tratta di un ex dipendente del Gruppo L’Espresso che dichiara in una email di poter parlare a ragion veduta, visto che aveva potuto seguire dall’interno quanto avveniva nella gestione delle crisi aziendali. Passa più di un mese. A metà giugno arriva a Boeri, sempre via email, una seconda denuncia della stessa “gola profonda”, ma questa volta meno generica e ancora più dettagliata, evidenziando tutte le fattispecie di reato. Le risposte date dal presidente dell’Inps al suo interlocutore non sono note. Il 31 luglio, finalmente, Boeri investe del caso una direzione dell’istituto, la “sostegno al reddito”, chiedendo di approfondire se vi siano eventuali illeciti. Il risultato dell’iniziativa della presidenza è stata la costituzione di un “tavolo tecnico” che ha trascinato i lavori senza avviare nessuna ispezione, fino all’articolo del Fatto del primo novembre. Vitale ha dato mandato di avviare due ispezioni: una autonoma e l’altra congiunta con il ministero del Lavoro. Ieri si è tenuta una prima riunione al ministero per mettere in piedi una task force con l’Inps composta da 8 ispettori, che opereranno tra Roma e Milano. Se dovessero emergere addebiti, l’Inps può chiedere la restituzione dei trattamenti di Cig erogati e un risarcimento dei danni.