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 2015  aprile 22 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ieri sera, ultima puntata di 1992, la serie che ha raccontato l’anno fatale di Tangentopoli, mischiando storia e fantasia, con risultati che hanno diviso parecchio pubblico e critica. A parte il giudizio estetico, resta la domanda chiave: la serie ha insegnato qualcosa a qualcuno, chi non era nato o era bambino si sarà fatto una qualche idea utile di quel gran fatto?

Secondo lei?
Secondo me, sì. Se ci occupiamo dei ragazzi o dei giovani, di chi insomma a quei tempi o non c’era o era troppo piccolo, 1992 può essere un punto di partenza. L’errore sarebbe credere che una fiction contenga «la verità». Questo non sarebbe possibile nemmeno se sceneggiatori, interpreti e registi fossero stati più bravi di quello che sono stati. Alla fine la verità non c’è nemmeno nei libri di storia. La verità non ce l’ha nessuno e ognuno ha da cercare la sua studiando.  

Quindi operazione riuscita?
Io farei questa sola critica, e partirei, per farmi capire, da Mad Men. Conosce Mad Men?

La serie americana incentrata su un gruppo di pubblicitari?
Sì, tutti hanno scritto che Romanzo criminale o Gomorra sono prodotti nettamente superiori a 1992, ma il problema di 1992 è che si trattava di rappresentare fatti molto importanti, molto noti e molto recenti e quello che avrei consigliato ad Accorsi, Lorenzo Mieli e agli altri ideatori della serie sarebbe questo: di non avvicinarsi troppo alla cosiddetta Storia, di tenerla ancora più distante di quanto non abbiano fatto, niente personaggi che interpretano Di Pietro o Gherardo Colombo, meglio la soluzione Berlusconi, che si sente parlare da dietro una porta e non si vede mai. In questo, Mad Men è un esempio formidabile. Il gruppo di pubblicitari non solo veste anni Sessanta (il che era ovvio), ma vive profondamente gli anni Sessanta, fumano come pazzi ovunque, un marito non fa neanche il gesto di alzarsi da tavola e chiede alla moglie «Mi vai a prendere un bicchiere d’acqua?», si assiste alla nascita delle inquietudini femministe e se ne capiscono le radici storiche, la grande storia intanto sfila lo stesso, ma se ne coglie l’eco nelle chiacchiere al bar o negli spezzoni di telegiornale. Indimenticabile è tutta la sequenza dell’assassinio Kennedy raccontata non direttamente ma attraverso lo sgomento degli impiegati e qualche spezzone televisivo. Sprazzi di questa scrittura si sono visti anche in 1992, per esempio la sigla di Casa Vianello mentre Dell’Utri legge dell’assassinio di Salvo Lima oppure negli spezzoni di Non è la Rai, assurto a programma simbolo di quel momento storico, e forse questa è stata un’esagerazione, una forzatura utilizzata solo per accennare anzitempo alla passione berlusconiana per le ragazzine. In realtà, in quel caso, si trattava della passione di Boncompagni, sempre patito di ninfette, uno degli autori meno berlusconiani che ci siano stati. Il programma, tra l’altro, su cui la serie ha voluto gettare un’ombra negativa, era semplicemente un capolavoro. Ma, tornando al confronto con Mad men, io sarei stato più sulla storia dei sei personaggi inventati, avrei lasciato maggiormente sullo sfondo la storia vera e propria, scavando nelle reazioni di uomini e donne che si sono trovati a un passaggio epocale senza neanche rendersene troppo conto.  

Fu poi davvero un passaggio epocale?
Il potere è più furbo e più forte di quello che crediamo, sa travestirsi e nascondersi, in modo da risbucare altrove sotto sembianze apparentemente nuove. Come mai l’Italia di oggi ci sembra peggiore di quella d’allora? Perché la fine dei partiti, gli arresti o i suicidi dei potenti (Craxi, Gardini, Cagliari) non sono serviti a cambiare il Paese? Oggi purtroppo non è difficile rispondere a questo: il cancro che ci corrode non si estirpa colpendo a caso qua o là, è il nostro modo di vivere, la nostra organizzazione sociale, i falsi miti da cui siamo guidati che vanno ribaltati. Potere delle lobbies e delle varie tribù che ci paralizzano, burocrazia corrotta, politica incapace, la prevalenza costante da parte di tutti dell’interesse particolare sull’interesse generale… come poteva, la singola azione di un gruppetto di giudici modificare tutto questo? E anche i giudici, negli anni successivi, non si sono certo coperti di gloria, non parliamo neanche di Di Pietro.  

È vero che 1992 fa accadere cose che sono tipiche degli anni successivi?
Sì, l’errore più grosso riguarda Berlusconi e la sua entrata in politica. Nel 1992 non ci pensava per niente, e il Tg4 di Emilio Fede fu anzi uno dei cantori principali dell’inchiesta, col celebre Paolo Brosio fermo davanti a Palazzo di Giustizia anche sotto una pioggia scrosciante. Alla discesa in campo Berlusconi cominciò a pensare l’anno dopo. Ma niente paura: gli sceneggiatori stanno già preparando i due seguiti, 1993 e 1994.
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