Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 22 Mercoledì calendario

A Empoli è scoppiata l’allarme meningite: «Tutti a caccia del vaccino, chiamano anche di notte». Cinque casi di contagio e tre morti in due mesi. L’ospedale preso d’assalto: «Ma dobbiamo evitare la psicosi»

L’epicentro è in un palazzo moderno, con la facciata tutta a vetri e gli ascensori con vista strada. Al piano terra ci sono gli ambulatori, sopra gli uffici amministrativi. A osservarlo da fuori, dalle vie mai affollate di questa cittadina a mezz’ora da Firenze, il sisma non si nota. Eppure dentro sbatte forte. I telefoni della sede della Asl non hanno smesso mai di squillare per giorni, pure quelli degli uffici che niente hanno a che fare delle malattie infettive, la gente si è messa in coda per chiedere informazioni, ha riempito i corridoi fuori dagli studi degli specialisti. «Quando posso fare il vaccino?», «Costa caro?», «C’è pericolo per mio figlio che ha 25 anni?». Domande pertinenti: qui il meningococco di tipo C, clone ST-11, ha colpito duramente. Cinque casi non collegati tra loro e tre morti in due mesi, dai primi di febbraio a questo mese. Cioè oltre il doppio di quelli registrati finora negli anni peggiori.
Proprio da Empoli è scattato il primo allarme, quello che ha spinto regione e Istituto superiore di sanità a portare i batteri nei laboratori e ad accendere le telecamere delle videoconferenze. Sono state colpite anche Firenze, Lucca, Arezzo, Pisa, Prato. Sedici casi provocati dal tipo C, che teoricamente dovrebbe essere meno diffuso del B (due casi in Toscana quest’anno) perché si vaccina ormai dal 2005. Come mai? Il rebus sanitario non è stato ancora risolto ma viene affrontato con decisione dall’assessorato alla Salute, da dove hanno avviato una campagna di sanità pubblica senza precedenti, almeno per la meningite. Tutti i giovani toscani tra gli 11 e i 20 anni, circa 300mila persone, verranno chiamati a fare il vaccino contro il meningococco C, per la prima volta o per la seconda se lo avevano già fatto da piccoli. Anche chi ha tra i 21 e i 45 anni sarà convocato, se vive o lavora nelle zone dove sono avvenuti i casi e può aver avuto contatti con i malati. Poi c’è Empoli. Qui, vista la concentrazione dei casi in una comunità piccola, la Asl ha deciso di offrire il vaccino a tutti gli under 45, che sono circa 100mila. E ancora non è chiaro se anche per questo provvedimento la città sarà capofila, cioè se la misura sarà estesa a tutte le altre Asl dove il batterio ha colpito. Si deciderà oggi. Intanto, fatti un po’ di conti, la Toscana già così dovrà ordinare circa mezzo milione di dosi all’industria farmaceutica.
«Da giorni siamo presi d’assalto dai cittadini – spiega Paolo Filidei, responsabile della prevenzione malattie infettive dell’azienda sanitaria empolese – Ci chiedono di tutto. Mi ha appena telefonato l’allenatore di una squadra di calcio di una città toscana a 100 chilometri da qui per chiedermi se è pericoloso venire a fare un torneo. Una donna di Livorno l’altro giorno voleva sapere se una passeggiata pomeridiana da queste parti l’aveva messa in pericolo. E noi a spiegare di non preoccuparsi, che la meningite se si trasmette lo fa dopo contatti ravvicinati e prolungati. Parliamo con tutti, anche con chi ha chiamato un collega al cellulare di servizio alle 3 di notte per avere informazioni». Se chi sta lontano si agita, chi abita nei dintorni nei giorni scorsi ha vissuto momenti di panico. A morire sono stati due ragazzi, 13 e 17 anni, e un’infermiera trentunenne. Lavorava in ospedale, altro punto nevralgico della paura. Dopo ogni caso il pronto soccorso si è riempito di persone con la febbre che temevano di aver preso la malattia. Ci sono volute pazienza e attenzione per visitarle, tranquillizzarle e rimandarle a casa. Intanto è stata fatta la profilassi a tutti i contatti dei cinque ammalati. A ciascuno di loro, centinaia di persone tra amici, parenti, compagni di scuola o della palestra, frequentatori di locali o centri sportivi, sono stati prescritti antibiotici per prevenire la meningite. Poi sono partite le vaccinazioni, già oltre 3.500 in pochi giorni. «Una cosa del genere non ci era mai capitata – spiega Filidei – è stato molto difficile evitare il caos». Hanno dato una mano anche i medici di famiglia e i pediatri, che con l’aumento dei casi hanno accettato di vaccinare i loro pazienti senza mandarli agli ambulatori Asl. Anche questa misura è stata presa prima a Empoli poi nel resto della Toscana, dove ci sono zone che stanno sperimentando adesso quello che ha passato la cittadina. Inizia sempre tutto dall’epicentro.