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 2015  aprile 22 Mercoledì calendario

L’elusione non sarà più reato e la fatturazione elettronica tra privati porterà l’addio allo scontrino. I tre decreti del governo

La delega fiscale fa un passo avanti. Dopo una pausa di quasi quattro mesi – seguita alla tempestosa vicenda del provvedimento esaminato alla vigilia di Natale e poi ritirato – ieri il Consiglio dei ministri ha dato il prima via libera ad altri tre decreti, che si aggiungono a quelli già approvati in via definitiva lo scorso anno. I tre testi contengono importanti novità in particolare per il mondo delle imprese, e puntano a garantire un quadro giuridico e tributario più certo: insomma un contesto che risulti favorevole agli investimenti, anche esteri, oggi spesso scoraggiati dalla complessità delle procedure e dal rischio di coinvolgimento penale per i manager. In questo senso uno degli interventi più attesi era quello che riguarda l’abuso di diritto, la principale fattispecie di elusione fiscale, che si configura quando un’impresa utilizza scappatoie lecite al solo scopo di pagare meno tasse. Il governo ha deciso di depenalizzare questi comportamenti. Chi elude le tasse se la dovrà vedere con il Fisco, al quale dovrà restituire tutto interessi compresi, ma non più anche con le procure con le conseguenze soprattutto sul piano di immagine che spaventano le multinazionali. Se questa norma fosse stata già in vigore, solo per fare un esempio, gli stilisti Dolce e Gabbana non sarebbero finiti sotto processo per aver trasferito all’estero il proprio marchio. L’abuso del diritto è al centro del provvedimento che si occupa anche del raddoppio dei termini di accertamento e del cosiddetto “adempimento collaborativo”.
LE PARTI MANCANTI
La collaborazione tra fisco e contribuenti è uno dei capitoli più importanti del decreto dedicato all’internazionalizzazione delle imprese, il secondo dei tre provvedimenti varati dal governo. Infine c’è il testo sulla fatturazione elettronica tra privati che porta con sé in prospettiva il superamento dell’attuale sistema di scontrini e ricevute fiscali ma anche nuovi potenti strumenti in mano all’amministrazione fiscale per contrastare l’evasione. Mancano ancora le norme sulle sanzioni (scorporate dal decreto sull’abuso di diritto dopo le polemiche sulla soglia di non punibilità al 3% del reddito imponibile) quelle su accertamento e contenzioso, il ridisegno del catasto e del sistema dei giochi, il nuovo meccanismo di imposizione separata tra piccola impresa e imprenditore. Tutte queste novità dovrebbero essere approvate a giugno. In tema di abuso del diritto, come detto, il governo conferma la scelta di escludere questa fattispecie dall’ambito penale. Questa norma è entrata nel testo approvato ieri dal consiglio dei ministri. A questo farà seguito un rafforzamento delle pene per le frodi che invece arriverà materialmente con il successivo provvedimento sulle sanzioni. D’ora in poi però il concetto di abuso e quindi di elusione viene definito in termini generali e non più su singole imposte. Toccherà all’amministrazione finanziaria dimostrare che un certo progetto organizzativo del contribuente non ha motivazioni economiche e deriva solo dalla scelta di ridurre il carico fiscale. Va in direzione di una maggiore certezza anche la procedura dell’adempimento collaborativo, in base al quale le aziende (per ora solo quelle con almeno 10 miliardi di fatturato) potranno definire in anticipo insieme all’amministrazione, le situazioni potenzialmente a rischio. Un particolare caso di collaborazione riguarda le imprese che intendano fare investimenti di almeno 30 milioni nel nostro Paese: potranno mettersi d’accordo su questioni delicate come la presenza o meno di una stabile organizzazione in Italia, le regole sull’imponibile, il regime di transfer pricing e rientreranno poi nell’adempimento collaborativo riservato ai grandi.