Carlo Cerutti, MilanoFinanza 22/4/2015, 22 aprile 2015
PER RCS È L’ORA DELLO SVILUPPO
[Intervista a Pietro Scott Jovane] –
L’agenda di Rcs? Dopo aver completato il processo di ristrutturazione, con costi tagliati del 25% negli ultimi cinque anni, è arrivata l’ora di puntare su investimenti e sviluppo. Le prospettive? Parlano di una ripresa della pubblicità nel secondo semestre di quest’anno, magari grazie anche a un benefico effetto-Expo sull’economia italiana.
Il successore di de Bortoli alla direzione del Corriere della Sera? Faremo la scelta migliore, ma è presto per fare nomi. È un Pietro Scott Jovane prudente ma ottimista quello intervistato ieri da Class Cnbc, al vigilia dell’assemblea Rcs per il rinnovo del cda da lui guidato come amministratore delegato del gruppo editoriale milanese.
Domanda. Mancano meno di 24 ore all’assemblea Rcs per il rinnovo del cda. Come ci arrivate?
Risposta. Gli azionisti hanno proposto tre liste, quindi il cda sarà sempre di nove persone. In questi due anni abbiamo avuto l’opportunità di riformare la governance della composizione del cda proprio per aprirlo al mercato e, in particolare, alle minoranze. Quindi per la prima volta in questa assemblea si vedranno gli effetti di tale modifica, visto che ci sarà una partecipazione di più liste di minoranza, in particolare quelle del mercato finanziario.
D. Cairo ha affermato che per salvare Rcs l’unica ricetta è tagliare i costi del 20%. Come vede il futuro della casa editrice? Condivide le affermazioni di Cairo?
R. Penso che queste tematiche si debbano vedere in prospettiva. Nel 2012, quando il cda che sta scadendo prese in mano la gestione dell’azienda, trovò una situazione molto complessa, finanziariamente debole: eravamo a un passo dal fallimento. In questi tre anni diverse cose sono state fatte, tra cui tagliare significativamente i costi, soprattutto per mettere risorse da parte per lo sviluppo. In questi tre anni il gruppo ha completato questa fase di ristrutturazione in maniera efficace. Quindi, guardando ai prossimi tre anni, l’identificazione degli sprechi da ridurre rimarrà un tema importante, ma altrettanto importante sarà definire la capacità di Rcs di stare sul mercato, il che vuol dire definire processi di sviluppo e aree in cui il gruppo ha diritto a competere e a vincere. In particolare, nei tre mondi in cui noi siamo presenti, cioè le news, lo sport e i libri. Selezionare aree all’interno di questo «triangolo d’oro» e far sì che le risorse estratte dalle efficienze vengano messe a disposizione dello sviluppo: questo è determinante, altrimenti il gruppo non avrà un futuro.
D. Il business digitale sta cambiando rapidamente anche la tv, come emerge anche dagli ultimi accordi annunciati da Sky e Telecom. Come interpreta quello che sta succedendo?
R. Per quanto riguarda il contenuto, la piattaforma Sky mostra che la tv a pagamento è un successo. Quello che guida l’audience su queste piattaforme è il contenuto. Per Sky si tratta di sport, tema che conosciamo bene visto che siamo tra i primi tre attori di produttori di contenuti sportivi.
D. Il contenuto è sempre stato importante per la televisione, adesso diventa redditizio?
R. Rispondo con i numeri: l’audience sportiva a livello europeo online è cresciuta del 40% negli ultimi due anni e ciò conferma che l’interesse per lo sport è notevole anche oltre la televisione. È interessante perché il contenuto sportivo si usa su più piattaforme, quindi amplia la possibilità di accedere all’audience: computer, tablet, smartphone e ovviamente anche la televisione. Quindi, il contenuto sportivo tocca un po’ tutti.
D. Avete mai preso in considerazione partnership come, ad esempio, quella tra Telecom e Sky?
R. L’ipotesi è valida; dovremmo sempre mettere al centro di ogni decisione quello che il pubblico richiede. Ora l’audience vuole interagire col contenuto e vuole poterlo fare su tutti i device: tablet, smartphone e tra poco anche gli orologi. Quindi mettere in collegamento attori diversi è estremamente importante. Non penso sia necessario unire tutte queste società, noi puntiamo a più partnership con i player-chiave per facilitare la distribuzione di contenuti. Le società editoriali come la nostra hanno dovuto tagliare molto i costi. Questa è una procedura obbligata e sicuramente non facile. Noi abbiamo dovuto ridurli del 25% negli ultimi cinque anni e abbiamo reinvestito le risorse nello sviluppo delle nuove piattaforme. Adesso siamo pronti per uscire dalla fase di ristrutturazione e andare avanti.
D. Quanto all’economia italiana, prevede un miglioramento per il secondo semestre?
R. Certamente l’economia italiana - e anche quella spagnola, visto che Rcs opera anche in Spagna - indicano un cambio di passo. C’è stato un miglioramento nel 2014 e nel 2015 anche la pubblicità è migliorata, soprattutto in Spagna. In Italia siamo sei mesi indietro; vedremo una ripresa in questo trimestre, ma penso che la pubblicità tornerà a salire nel terzo e quarto trimestre. In Italia, però, ci sarà un evento speciale come l’Expo, che potrebbe accelerare la spesa e l’audience nel 2015
D. Quindi la marginalità delle attività Rcs in Spagna cresce grazie anche alla ripresa del Paese?
R. Si, il legame tra l’editoria e l’economia di un Paese è molto forte: la ripresa dell’economia viene di solito colta subito dal mondo della pubblicità, spesso prima quella televisiva e poi quella dei giornali e online. Così è avvenuto in Spagna nel secondo semestre 2014. In Italia l’economia non sembra ancora mostrare quei segnali di ripresa, tantomeno nella raccolta pubblicitaria. Infatti abbiamo visto il mercato sia online che della carta stampata registrare forti riduzioni. C’è da dire che siamo ottimisti sulla seconda parte dell’anno e non escludiamo che l’effetto Expo farà ripartire più velocemente l’economia italiana. La Spagna per noi resta determinante, certamente lì la ridefinizione dei costi e del modello di business fa sì che oggi, con il recupero del mercato, i benefici siano evidenti.
D. Pensa che Renzi stia facendo le cose giuste per stimolare la ripresa economica?
R. L’Italia è un Paese di piccole e medie imprese guidate principalmente dalle esportazioni. Quindi quello che può fare un governo è semplificare la burocrazia e fare tutto il possibile per rendere efficiente il sistema. Il governo ha abbracciato questi cambiamenti in maniera forte e veloce. E il processo, come ha mostrato Rajoy in Spagna, se seguito, porta benefici. Quindi la direzione quella giusta, ora non resta che aspettare l’impatto positivo.
D. Il 30 aprile Ferruccio de Bortoli lascerà la direzione del Corriere della Sera. Avete scelto il successore?
R. Stiamo parlando di una delle posizioni di maggior interesse del mondo dei media e che attrae i migliori talenti. Questo ci pone in una condizione estremamente favorevole. Dopo aver beneficiato della grande competenza dell’attuale direttore, siamo pronti ad accogliere il miglior nuovo direttore per la guida del giornale. Al momento è però troppo presto per poter anticipare qualcosa. Abbiate pazienza: lasciate che il nuovo cda in arrivo completi il lavoro.
Carlo Cerutti, MilanoFinanza 22/4/2015