Corriere della Sera, 22 aprile 2015
Milan, quarant’anni fa il blitz di Gianni Rivera e la guerra santa che il capitano scatenò contro il presidente Buticchi
Tutto ebbe origine da una frase, forse una semplice battuta. Sabato 19 aprile 1975, quarant’anni fa. Tribuna d’onore dell’Olimpico di Roma, Italia-Polonia 0-0, gara valida per le qualificazioni europee. I giornalisti intercettano Albino Buticchi, petroliere spezzino dai modi spicci, presidente del Milan dal 31 ottobre 1972. Una chiacchierata destinata a scrivere la storia. «Se Rivera fosse disposto ad andarsene, si potrebbe fare uno scambio con Claudio Sala». Traduzione: a detta di Buticchi, Gianni Rivera, quasi 32 anni, non è più incedibile e siccome per la tifoseria milanista il golden boy equivale a Padre Pio, se ne evince che con la sua sortita Buticchi si rivela quanto meno un ingenuo. Ferito nell’onore, Rivera scompare e diserta gli allenamenti a Milanello del 22 e del 23 aprile scatenando la (giusta) rabbia dell’allenatore Giagnoni («Il comportamento del capitano mi sembra altamente ingiustificato») che decide di escluderlo dalla partita col Cesena. Domenica 27 aprile a San Siro i rossoneri travolgono i romagnoli per 3-0 ma il pubblico attacca Buticchi e Giagnoni. La contestazione scuote il presidente che, forse convinto che nessuno si farà avanti, annuncia: il Milan è in vendita. Errore strategico perché il compratore non si fa attendere ed è Rivera in persona («Gianni accetta la sfida» l’incipit del suo comunicato) che ha coagulato attorno a sé un po’ di amici industriali. Non era mai accaduto (né mai più accadrà) che un calciatore in attività entrasse con tanta decisione nella stanza dei bottoni del suo club. Buticchi, sorpreso, abbozza un minimo di resistenza ma la guerra santa che il capitano gli scatena contro grazie agli assist dell’avvocato Alberto Ledda non gli dà scampo. È l’inizio della fine, il Milan si avvia lentamente sull’orlo del baratro attraverso pagine ingloriose: una doppia retrocessione in serie B, la prima per effetto del coinvolgimento nella melma del Calcioscommesse e la seconda ottenuta sul campo. Un solo squarcio di luce in quegli anni: lo scudetto della stella (1979) firmato Liedholm. In fuorigioco Buticchi, personaggi più o meno pittoreschi sfilano all’ombra di Rivera in undici imbarazzanti stagioni: il sedicente re del tubo Vittorio Duina, Felice Colombo, l’onorevole DC Gaetano Morazzoni, Padre Eligio, il discusso finanziere Franco Ambrosio, il petroliere Dino Armani. L’ultimo della collezione (Giussi Farina) completerà la discesa agli inferi creando le premesse per lo sbarco di Silvio Berlusconi. Alleluja.