
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi è il 12 luglio 2012, una data memorabile: cinquant’anni fa, 12 luglio 1962, i Rolling Stones si esibivano per la prima volta in pubblico, al Marquee Club di Londra. Per celebrare l’anniversario sono previsti, come minimo: un Rolling Stones 50 da 35 euro, in cui sono raccolte 700 immagini di questo mezzo secolo di storia musicale e non, 250 mila copie di tiratura, diffusione simultanea in otto paesi, parecchie immagini non si sono mai viste, è stato saccheggiato l’archivio del “Daily Mirror”, ci sono scatti di Peter Townsend, che immortalò i Rolling Stones quando non erano ancora famosi. Poi esce la biografia di Christian Andersen dedicata a Mick Jagger, pubblicata in Italia da Sperling & Kupfer, libro che potremmo definire “bomba” se fosse possibile scrivere o raccontare qualcosa dei Rolling senza un qualche sottofondo esplosivo. Il terzo evento potrebbe aver luogo l’anno prossimo: gli Stones fanno intuire la possibilità di un ritorno sulla scena, un concerto in qualche stadio del mondo.
• Ma non hanno 70 anni?
Beh, Mick Jagger è effettivamente del 1943, 26 luglio. Farà settant’anni l’anno prossimo. Idem Keith Richards, che gli anni li compie a dicembre. Charlie Watts ha già 71 anni. Ronnie Wood è del ’47. Comunque, sì, sono dei settantenni. E allora? Nella possibilità che nel 2013 si possano ancora esibire sta una delle qualità demoniache del gruppo. Solo Satana ti illlude sull’esistenza dell’eterna giovinezza.
• C’è anche una loro canzone che si chiama Simpathy for the Devil.
Bill Wyman racconta il primo incontro con la coppia Mick Jagger-Keith Richards al 102 di Edith Grove (Londra): «Mick e Keith se ne stavano seduti sul letto, circondati da centinaia di bottiglie mezze piene dalle quali spuntavano addirittura dei funghi. Vivevano come topi di fogna». Si drogavano come degli ossessi, Keith anzi faceva dell’uso di eroina una specie di religione. Si scambiavano le mogli oppure si fregavano l’un l’altro le compagne (Keith per non farsi beccare da Mick scappò una volta dalla stanza attraverso la finestra, dimenticandosi però i calzini). Mick Jagger ha avuto – secondo questa ultima biografia di Andersen – quattromila donne. Cito alla rinfusa le più famose: Jacqueline Kennedy, Madonna, Carla Bruni nel periodo in cui stava con Eric Clapton (Sarkozy di questa storia era gelosissimo), Angelina Jolie, Britney Spears, Margaret d’Inghilterra… Quando l’hanno fatto sir, la regina, pur di non incontrarlo, è andata a operarsi. È stato Carlo a toccargli le spalle con la spada di Giorgio VI. Keith, a cui Mick sta da molti anni sulle scatole, commentò dicendo che lui non avrebbe permesso a un membro della famiglia reale di avvicinarglisi con un bastone, figuriamoci con una spada.
• Che morale si può trarre dal fatto che una delle figure più trasgressive di questo dopoguerra sia finito baronetto?
Jagger, in quel momento, esclamò: «A parte i Rolling Stones, la Regina è il meglio della Gran Bretagna». Quindi, effettivamente, un conservatore. Pensi che anche gli inizi sono sorprendenti: alla London School of Economics, addirittura. Forse i Rolling Stones, come concetto, sono meno trasgressivi di quello che crediamo. Forse la vera trasgressione è un’altra cosa. O forse: il gruppo ha contribuito a distruggere il cosiddetto sentimento borghese, a far morire il perbenismo della società postvittoriana al momento giusto. Una volta spaccato tutto, non resta che ricostruire, operazione che a quanto pare non ci riesce poi troppo. I Beatles sono durati otto anni. I Rolling Stones stanno ancora lì, ma mi azzardo a sostenere che quello che avevano da dimostrare l’hanno dimostrato da giovani. Se ci pensa, è un po’ tutto il nostro tempo che, dagli anni Ottanta in poi, culturalmente si avvita su se stesso. Ci manca un Picasso, ci manca un Fellini, ci manca un Elvis Presley che ci costringa a ricominciare daccapo. Il rock poi è vecchissimo. Lo si comincia a sentire alla fine degli anni Quaranta. I rockettari non sono più figli del diavolo da un pezzo.
• Meglio i Beatles o meglio i Rolling Stones?
Io preferisco i Beatles. I due gruppi (i Beatles buoni, i Rolling cattivi) erano poi nemici per modo di dire. Keith Richards, nel suo Life, uscito un paio d’anni fa, definisce John Lennon, «uno stupido stronzone» e pare che litigassero anche su come bisognava impugnare la chitarra. Però Keith parla male di tutti. È lui ad aver messo in giro la storia che Mick aveva un «ridicolo cazzetto piazzato sopra due palle enormi, un affare che non poteva certo far felice Marianne» (cioè Marianne Faithfull).
• Lui come lo sa?
Glielo avrebbe detto Marianne. Si può anche immaginare qualcos’altro, naturalmente. La bisessualità di Mick Jagger – sette figli – è universalmente nota. Secondo Keith, all’inizio della convivenza con gli altri Stones, la tenuta preferita di Mick era composta da «una vestaglia azzurro pastello e da una retina per capelli color lavanda, calze di nylon, tacchi alti». Tra i suoi amori maschili c’è anche David Bowie.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 12 luglio 2012]