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 2012  luglio 12 Giovedì calendario

I 100 METRI? MEDAGLIA D’ORO ALL’ITALIA


In un insolitamente freddo e piovoso giorno di maggio, durante un viaggio stampa, ti capita di mettere il piede sulla pista di atletica delle Olimpiadi di Londra. Cammini, azzardi una corsetta, pensi che qui, proprio qui, Usain Bolt zompetterà verso la vittoria. E ti fai la domanda: qual è il segreto della velocità? La risposta ce l’hai sotto i piedi, ma la scopri una volta tornato in Italia. Mentre palleggi con un Super Tele.
Credo non ci sia nulla di più distante tra un pezzo di gomma e un tartufo. Eppure, se vai a Gallo, frazione del comune di Alba, in Piemonte, e chiedi quale sia la specialità della zona, oltre che il prezioso tubero ti sentirai rispondere: «Le palle». Qui, infatti, ha sede Mondo, colosso italiano di tutto ciò che ha a che fare con la gomma, ma con una predilezione proprio per i palloni (i mitici Super Tele sono nati qui, nel ‘67) e le pavimentazioni sportive. «Ferruccio, mio zio, fondò la società nel 1948, insieme a mio nonno Edmondo, detto “Mondo”, dal quale deriva il nome dell’azienda», racconta Maurizio Stroppiana, erede del gruppo e responsabile della divisione sport. All’epoca c’era la necessità di produrre solo buoni palloni per la “pallapugno”, disciplina molto in voga nelle Langhe, mentre oggi basta guardare un impianto sportivo di buon livello per vederci almeno un prodotto Mondo. «Oltre a palloni e pavimentazioni, produciamo anche attrezzature sportive, come le sedute per il pubblico e i canestri del basket». Un salto che in 64 anni di storia ha portato l’azienda piemontese a espandersi in tutto il mondo (nomen omen), avere 11 impianti produttivi (in Italia, Spagna, Lussemburgo, Canada e Cina), 1500 dipendenti, 211 brevetti e un fatturato che si assesta sui 360 milioni di euro all’anno. La pista di atletica di Londra 2012 è ricoperta da Mondotrack, modello di punta della gamma di pavimentazioni prodotte da Mondo. Come mi racconta Stroppiana, la prima pista di atletica degna di questo nome fu inaugurata durante le Olimpiadi di Città del Messico, nel 1968. Era prodotta da 3M ed era fatta di resina poliuretanica, stipata in barili e versata direttamente sul campo. L’intuizione vincente della Mondo, all’epoca, fu di utilizzare la gomma, più morbida per gli atleti e più facile da installare. «Dato che eravamo specialisti del settore, abbiamo pensato a dei teli da fissare al terreno tramite un collante». Il progetto è così brillante che, dopo alcuni impianti sportivi realizzati in Canada, per il Comitato olimpico di Montreal 1976 è naturale commissionare all’azienda piemontese la realizzazione delle piste d’atletica a cinque cerchi. Da quell’edizione. Mondo non ha più lasciato le Olimpiadi. Da Barcellona 1992 diventa l’unico fornitore ufficiale e, a partire da Sydney 2000, estende il dominio anche ai campi da volley, pallamano e basket. Il segreto della pista da atletica Mondotrack, quello che la rende la numero uno, è nell’essere composta da due strati distinti, uniti tra loro. «Quello superiore ha una superficie con un’impronta speciale che si adatta alle scarpe degli atleti; mentre quella inferiore, nella parte che va a contatto con il terreno, ha una struttura a celle esagonali», spiega con calma serafica Luca Reinaudo, Global Produci Manager della sezione “Track and field” dell’azienda. Sia l’impronta che le celle sono punti di forza malamente imitati dalla concorrenza, specialmente quella orientale. «Il disegno dell’impronta, o texture, è quello che, al momento, offre la maggiore superficie d’appoggio della scarpa». Questo, stando a Reinaudo, ingegnere civile prestato al mondo della gomma dal ’94, garantisce una presa eccellente anche con la pista bagnata, e una distribuzione omogenea della pressione esercitata dal piede. «Così, tra l’altro, si riducono i rischi di infortunio».
La vera rivoluzione in casa Mondo, però, è arrivata con le celle esagonali che ricordano un alveare costruito da api laureate in architettura: «Questa particolare geometria offre ulteriore elasticità al materiale, deformandosi in base alla forza impressa dall’atleta». A partire dalle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, l’azienda di Alba ha introdotto un’ulteriore novità: la deforma- zione in tre direzioni. L’ingegnere mi spiega che le nuove celle non si deformano solo nel senso dell’altezza e della lunghezza, ma anche in larghezza. «In questo modo la corsa è più confortevole e le prestazioni migliorano», dice orgoglioso. A dirla tutta, però, qualche giorno prima l’addetto stampa dell’azienda mi aveva parlato anche di un terzo segreto, custodito gelosamente «come la formula della Coca-Cola». Ovviamente, abbiamo provato a scoprirlo. Non mi ci vuole molto per capire che il “fattore Coca-Cola” di casa Mondo sta nella vulcanizzazione, cioè il metodo con il quale si uniscono i due strati di gomma per produrre il telo finale. È l’enfasi posta da Reinaudo su questo processo a farmelo capire: «Dopo aver mescolato precise quantità di gomma naturale e sintetica, insieme ad altri componenti, la miscela viene messa in un enorme calandratore dai cui rulli escono i due fogli di materiale, che sono poi uniti tramite la vulcanizzazione. È un trattamento che crea tra i due strati un legame molecolare, e dunque indissolubile, che stabilizza la gomma, per renderla resistente e duratura». I segreti più impenetrabili, spesso, si svelano con una do- manda da bambino: come si fa la vulcanizzazione? «Il modo, in genere, è sempre lo stesso, da un secolo a questa parte», risponde di buon grado l’ingegnere. «La nostra vulcanizzazione, però, è diversa». Qualche altro ingenuo quesito e il mistero è svelato: la vulcanizzazione, alla Mondo, è fatta ad alta temperatura ma a pressione atmosferica. In questo modo, il materiale si arricchisce di piccole bolle d’aria che, insieme alle celle, contribuiscono a migliorare le caratteristiche biomeccaniche della pista. Si crea, cioè, un migliore assorbimento nell’impatto scarpa-superfìcie. «Rispetto alle precedenti Olimpiadi, la Mondotrack di Londra 2012 è leggermente più morbida, con un coefficiente di assorbimento di circa il 38 percento rispetto al canonico 35. Pochi punti percentuali che, però, potrebbero valere un record». La storia d’amore tra la Mondo e gli appuntamenti olimpici ha avuto solo una temporanea crisi: a Pechino. E dalle parti di Gallo d’Alba se lo aspettavano... Stroppiana racconta: «Il fatto fu che il Comitato olimpico dell’epoca preferiva puntare sulle aziende locali, perché offrivano costi molto inferiori». L’azienda piemontese non era certo in grado di giocarsela sul prezzo, ma non mollò: «Ci è voluto molto lavoro per convincere il Comitato che le nostre piste erano qualitativamente migliori, ma alla fine ce l’abbiamo fatta». Scoperto ciò che rende inimitabile la Mondotrack, non mi resta che chiedere a Reinaudo come si arriva a progettare un materiale così sofisticato, e come si cerca di migliorarlo continuamente. «Si lavora molto al computer, con software di simulazione meccanica, per affinare la struttura delle celle. E poi si collauda il più possibile». Mondo, per l’occasione, usa atleti professionisti che indossano delle scarpe speciali, con solette dotate di sensori che registrano i punti di pressione sulla pista, inviandoli wireless a un elaboratore. In base ai dati ricevuti, si calcola la deformazione delle celle, per cercare poi come migliorarle, davanti a un computer. «Sono analisi utili anche ai produttori di scarpe, tanto che spesso collaboriamo con loro, sviluppando congiuntamente calzatura e pista». Reinaudo conclude: «Sono i due elementi, insieme a tecnica di allenamento e nutrizione, a poter spingere ancora più in là le prestazioni di un atleta, visto che l’organismo umano non può evolvere oltre un certo limite». E Mondo, come si evolve? La risposta spetta a Stroppiana: «L’anno scorso il settore ha molto sofferto il prezzo della gomma, più che raddoppiato, ed è difficile far accettare un aumento rilevante ai tuoi clienti. Così si cercano altre soluzioni, come il riciclo, che tra l’altro ha un’importante connotazione ecologica, non più trascurabile oggi». Di certo, comunque, l’azienda non conosce crisi e, dal 2008 a oggi, ha continuato a vedere i suoi fatturati crescere. Evidentemente, dalle parti di Gallo d’Alba, hanno intenzione di continuare a correre veloci anche ben oltre Londra 2012.